riportiamo di seguito il comunicato stampa dei ricercatori precari Pisa:
ATENEI, REGIONE TOSCANA, FONDAZIONI, TAVOLI DI CONFRONTO: QUALE FUTURO PER L’UNIVERSITÁ PUBBLICA?
I ricercatori precari dell’Università di Pisa hanno inviato al Rettore Pasquali una lettera nella quale si sollecita la convocazione del Tavolo di Confronto Ateneo – Ricercatori Precari. La convocazione, secondo quanto stabilito nella prima riunione di tale Tavolo (lo scorso 17 dicembre), sarebbe dovuta avvenire nella seconda metà del mese di gennaio. La richiesta dei precari arriva a meno di una settimana dall’importante incontro tenutosi la scorsa settimana con il Presidente Martini e l’Assessore all’Università Baronti in merito alla trasformazione degli atenei in Fondazioni. Appare quindi fondamentale proseguire il confronto anche con le autorità accademiche pisane, tra l’altro anche per prendere atto della loro posizione al riguardo.
La Regione Toscana ha infatti ascoltato le proteste dei ricercatori precari ed ha accantonato l’ipotesi di trasformare in Fondazioni i tre atenei toscani. Giovedì scorso a Firenze Martini e Baronti hanno convocato un importante incontro con gli studenti e i ricercatori precari delle Università di Firenze, Pisa e Siena. All’ordine del giorno un confronto sui possibili interventi da adottare da parte della Regione per contribuire a scongiurare che le Università toscane si ritrovino in una situazione di profonda crisi finanziaria come quella attuale.
In precedenti incontri gli stessi Martini e Baronti avevano rivelato che la soluzione della trasformazione in fondazioni era entrata in discussione all’interno della Giunta, chiedendo un nostro parere. In risposta i ricercatori precari toscani hanno definitivamente ribadito il loro no all’ipotesi delle fondazioni, ritenendole l’anticamera della privatizzazione del sistema universitario e una devastante minaccia al principio costituzionale dell’autonomia della ricerca scientifica universitaria. Martini ha promesso che le fondazioni non si faranno, e ha rinviato ogni successiva mossa al dibattito sul sistema universitario regionale previsto per i prossimi 10 e 11 febbraio.
La Regione ha quindi dimostrato la capacità e la volontà di ascoltare la voce dei soggetti che ancora non hanno una adeguata rappresentanza all’interno delle nostre università, e soprattutto ha riconosciuto implicitamente che qualunque ipotesi di riforma del sistema non potrà avvenire senza un vero confronto con le categorie più vitali e sane del mondo universitario: i ricercatori precari e gli studenti, che non hanno nessuna responsabilità rispetto agli errori del passato e rappresentano il futuro stesso della nostra università. Un futuro più giusto ed efficiente va costruito partendo da un dialogo con loro.
Ci auguriamo che il Presidente Martini continui in questo percorso di coinvolgimento, cominciando anche ad ascoltare le nostre richieste e le nostre rivendicazioni. La prima richiesta è svincolare i fondi regionali per la ricerca dal condizionamento degli atenei: come richiede abitualmente l’Unione Europea, i finanziamenti devono essere diretti ai singoli ricercatori, e non alle strutture che li ospitano, di modo che gli stessi ricercatori precari non siano sottoposti a nessun tipo di ricatto e vengano davvero riconosciuti per la loro alta dignità e qualificazione scientifica.
Speriamo infine che la strada del dialogo prevalga anche nel nostro Ateneo: a dicembre il Rettore Pasquali ha convocato per la prima volta nella storia dell’Università di Pisa un Tavolo di confronto con i ricercatori precari impegnandosi a convocare una seconda riunione entro la fine di gennaio. Ieri è stata dunque inviata alla Segreteria del Rettore una lettera di sollecito per la convocazione di un nuovo incontro. Stiamo perciò aspettando che tale impegno venga rispettato e ci auguriamo che il Rettore non si voglia distinguere "in negativo" rispetto alle importanti novità che provengono dalla massima istituzione politica regionale.
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