Venerdì 6 marzo è andato in scena sul palco del Caracol il duo piemontese dei Uochi Toki. Se quando sentite parlare di Hip Hop vi vengono in mente solo 50 cent, catene d’oro e parolacce, e quando sentite parlare di Hip Hop italiano vi vengono in mente queste stesse cose più le parole “imitazione” e “scimmiottamento”, il concerto di venerdì vi avrebbe di certo sorpreso. Da anni (dal 2002 per la precisione) il duo di Alessandria esplora le possibilità di un genere che è tutto tranne che uniforme, portando avanti un sound lontano anniluce dai clichè sopra menzionati. Quella dei Uochi Toki è musica cerebrale, fatta di basi abrasive che mischiano sapientemente suoni di videogame (sul palco spunta addirittura un nintendo ds…), basi industrial e pezzi strumentali passando da un beat pseudo-hip-hop ad un pezzo DooM che per esplicita dichiarazione del gruppo richiama gli Ovo. Ma ciò che colpisce ancor di più è una cura dei testi che incanta: la maggior parte dei presenti pende letteralmente dalle labbra di Napo, che propone il nuovo lavoro del gruppo, Libro Audio. Quella dei Uochi Toki, come suggerisce anche il titolo del nuovo disco, non è musica che si balla, ma che si ascolta, anzi, si legge: Libro Audio è un concept album fatto di « 12 tracce, 60 minuti, 36 personaggi ». Immagini, suggestioni, atmosfere, ricordi, si incrociano e si mescolano nelle parole che si stampano decise su ritmiche ancor più decise. Pregiudizi, luoghi comuni, stereotipi diffusi sono i principali bersagli del gruppo, che non si nega a tratti la libertà di predicare. La sfida si gioca tutta sul sottile confine tra l’ironia e la pedanteria, tra la presa in giro (in primis di se stessi) e l’arringa moralista, tra la battuta e il sermone. Secondo il sottoscritto, il risultato è una netta vittoria.
Vince anche il Circolo Caracol, che dimostra ancora una volta come sia possibile proporre ottima musica a prezzi irrisori.
Jules Bonnot