Riportiamo di seguito l’appello con in calce il link alla petizione che chiede le dimissioni del rettore e l’annullamento dell’ultima seduta del cda dove si è approvato il bilancio previsionale 2009, in un rettorato militarizzato e con l’espulsione forzata di un rappresentante degli studenti:
Dopo più di due mesi di mobilitazione in cui le istituzioni universitarie hanno espresso pubblicamente la loro vicinanza al movimento in un fronte comune di opposizione alla legge 133 per la difesa dell’università pubblica, il 26 novembre 2008 l’università di Pisa ha approvato in una seduta del suo Consiglio di Amministrazione (CDA) il bilancio 2009.
In un clima di emergenza finanziaria del nostro Ateneo, a fronte di una volontà generalizzata di partecipazione diretta ai processi decisionali da parte di studenti, dottorandi, ricercatori e tecnici amministrativi, durante il Senato Accademico del 11 novembre 2008 è stato richiesto e ottenuto l’impegno del rettore Marco Pasquali per organizzare discussioni pubbliche in varie Facoltà dell’Ateneo preliminarmente alla discussione in CDA. Nonostante l’impegno tali iniziative sono venute a mancare e, per contro, sostituite da un assemblea d’Ateneo convocata dal Tavolo Bilancio di Università 2.0, in cui più di quattrocento partecipanti hanno potuto comprendere la manovra finanziaria pluriennale che il Cda avrebbe votato il giorno seguente.
Il rifiuto di ogni discussione aperta e partecipata da parte del rettore Pasquali si è concretizzato nella militarizzazione della zona del rettorato durante la seduta del CDA, con la chiusura dell’ingresso di Palazzo alla Giornata, con i reparti della celere all’esterno di Palazzo Vitelli e agenti della digos all’interno e all’esterno dei palazzi. Il culmine si è raggiunto con l’espulsione di un rappresentante degli studenti da parte di agenti della digos, dopo che il rettore aveva messo a votazione il suo allontanamento e nell’aggressione di alcuni manifestanti che a mani alzate cercavano di raggiungere la sala del CDA.
Questi fatti sono un’innegabile violazione del regolamento delle sedute del CDA e dei basilari principi che animano la democrazia.
Per questo chiediamo:
Una condanna di tutta la cittadinanza verso questa scelta politica che, al dialogo e al confronto, privilegia la chiusura e la repressione;
L’annullamento del consiglio di amministrazione sul bilancio.
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