Viale Mazzini ha deciso. Santoro dovrà riparare, Vauro Senesi, il
vignettista del Manifesto e ospite fisso della trasmissione AnnoZero è
sospeso perché una sua vignetta avrebbe offeso le vittime e chi le
piange. E’ quel che esce dalla riunione di oggi alla Rai, dopo le
polemiche seguite alla puntata di AnnoZero della scorsa settimana sul
terremoto in Abruzzo.
Santoro, dalla prossima puntata (cioè domani), dovrà "attivare i
necessari e doverosi riequilibri informativi specificatamente in ordine
ai servizi andati in onda dall’Abruzzo". Vauro, per ora, è sospeso solo
per una puntata. Poi, la vicenda sarà affrontata mercoledì prossimo dal
consiglio d’amministrazione della Rai.La vignetta di Vauro che ha
motivato il provvedimento di sospensione è quella in cui si parla di
"Aumento delle cubature. Dei cimiteri", giudicata "gravemente lesiva
dei sentimenti di pietà dei defunti e in contrasto con i doveri e la
missione del servizio pubblico".
Un’opposizione consumatasi da un un decennio e mezzo nella guerra ad
personam contro Silvio Berlsuconi, individuato come incarnazione di
tutti i mali italici, e nella sopravvalutazione dei suoi poteri di
controllo assoluto sull’apparato di produzione mediatico, proprio
oggi, quando Berlusconi sta realmente concentrando una parte
considerevole del suo sforzo politico nell’omogeneizzazione
dell’informazione, l’opposizione abbandona la battaglia che l’ha
segnata e impoverita tanto a lungo (senza che questa ossessione – oggi
un po’ dimenticata – costituisse anticipazione o previsione di
tendenza).
Oggettivamente Berlusconi raccoglie oggi (anche e soprattutto grazie al
protagonismo mediatico nazional-popolare giocato sul terremoto) un
consenso molto forte. Non contento, sapendo di avere di fronte il nulla
(in termini di politica istituzionale) pretende una compartimentazione
rigida e allineata di quel poco che si scosta dalla versione ufficiale
a livello di giornalismo televisivo (quello che conta e fa i numeri nel
nostro paese).
Ben lungi dall’idolatrare Santoro come campione di un’informazione
comunque stereotipata e ben codificata nei registri e nei toni, bisogna
comunque riconoscergli il merito – a quel livello di produzione della
merce-informazione-spettacolo – di saper metter il dito dove fa male e
turbare i sonni altrimenti tranquilli di chi governa (dalla Palestina
all’Abruzzo terremotato).
Santoro è oggi il contraltare "a sinistra" del populismo su cui hanno
costruito il loro consenso negli ultimi 15 anni Berlusconi e Lega Nord.
Il problema è che nel panorama politico-mediatico odierno Santoro
gioca un ruolo di rottura del galateo e delle buone maniere, sfondando
così su un registro che paga, quello della rappresentazione di un
malcontento e insoddisfazione popolari molto radicati (non solo a
sinistra).
Un problema perché ben di altro avremo bisogno… Intanto però, quello
c’è e se riesce a dare tanto fastidio (per quanto temporaneo e
limitato) questo è in qualche modo segnale di una precarietà profonda e
avvertita di quello stesso consenso di cui Berlsuconi e governo vanno
compiacendosi quotidianamente.
(fonte: Infoaut.org)