Ieri mattina c’è stata l’udienza che ha visto, o meglio avrebbe dovuto vedere, il confronto tra Rebeldia e gli avvocati della Cpt. Dopo la grande manifestazione che ha visto scendere in piazza tutta quella parte di città che è contraria al tentativo di allontanare Rebeldia dalla sede in cui attualmente si trova, la parola passa agli avvocati.
Riportiamo di seguito il comunicato scritto da Rebeldia:
J. Bonnot
Non era il Progetto Rebeldìa a vivere una allucinazione, ma l’assessore
Cerri
a dire l’ennesima bugia e falsità, in linea con quanto fa ormai da mesi il
Comune di Pisa.
L’assessore ha negato a mezzo stampa il fatto che fossimo sotto sfratto,
ebbene oggi alle ore 10 presso il Tribunale di Pisa si è svolta
l’udienza con
giudice ed avvocati, sulla base del ricorso della Cpt per il nostro
sfratto da
via Battisti.
Questa è la verità.
Il dato politico è l’irresponsabilità del Comune e della Provincia di Pisa,
in quanto azionisti di maggioranza (non la Provincia, ma i Comuni di cui è
composta) della Cpt, che stanno provando in ogni modo a trasformare una
questione sociale in un problema di ordine pubblico.
I nostri appelli per un incontro con la Cpt per il ritiro del ricorso e per
una riconvocazione del tavolo tecnico, come sottoscritto da tutti gli
enti in
un documento congiunto del 10 dicembre 2008, sono caduti nel vuoto. Il 13
giugno migliaia di persone sono anche scese in piazza pacificamente e
democraticamente contro lo sfratto e per la ripresa di un dialogo che il
Comune
sta in maniera unilaterale chiudendo. I nostri amministratori stanno
facendo
finta che questo grandissimo pezzo di città non esista.
Le responsabilità della politica sono ancora più gravi ed evidenti visto
anche l’atteggiamento tenuto dalla Cpt nell’udienza di oggi. Il Giudice
togato
titolare della causa era il Dott. Tocci il quale è stato sostituito
(solo per
questa udienza) dalla Dott.ssa Arnaldi, un GOA (giudice onorario).
L’indicazione del dott. Tocci era quella di disporre rinvii al 4.2.2010.
All’udienza era presente per la Cpt l’Avv. Alberto Giovannelli (nonché due
esponenti della Cpt stessa), che a fronte dell’intenzione della Dott.ssa
Arnaldi di rinviare al prossimo anno, ha fatto presente oralmente di
aver già
anticipato la settimana scorsa al Dott. Tocci l’esigenza della Cpt di
ottenere
un provvedimento con urgenza, anche derogando alla ordinaria tempistica del
procedimento civile.
La Dott.ssa Arnaldi non ha quindi deciso di rinviare bensì ha chiesto
all’avv. Giovannelli di mettere a verbale il suo incontro con il giudice
e poi
ha rimesso al Dott. Tocci ogni decisione.
Si prova quindi a cancellare ancora una volta la trattativa in corso fra
Rebeldia, il Comune, la Provincia, l’Università e il Diritto allo
Studio. La
Cpt, incontrando il giudice prima dell’udienza, decide unilateralmente di
evitare in ogni modo l’apertura di un’istruttoria e quindi il confronto
e anche
una eventuale conciliazione.
Da parte nostra ci difenderemo da questa ennesima aggressione con tutti
i mezzi legali e politici di cui
disponiamo.
Indipendentemente da qualsiasi tribunale siamo e saremo in via Battisti
fino
a quando non vi sarà una soluzione unitaria per tutte le attività del
Progetto
Rebeldìa, secondo gli impegni che le stesse amministrazioni avevano preso.
Sono mesi che chiediamo la convocazione del tavolo tecnico per studiare e
discutere di proposte concrete, e noi ne abbiamo diverse, ma ad oggi a
fronte
di questa richiesta le risposte sono state minacce per "convincerci" a
non scendere in piazza
e i tribunali: non crediamo
che questo sia un modo di gestire la città, i suoi conflitti, e le risorse
sociali e culturali che qui esistono.
Cerri
a dire l’ennesima bugia e falsità, in linea con quanto fa ormai da mesi il
Comune di Pisa.
L’assessore ha negato a mezzo stampa il fatto che fossimo sotto sfratto,
ebbene oggi alle ore 10 presso il Tribunale di Pisa si è svolta
l’udienza con
giudice ed avvocati, sulla base del ricorso della Cpt per il nostro
sfratto da
via Battisti.
Questa è la verità.
Il dato politico è l’irresponsabilità del Comune e della Provincia di Pisa,
in quanto azionisti di maggioranza (non la Provincia, ma i Comuni di cui è
composta) della Cpt, che stanno provando in ogni modo a trasformare una
questione sociale in un problema di ordine pubblico.
I nostri appelli per un incontro con la Cpt per il ritiro del ricorso e per
una riconvocazione del tavolo tecnico, come sottoscritto da tutti gli
enti in
un documento congiunto del 10 dicembre 2008, sono caduti nel vuoto. Il 13
giugno migliaia di persone sono anche scese in piazza pacificamente e
democraticamente contro lo sfratto e per la ripresa di un dialogo che il
Comune
sta in maniera unilaterale chiudendo. I nostri amministratori stanno
facendo
finta che questo grandissimo pezzo di città non esista.
Le responsabilità della politica sono ancora più gravi ed evidenti visto
anche l’atteggiamento tenuto dalla Cpt nell’udienza di oggi. Il Giudice
togato
titolare della causa era il Dott. Tocci il quale è stato sostituito
(solo per
questa udienza) dalla Dott.ssa Arnaldi, un GOA (giudice onorario).
L’indicazione del dott. Tocci era quella di disporre rinvii al 4.2.2010.
All’udienza era presente per la Cpt l’Avv. Alberto Giovannelli (nonché due
esponenti della Cpt stessa), che a fronte dell’intenzione della Dott.ssa
Arnaldi di rinviare al prossimo anno, ha fatto presente oralmente di
aver già
anticipato la settimana scorsa al Dott. Tocci l’esigenza della Cpt di
ottenere
un provvedimento con urgenza, anche derogando alla ordinaria tempistica del
procedimento civile.
La Dott.ssa Arnaldi non ha quindi deciso di rinviare bensì ha chiesto
all’avv. Giovannelli di mettere a verbale il suo incontro con il giudice
e poi
ha rimesso al Dott. Tocci ogni decisione.
Si prova quindi a cancellare ancora una volta la trattativa in corso fra
Rebeldia, il Comune, la Provincia, l’Università e il Diritto allo
Studio. La
Cpt, incontrando il giudice prima dell’udienza, decide unilateralmente di
evitare in ogni modo l’apertura di un’istruttoria e quindi il confronto
e anche
una eventuale conciliazione.
Da parte nostra ci difenderemo da questa ennesima aggressione con tutti
i mezzi legali e politici di cui
disponiamo.
Indipendentemente da qualsiasi tribunale siamo e saremo in via Battisti
fino
a quando non vi sarà una soluzione unitaria per tutte le attività del
Progetto
Rebeldìa, secondo gli impegni che le stesse amministrazioni avevano preso.
Sono mesi che chiediamo la convocazione del tavolo tecnico per studiare e
discutere di proposte concrete, e noi ne abbiamo diverse, ma ad oggi a
fronte
di questa richiesta le risposte sono state minacce per "convincerci" a
non scendere in piazza
e i tribunali: non crediamo
che questo sia un modo di gestire la città, i suoi conflitti, e le risorse
sociali e culturali che qui esistono.
Articoli correlati: