Inaugurato il giardino di filosofia e storia, contestazione da parte di studenti e precari

Pisa_ Ieri, si è tenuta l’inaugurazione del nuovo giardino della biblioteca di filosofia e storia, situato in piazza Torricelli.
L’evento era organizzato per presentare alla città quella che è stata definita un’opera d’arte e che è costata all’ateneo pisano 450.000 euro.
I precari e gli studenti dell’assemblea per la salvaguardia delle biblioteche, che ormai da diversi mesi sono attivi in città, hanno deciso di prendere parte all’iniziativa per contestare l’ingente spesa a fronte dei recenti tagli al sistema bibliotecario. L’ateneo pisano ha infatti decurtato i fondi per le biblioteche d’ateneo di ben 250.000mila euro, e proprio in queste ultime settimane si sta attrezzando per l’attivazione di contratti gratuiti di docenza affidati ai precari per il prossimo anno.
A fronte di tutto questo, nel caldo pomeriggio di ieri alcuni docenti, appositamente chiamati, illustravano l’importanza che da sempre i giardini ricoprono nella cultura di tutte le società, dalle più antiche alle più moderne, come luoghi di studio e di riflessione. Il nuovo "lucus amoenus" appena realizzato manca però di tavoli per la lettura o di semplici panchine, ed è privo, almeno per ora di alberi che garantiscano un po’ d’ombra. È invece caratterizzato dalla presenza di alcune sculture metalliche che attirano il calore tanto da risultare inavvicinabili nei momenti più caldi della giornata, anche il gazebo è realizzato con il medesimo materiale,ciliegina sulla torta è una bella colata di cemento che copre parte dello spazio.

Inoltre non sappiamo con quali fondi si provvederà alla manutenzione del giardino. Se non ci sono soldi per rinnovare i contratti di catalogazione, se non ci sono soldi per pagare le ore di insegnamento svolte dai precari, se non ci sono soldi da destinare alle biblioteche, chi pagherà? Tant’è che il giorno prima dell’inaugurazione le stesse bibliotecarie si sono messe di buona lena a tagliare il prato diventato ormai una foresta, sapendo dall’ufficio tecnico che per la manutenzione di quel giardino sono in lista per il 2010.
Sembra che i fondi, da cui hanno preso i soldi per tale giardino, fossero vincolati all’edilizia universitaria, solo che all’intenro degli investimenti edilizi dell’Ateno quel giardino costato così tanto non sembra essere una scelta tanto razionale, insomma non si poteva investire quei soldi in maniera migliore?


Al di là del valore artistico di tale opera c’è da chiedersi con quale criterio esso sia stato pensato come giardino di un biblioteca, sembrando più adatto ad ospitare qualche cerimonia che ad essere adibito a luogo di studio o di semplice confronto e riflessione… Tornando all’inaugurazione, dopo il primo intervento della professoressa Luttazzi , hanno chiesto di intervenire gli studenti dell’assemblea per la difesa delle biblioteche, nonostante le resistenze del prof. Ronzani, gli studenti sono riusciti ad avere la parola e ad intervenire sottolineando appunto l’assurdo paradosso del costruire un nuovo e “prezioso”giardino per una biblioteca mentre si uccide la biblioteca stessa.

È stato fatto riferimento oltre al taglio del sistema centrale anche all’azzeramento dei fondi per la biblioteca di filosofia e storia da parte della stessa facoltà di lettere. È stata inoltre sottolineata la mancanza di razionalità di alcune scelte che caratterizza tutta la politica del nostro ateneo incapace di gestire il suo patrimonio e pronto a distruggere questa università della fondamenta, colpendo direttamente le biblioteche e la didattica ovvero il cuore della ricerca e dello studio.
Viene da chiedersi come proprio in un momento di forte crisi, invece che cercare di investire sulla sostanza, mirando a rinsaldare le fondamenta di questa università, si punti tutto sulle apparenze, creando un luogo idilliaco dove ci si può dimenticare che forse domani non avremo più libri su cui studiare.
Cercate di non dimenticare che le apparenze ingannano.

Leila per Aut-Aut

Di seguito riportiamo il volantino distribuito dall’assemblea per la salvaguardia delle biblioteche:

QUATTROCENTOVENTICINQUEMILA EURO PER UN GIARDINO… E INTANTO SI TAGLIA SU BIBLIOTECHE E PRECARI

Quattrocentoventicinquemila euro sarebbe già una bella cifra in tempi normali, ma in tempi di crisi e di tagli come quelli che stiamo vivendo nel nostro ateneo rischia di diventare uno scandalo.

Quella che abbiamo sotto gli occhi è una rovente isola di cemento e (poca) erba che allontana invece che accogliere chi frequenta la biblioteca. Ben pochi infatti sono gli spazi d’ombra, ma soprattutto ancora meno sono le panchine e del tutto assenti i tavoli. Dove appoggeranno i loro libri i malcapitati studiosi? E, ancor di più, come si potrà mantenere in buono stato il giardino, visto che non sono previste risorse per la manutenzione?

La nostra contrarietà ad una spesa così ingente non è però motivata semplicemente dalla sua scarsa “razionalità” e dagli evidenti sprechi. Questa scelta a nostro parere grida vendetta proprio per il contesto nel quale è stata presa. Per il giardino, infatti, si spendono quattrocentoventicinquemila euro mentre il sistema bibliotecario viene decurtato di ben duecentocinquantamila euro. Contemporaneamente, la Facoltà interessata, Lettere e Filosofia, ha già deciso di azzerare il finanziamento alle biblioteche e di ridurre di trentamila euro la dotazione della biblioteca che ospita il nuovo giardino. Meno soldi quindi peggior servizio, anche perché si taglierà sull’indispensabile contributo dei lavoratori delle cooperative, già pesantemente precarizzati (max 600 euro per 10 mesi su 12). Intanto, tornando all’ateneo, per una presunta mancanza di fondi si annuncia che si ricorrerà in maniera sistematica al lavoro gratuito, i surreali e indecenti contratti di docenza non retribuiti.

Di fronte a questa rapida carrellata di clamorose contraddizioni denunciamo ancora una volta che chi governa il nostro ateneo sta costruendo un’università sempre più fragile e sempre più lontana dalla sua vocazione di servizio pubblico di alta qualità. Dietro una sottile mano di vernice, fatta – come in questo caso – di costose e malriuscite operazioni d’immagine, si cerca di nascondere la cruda realtà: si sprecano soldi, viene prosciugata la linfa vitale della ricerca e della cultura universitaria (le biblioteche) e si indebolisce profondamente l’attività didattica, con le inevitabili dannose conseguenze per gli studenti. Pensiamo che questa tendenza si possa ancora invertire e chiediamo con forza che, per cominciare, l’ateneo torni sui suoi passi revocando i tagli e mettendo fuori legge qualunque forma di lavoro non retribuito.

Assemblea per la difesa delle biblioteche dell’Università di Pisa

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