Telecom taglierà altri 4.000 posti di lavoro in Italia

Telecom prevede di ridurre ulteriormente gli organici con un taglio di 4 mila posti di lavoro sul perimetro domestico. E’ quanto si legge sulla nota di presentazione del piano strategico 2009-2011. L’intervento si aggiunge alla gia’ prevista riduzione di 5 mila risorse entro il 2010.
In base "all’accordo con i sindacati già firmato – sottolinea l’ad di Telecom Franco Bernabé parlando agli analisti – lasceranno l’azienda 2 000
persone entro fine 2008, contro 1 400 previste dal piano originario.
 
Le efficienze – aggiunge Bernabé – porteranno a una riduzione delle unità del 14% da 64 mila a 55 mila". La semplificazione e la ristrutturazione dei costi prevede "una riduzione del 50% delle figure manageriali" ha aggiunto
Bernabé. La strategia industriale del gruppo prevede poi la «centralità del
mercato domestico e del Brasile». «Sul piano geografico – spiega
l’amministratore delegato di Telecom, Franco Bernabè, in vista della
presentazione del piano triennale alla comunità finanziaria – lo
sviluppo si concentrerà su Italia e Brasile, senza trascurare il
mercato TLC argentino, e sul piano industriale si focalizzerà sui nuovi
servizi e funzionalità abilitate dalla banda larga fissa e mobile».
 
In
Brasile, l’obiettivo è quello di rafforzare il posizionamento di
Telecom in uno dei mercati emergenti più solidi; il piano prevede
inoltre il consolidamento della partecipazione in Telecom Argentina con
il supporto di un partner locale. L’operazione – si precisa nella nota
– non comporterà esborsi finanziari per Telecom Italia.
 
Dopo la pubblicazione del piano, Telecom Italia si è mostrata volatile
a Piazza Affari. I titoli dell’azienda dopo un avvio debole, hanno
virato al rialzo e poi hanno di nuovo ripiegato. Adesso arretrano
dell’1,13% attestandosi a 1,038 euro. Gli analisti, nell’attesa di
avere maggiori dettagli nel corso della conferenza di presentazione del
piano, hanno espresso commenti a caldo positivi. Viene vista con favore
la riduzione del personale, che dovrebbe migliorare l’andamento dei
costi dell’azienda.
 
Fonti: Ansa, Corriere Economia
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