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Quando si parla di ambiente ci si può aspettare di tutto. Anche
che sostanziosi finanziamenti finalizzati all’incentivazione delle fonti
energetiche rinnovabili vengano utilizzati per obiettivi del tutto opposti, ovvero
per incrementare lo smaltimento tramite
combustione di rifiuti urbani, residui di raffinazione e scarto industriale.
È il caso del provvedimento CIP6, una delibera
(n. 6, 29 aprile 1992) del Comitato Interministeriale Prezzi che era stata espressamente indirizzata
a favorire le tecnologie ecocompatibili o non ancora in grado di essere
prodotte a prezzi di mercato. Il CIP6 in pratica stabiliva un aumento del 7%
della bolletta ENEL pagata dai cittadini-utenti: la quota “in più” avrebbe
dovuto facilitare lo sviluppo di tecnologie sostanzialmente derivate da fonti
"verdi". Ma in realtà i fondi stanziati sono stati progressivamente
dirottati (ora siamo a oltre
l’80% dell’incentivo totale) sugli aiuti a produzioni elettriche che con il
verde non hanno nulla a che fare: dalla combustione degli scarti petroliferi
agli inceneritori dei rifiuti. Quei soldi, ironia della sorte, sono cioè utilizzati
per sovvenzionare impianti di incenerimento che bruciano scarti di raffineria e
di lavorazioni industriali, plastica dai rifiuti urbani e molte altre sostanze
inquinanti, che contribuiscono all’incremento delle malattie.
I danni che ne derivano all’utente-cittadino sono quindi di natura
ambientale e sanitaria, oltre che economica. E qui il quadro assume tinte
fosche. L’Italia
è il paese europeo che produce più diossina, e tra le cause l’incenerimento
dei rifiuti è seconda solamente alla presenza di acciaierie. In Italia i tumori
infantili crescono del 2% l’anno, e spesso proprio a causa delle diossine
prodotte da inceneritori
industriali.
Nel 2001 l’Europa ha emanato una direttiva che sanciva l’esclusione
dagli incentivi pubblici per i rifiuti non biodegradabili. L’Italia ha recepito
la direttiva solamente nel 2007, e solo dopo, peraltro, essere stata sottoposta
a una procedura d’infrazione. Basandosi su questo precedente, l’Associazione Diritto al futuro, legata al Movimento
RIFIUTI ZERO, sta promuovendo in tutta Italia una vertenza, mettendo a
disposizione il suo collegio legale ai cittadini-utenti che vogliono richiedere il rimborso del 7% indebitamente
trattenuto dalla bolletta ENEL nel periodo 2001-2007.
Da giovedì 9 luglio a domenica 26 luglio, tutte le sere,
sarà possibile aderire alla vertenza
legale per i rimborsi Cip6 presso il gazebo allestito all’interno della Festa
Provinciale di Liberazione 2009
a Marina di Pisa (mappa).
Per maggiori informazioni visita il sito di Diritto al
Futuro
Desmond G.