Che le cose al Corriere di Livorno non andassero bene, lo si sapeva da tempo. Secondo voci di corridoio, il direttore Emiliano Liuzzi e il caporedattore Gabriele Masiero non godrebbero più della fiducia dell’editore, Cristiano Lucarelli: da qui la decisione dell’ex bandiera amaranto di inserire recentemente, nello staff redazionale, una sorta di supervisore, l’ex direttore di Tuttosport, Giancarlo Padovan. E poi l’irrisolto problema delle poche copie vendute, meno di un terzo di quanto preventivato da Lucarelli prima di uscire in edicola.
Per non parlare dell’annosa questione dei contratti e dei compensi per redattori e collaboratori, che per alcuni di essi restano ancora un miraggio.
Ed ecco che la redazione si è nettamente spaccata a metà al termine di un’assemblea caldissima. Da una parte direttore e caporedattore, il grafico, un redattore e una collaboratrice. Dall’altra… tutti gli altri. I primi, con un atto coraggioso e clamoroso, hanno deciso di proclamare uno sciopero a partire da domani per la durata di ben dieci giorni, proclamato dall’assemblea dei redattori convocata d’urgenza la scorsa notte con inizio alle 24 che – si legge nella nota – "è stato indetto come risposta alle azioni con le quali l’Adriano Sisto Editore, che ha come finanziatore il calciatore Cristiano Lucarelli, sta mirando sistematicamente a stravolgere la natura e i principi del lavoro giornalistico oltre che dei diritti dei lavoratori, rimasti al di fuori di ogni scelta aziendale".
Nella nota, i redattori del quotidiano fanno accenno a "una situazione di incertezza e di precarietà acuita da un clima di tensione creato all’interno della redazione da parte dell’azienda che ha fatto leva su presunte irregolarità mai avvenute. Tutto con l’unico obiettivo di dividere il gruppo di lavoro che, con sacrifici e professionalità – conclude il testo – ha costruito un giornale diventato ben presto una voce significativa per il pluralismo dell’informazione nella città di Livorno".
Non sappiamo pertanto se il giornale, con una redazione ridotta ai minimi termini (che già faceva i salti mortali) riuscirà ad uscire regolarmente in edicola.
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La redazione di Senza Soste esprime la propria piena solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori del Corriere di Livorno. E’ cominciato un lungo periodo di recessione economica e, proprio per questo, nessun posto di lavoro deve essere perso. L’attacco ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori si fa tanto più pesante nel momento in cui si va a toccare un settore, quello dell’informazione, che è vitale per gli equilibri economici e politici della città. Non ci sfuggivano i problemi di inquadramento sindacale, e di organizzazione del lavoro, presenti al Corriere di Livorno. Speravamo però che la proclamata diversità dell’editore del Corriere si traducesse in un diverso modello di relazioni sindacali e di inquadramento contrattuale. Non è stato così e tutto questo assume sfumature ancora più gravi in una città che è candidata a pagare gli effetti della crisi più gravemente che altrove.
Nel rinnovare la nostra solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori del Corriere di Livorno, invitiamo la sinistra livornese a sostenere la loro lotta che troverà sicuramente il nostro convinto supporto.
La redazione di Senza Soste
5 dicembre 2008 (ultimo aggiornamento, 6 dicembre 2008 ore 2:30)
Fonte: SenzaSoste.it