Asilo: nel 2007 accolte più di 6.000 persone, ma le domande sono già 26.000

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Nel 2007 il Sistema di protezione, finanziato dal Fondo Nazionale per
le politiche ed i servizi dell’Asilo, ha accolto 6.284 tra richiedenti
asilo e rifugiati.

In occasione della presentazione del ’’Rapporto annuale del Sistema di
protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Anno 2007/2008’’ curato
da ANCI e Servizio Centrale del Sistema di Protezione per richiedenti
asilo e rifugiati, sono stati resi pubblici i dati relativi all’asilo
in Italia, con la presenza di esponenti del Ministero e delle maggiori
organizzazioni di tutela dei richiedenti asilo.

I dati delle richieste di asilo
Il numero delle domande di asilo presentate nel 2008, dato ancora
parziale, mette in luce un notevole aumento delle domande. «Nel 1987 –
ha detto il sottosegretario Alfredo Mantovano intervenuto alla
presentazione a Roma del Rapporto – gli immigrati presenti sul nostro
territorio erano 500mila, nel 1997 sono raddoppiati, passando a circa
un milione di unità, oggi sono circa tre milioni e mezzo.


Il numero dei richiedenti asilo dal 2005 ad oggi è quasi triplicato,
passando da 9.346 a 26.898 domande pervenute al mese di novembre di
quest’anno. Negli ultimi mesi – ha sottolineato Mantovano – si è
verificata una crescita che ha assunto proporzioni mai viste prima e il
fenomeno non è congiunturale, ne dovremo tener conto nei prossimi
decenni».

L’accoglienza nel sistema di protezione (SPRAR)
Nel 2007 il Sistema di protezione, finanziato dal Fondo Nazionale per
le politiche ed i servizi dell’Asilo, ha accolto 6.284 tra richiedenti
asilo e rifugiati.
I posti disponibili nel 2007 erano 2.411 finanziati dal Fondo Nazionale
Asilo. Ulteriori 630 posti sono stati messi a disposizione dagli enti
locali con risorse straordinarie.
Non sono ancora disponibili le graduatorie del bando per il 2009-2010
che prevedere la disponibilità massimo di posti aumentata a 3000.


Le persone accolte lo scorso anno sono state soprattutto di sesso
maschile (73%), di età compresa tra i 18 e i 40 anni (78%) e
provenienti prevalentemente dal continente africano (67%). I principali
paesi di provenienza sono Eritrea, Afghanistan, Etiopia, Costa d’Avorio
e, nuovo paese nella classifica dei principali paesi di fuga, Nigeria.
In seguito alla emanazione della direttiva sui minori stranieri non
accompagnati richiedenti asilo si registra l’aumento del 600% della
presenza dei minori richiedenti asilo nello SPRAR, rispetto all’anno
precedente.


Il sistema, nato nel 2001 come Programma Nazionale Asilo su forte
spinta del terzo settore e delle organizzazioni di tutela dei
richiedenti asilo, opera, da quando è stata formalizzata la sua
esistenza dalla legge n. 189/2002, grazie ad una sinergia tra enti
locali e terzo settore: sono 104 i progetti territoriali, realizzati da
95 enti locali (88 comuni, 5 province e 2 unioni di comuni), in
collaborazione con oltre 100 realtà del volontariato e terzo settore.
Il rapporto, oltre a fornire dati statistici su Italia ed Europa, dà
voce anche ad alcune esperienze della rete dei progetti di accoglienza.
“Oltre a fornire dati e statistiche, abbiamo voluto raccontare lo Sprar
anche attraverso la voce dei diretti protagonisti, rifugiati,
operatori, enti locali, enti del terzo settore, di cui abbiamo raccolto
osservazioni e valutazioni”, commenta Daniela Di Capua, direttrice del
Servizio centrale.

Per far fronte all’emergenza degli sbarchi i centri di accoglienza e le
diverse tipologie di centri si sono moltiplicate: Centri di primo
soccorso, come a Lampedusa, i Centri polifunzionali delle aree
metropolitane (Roma e Milano), CARA (Centri di Accoglienza per
Richiedenti Asilo) e CIE (Centri Identificazione ed Espulsione).
I centri non sono gestiti con linee guida uniformi e standard di
accoglienza e tutela simili a quelli ai quali si devono attenere i
gestori dei progetti nello SPRAR, questa la maggiore criticità di
quello che è difficile definire un “sistema di accoglienza”, diverso
per standard, ma anche per la stessa libertà di movimento delle persone
accolte o trattenute nei centri.

«È fondamentale – ha detto Fabio Sturani, sindaco di Ancona e
vicepresidente dell’Anci – collegare il Sistema di protezione ai centri
governativi di prima accoglienza. Dobbiamo seguire ogni strada per
consolidare un sistema di asilo che sia unico, in grado di seguire ogni
richiedente protezione dall’arrivo in Italia fino alla sua definizione
del suo percorso di integrazione, passando per un’accoglienza di
qualità che corrisponda a standard uniformi».

Difficile immaginare come, visto che, nel corso della
presentazione del rapporto, sono stati annunciati tagli al Fondo
Nazionale Asilo per i prossimi anni fino ad arrivare ad una riduzione
di più del 40% nel 2011.

(meltingpot.org)

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