Venerdì 18 settembre vernissage al Fuoricentro (Li) dalle ore 18
e poi festa no stop
con spettacoli e concerti.
Cosi come Ulisse tornò a Itaca per ripendersi la
sua isola e la sua Penelope, i giovani livornesi venerdì 18 settembre
torneranno dopo la pausa estiva a ri-vivere il Fuoricentro, lo spazio di
aggregazione giovanile in via Grotta delle Fate, che inaugurerà la mostra
collettiva PENELOPE CONTEMPORARY ART curata da Cristina Olivieri e Angelo
Foschini in collaborazione con Cdcom art project.
e poi festa no stop
con spettacoli e concerti.
Cosi come Ulisse tornò a Itaca per ripendersi la
sua isola e la sua Penelope, i giovani livornesi venerdì 18 settembre
torneranno dopo la pausa estiva a ri-vivere il Fuoricentro, lo spazio di
aggregazione giovanile in via Grotta delle Fate, che inaugurerà la mostra
collettiva PENELOPE CONTEMPORARY ART curata da Cristina Olivieri e Angelo
Foschini in collaborazione con Cdcom art project.
Dieci artisti esploreranno
con i loro diversi linguaggi il mito omerico del Nostos portando nelle sale le
loro opere: pittura, fotografia e video. Tra di loro ad arricchire lo spazio
hanno contribuito con opere site specific Massimo Pasca, Dario Palermo e Paolo
Budassi che si sono cimentati nella decorazione a tecniche miste, dalla pittura
acrilica allo spray, delle pareti del centro.
con i loro diversi linguaggi il mito omerico del Nostos portando nelle sale le
loro opere: pittura, fotografia e video. Tra di loro ad arricchire lo spazio
hanno contribuito con opere site specific Massimo Pasca, Dario Palermo e Paolo
Budassi che si sono cimentati nella decorazione a tecniche miste, dalla pittura
acrilica allo spray, delle pareti del centro.
OPERE SITE SPECIFIC
MASSIMO PASCA
Ha esposto in Italia e all’estero, realizzato numerose
performance di pittura dal vivo dipingendo per collezionisti privati,
istituzioni, centri sociali, cineclub, teatri, musicisti. Dopo gli inizi di
stile surrealista, ricerca per un breve tempo nell’ambito dell’Informale, nel
2003 partecipa a Station to Station alla Stazione Leopolda di Firenze, dove
realizza il suo “Geko Gigante” una tela di tre metri realizzata di getto in
meno di due ore.
Ha esposto in Italia e all’estero, realizzato numerose
performance di pittura dal vivo dipingendo per collezionisti privati,
istituzioni, centri sociali, cineclub, teatri, musicisti. Dopo gli inizi di
stile surrealista, ricerca per un breve tempo nell’ambito dell’Informale, nel
2003 partecipa a Station to Station alla Stazione Leopolda di Firenze, dove
realizza il suo “Geko Gigante” una tela di tre metri realizzata di getto in
meno di due ore.
Nel giugno 2008 gli viene affidata dal Comune di Pisa e da
Caparol Italia, la realizzazione sotto le Logge dei Banchi di un murales di
trenta metri quadri sul quale dipinge un “ossimoro vivente”, un Dinosauro di
circa sei metri. Nel 2009 dipinge sul palco con Negrita (per i quali ha
disegnato la copertina del cd HELLdorado), Piero Pelu’,Bandabardo’,Modena City
Ramblers, realizzando una pittura dal vivo nel giro di poche ore.
E’ inoltre
il cantante e fondatore del gruppo reggae Working Vibes, che ha all’attivo due
album distribuiti dalla Venus, con il quale ha vinto il Premio Campi 2008.
Caparol Italia, la realizzazione sotto le Logge dei Banchi di un murales di
trenta metri quadri sul quale dipinge un “ossimoro vivente”, un Dinosauro di
circa sei metri. Nel 2009 dipinge sul palco con Negrita (per i quali ha
disegnato la copertina del cd HELLdorado), Piero Pelu’,Bandabardo’,Modena City
Ramblers, realizzando una pittura dal vivo nel giro di poche ore.
E’ inoltre
il cantante e fondatore del gruppo reggae Working Vibes, che ha all’attivo due
album distribuiti dalla Venus, con il quale ha vinto il Premio Campi 2008.
PAOLO BUDASSI
Nasce a Pontedera nel 1982. Frequenta il biennio dell’istituto
d’arte F.Russoli di Pisa per proseguire il suo percorso artistico da
autodidatta.
Sin dall’adolescenza coltiva l’interesse per il graffitismo
urbano, genere che ha ampiamente influenzato il suo modo di dipingere, che si
fa a volte rude ed immediato, seguendo la tendenza, tipica di certi tipi di
figurazione come quella degli writers, a suscitare un certo impatto visivo ed
immediato nello spettatore che solitamente fruisce velocemente di questo tipo
di opere, a discapito della precisione del tratto e della tecnica.
Centrale
nella sua esperienza artistica è la ricerca continua di nuovi supporti su cui
dipingere, spaziando tra i più tradizionali come carta e tela a supporti
occasionali come mobili, mura, treni.
Attualmente vive e lavora a Livorno.
Nasce a Pontedera nel 1982. Frequenta il biennio dell’istituto
d’arte F.Russoli di Pisa per proseguire il suo percorso artistico da
autodidatta.
Sin dall’adolescenza coltiva l’interesse per il graffitismo
urbano, genere che ha ampiamente influenzato il suo modo di dipingere, che si
fa a volte rude ed immediato, seguendo la tendenza, tipica di certi tipi di
figurazione come quella degli writers, a suscitare un certo impatto visivo ed
immediato nello spettatore che solitamente fruisce velocemente di questo tipo
di opere, a discapito della precisione del tratto e della tecnica.
Centrale
nella sua esperienza artistica è la ricerca continua di nuovi supporti su cui
dipingere, spaziando tra i più tradizionali come carta e tela a supporti
occasionali come mobili, mura, treni.
Attualmente vive e lavora a Livorno.
DARIO PALERMO
Nasce a Lecce nel 1982. Diplomato in grafica pubblicitaria
arriva alla pittura dopo essersi dedicato al graffitismo, esperienza che lo ha
influenzato nella ricerca di uno stile in cui parole e immagine si fondono,
così come nell’utilizzo di una colarazione e di una figurazione urbana che si
ben si sposa con location underground, con le gettate di cemento tipiche dei
nuovi centri cittadini piuttosto che con sterili stanze di musei e centri
espositivi.
Centrale nella sua opera è la ricerca di dinamismo in ogni sua
forma pittorica che lo porta a sperimentare l’utilizzo di diversi tipi di
supporti, convenzionali come le tele o le tavole in legno, e non convenzionali
come le tavole da skate, e di tecniche fino ad approdare alla bodyart.
Attualmente vive e lavora a Livorno.
Nasce a Lecce nel 1982. Diplomato in grafica pubblicitaria
arriva alla pittura dopo essersi dedicato al graffitismo, esperienza che lo ha
influenzato nella ricerca di uno stile in cui parole e immagine si fondono,
così come nell’utilizzo di una colarazione e di una figurazione urbana che si
ben si sposa con location underground, con le gettate di cemento tipiche dei
nuovi centri cittadini piuttosto che con sterili stanze di musei e centri
espositivi.
Centrale nella sua opera è la ricerca di dinamismo in ogni sua
forma pittorica che lo porta a sperimentare l’utilizzo di diversi tipi di
supporti, convenzionali come le tele o le tavole in legno, e non convenzionali
come le tavole da skate, e di tecniche fino ad approdare alla bodyart.
Attualmente vive e lavora a Livorno.
IN MOSTRA FINO AL 16 OTTOBRE:
CLAUDIO BIMBI
E’ nato a Livorno nel ’71, dove vive e lavora. Diplomato presso
il Liceo Artistico Statale di Lucca e in seguito diplomato presso l’Accademia
di Belle Arti di Firenze in scenografia. Oltre a dedicarsi alla pittura, alle
fotomanipolazioni e alle sculture bioplastiche, ha scritto il romanzo
“Confessioni di uno scrittore impazzito e del suo dottore”, pubblicato nel 2004
da Edizioni Clandestine e distribuito in tutta Italia nel circuito delle
librerie Feltrinelli.
Nelle più recenti e nuove opere tridimensionali Claudio
Bimbi utilizza calchi, stampi, resine biocomponenti affiancate a materiali di
uso quotidiano come come piatti, sassi, bicchieri, taglieri e persino materiali
organici come i gusci delle uova.
E’ nato a Livorno nel ’71, dove vive e lavora. Diplomato presso
il Liceo Artistico Statale di Lucca e in seguito diplomato presso l’Accademia
di Belle Arti di Firenze in scenografia. Oltre a dedicarsi alla pittura, alle
fotomanipolazioni e alle sculture bioplastiche, ha scritto il romanzo
“Confessioni di uno scrittore impazzito e del suo dottore”, pubblicato nel 2004
da Edizioni Clandestine e distribuito in tutta Italia nel circuito delle
librerie Feltrinelli.
Nelle più recenti e nuove opere tridimensionali Claudio
Bimbi utilizza calchi, stampi, resine biocomponenti affiancate a materiali di
uso quotidiano come come piatti, sassi, bicchieri, taglieri e persino materiali
organici come i gusci delle uova.
Le opere propendono versi l’osservatore, lo
incontrano occupando uno spazio vitale più netto. E così si animano cubi di
rubik che risolvono cubi di rubik, formiche che fanno scorte per l’inverno
raccogliendo sinflex al posto di briciole, pistole che puntano la loro canna
verso chi le guarda, emergendo da una superficie piatta e oscura.
Le sue opere
sono esposte alla Pinacoteca di Volterra, all’Istituto degli Innocenti e all’ex
stazione Leopolda di Firenze.
incontrano occupando uno spazio vitale più netto. E così si animano cubi di
rubik che risolvono cubi di rubik, formiche che fanno scorte per l’inverno
raccogliendo sinflex al posto di briciole, pistole che puntano la loro canna
verso chi le guarda, emergendo da una superficie piatta e oscura.
Le sue opere
sono esposte alla Pinacoteca di Volterra, all’Istituto degli Innocenti e all’ex
stazione Leopolda di Firenze.
BINARIO7
E’ un’associazione costituita da
sette ragazzi accomunati dalla forte passione per la fotografia.
Si presenta
come gruppo, nonostante l’evidente eterogeneità dei suoi componenti: un mix di
stile, idee, soggetti fotografati e creatività.
Il nome Binario7 strizza
palesemente l’occhio a quelle tematiche sempre care all’esperienza umana: il
viaggio, il desiderio di evadere la quotidianità, l’instabilità della
condizione umana, la curiosità, senza le quali neanche la fotografia
esisterebbe.
Binario7 sarà presente con il videoclip “Germs” realizzato per il
gruppo livornese Lip Colour Revolution ed una selezione dei 5000 fotogrammi che
compongono il video.
Fanno parte del gruppo Binario7: Giulia Barsottini,
Alessio Bonatti, Matteo Mannucci, Chiara Nicolosi, Francesca Nicolosi, Gian
Luca Palazzolo, Anna Senzacqua.
E’ un’associazione costituita da
sette ragazzi accomunati dalla forte passione per la fotografia.
Si presenta
come gruppo, nonostante l’evidente eterogeneità dei suoi componenti: un mix di
stile, idee, soggetti fotografati e creatività.
Il nome Binario7 strizza
palesemente l’occhio a quelle tematiche sempre care all’esperienza umana: il
viaggio, il desiderio di evadere la quotidianità, l’instabilità della
condizione umana, la curiosità, senza le quali neanche la fotografia
esisterebbe.
Binario7 sarà presente con il videoclip “Germs” realizzato per il
gruppo livornese Lip Colour Revolution ed una selezione dei 5000 fotogrammi che
compongono il video.
Fanno parte del gruppo Binario7: Giulia Barsottini,
Alessio Bonatti, Matteo Mannucci, Chiara Nicolosi, Francesca Nicolosi, Gian
Luca Palazzolo, Anna Senzacqua.
GABRIELE CASAROSA
E’ nato a Livorno nel
1963 dove vive e opera dipingendo da dieci anni, dopo aver raccolto un’infinità
di spunti attraverso i molteplici viaggi nel mondo alla ricerca dell’Arte, dell’
Architettura e della bellezza in genere. Casarosa si allontana da qualsiasi
forma di realismo al fine di ricercare la bellezza attraverso la
rappresentazione di luoghi disertati dalla figura umana, luoghi che possono
essere quelli della sua città natia o immagini immagazzinate durante i suoi
viaggi, luoghi chimerici o costruzioni mentali.
E’ nato a Livorno nel
1963 dove vive e opera dipingendo da dieci anni, dopo aver raccolto un’infinità
di spunti attraverso i molteplici viaggi nel mondo alla ricerca dell’Arte, dell’
Architettura e della bellezza in genere. Casarosa si allontana da qualsiasi
forma di realismo al fine di ricercare la bellezza attraverso la
rappresentazione di luoghi disertati dalla figura umana, luoghi che possono
essere quelli della sua città natia o immagini immagazzinate durante i suoi
viaggi, luoghi chimerici o costruzioni mentali.
Le regole del disegno
assimilate durante gli studi di ingegneria vengono infrante o piegate alla
funzionalità della rappresentazione, cosicché le linee strutturali dei soggetti
si piegano o si deformano per dare rilievo o maggiore evidenza a dettagli di
particolare interesse rappresentativo, così come per stabilire il ritmo della
narrazione o, infine, evocare uno stato d’animo personale che sia in qualche
modo legato al luogo preso a soggetto dell’opera.
Tra le sue opere della più
recente produzione nove tele dedicate all’India.
assimilate durante gli studi di ingegneria vengono infrante o piegate alla
funzionalità della rappresentazione, cosicché le linee strutturali dei soggetti
si piegano o si deformano per dare rilievo o maggiore evidenza a dettagli di
particolare interesse rappresentativo, così come per stabilire il ritmo della
narrazione o, infine, evocare uno stato d’animo personale che sia in qualche
modo legato al luogo preso a soggetto dell’opera.
Tra le sue opere della più
recente produzione nove tele dedicate all’India.
MAURIZIO FALENI
Nasce
a Livorno dove vive e lavora nel suo studio di via Marradi 81. Ha frequentato l’
accademia “Trossi-Uberti” di Livorno, dove ha studiato e lavorato prima con
Voltolino Fontani e poi con Marc Sardelli. Dal 1986 al 1996 ha fatto parte del
“Collettivo IL DADO” ( è stato uno dei soci fondatori insieme a Sergio Cantini,
Paolo Francesconi, Paolo Pasquinelli), con il quale ha progettato e realizzato
decine di mostre personali e collettive.
Con il collettivo IL DADO e con gli
artisti di Portofranco, ha prodotto un documento contro la chiusura del Museo
Progressivo di Arte Contemporanea di Villa Maria a Livorno, purtroppo senza
riuscirci.
Nasce
a Livorno dove vive e lavora nel suo studio di via Marradi 81. Ha frequentato l’
accademia “Trossi-Uberti” di Livorno, dove ha studiato e lavorato prima con
Voltolino Fontani e poi con Marc Sardelli. Dal 1986 al 1996 ha fatto parte del
“Collettivo IL DADO” ( è stato uno dei soci fondatori insieme a Sergio Cantini,
Paolo Francesconi, Paolo Pasquinelli), con il quale ha progettato e realizzato
decine di mostre personali e collettive.
Con il collettivo IL DADO e con gli
artisti di Portofranco, ha prodotto un documento contro la chiusura del Museo
Progressivo di Arte Contemporanea di Villa Maria a Livorno, purtroppo senza
riuscirci.
IRIS GIANNETTA è nata nel 1977 sulle colline pisane dove vive e
lavora. Diplomata all’istituto stata d’arte F. Russoli di Pisa si è poi
laureata all’accademia di Belle Arti di Firenze.
“Il punto di partenza
critico, di rottura dell’opera – scrive Fabrizia Bettazzi – sembra essere un
esasperato espressionismo del corpo. Figure che gettano in faccia allo
spettatore sensazioni forti, scomode, fatte di alito, saliva, sguardi che non
risparmiano analisi impietose.
lavora. Diplomata all’istituto stata d’arte F. Russoli di Pisa si è poi
laureata all’accademia di Belle Arti di Firenze.
“Il punto di partenza
critico, di rottura dell’opera – scrive Fabrizia Bettazzi – sembra essere un
esasperato espressionismo del corpo. Figure che gettano in faccia allo
spettatore sensazioni forti, scomode, fatte di alito, saliva, sguardi che non
risparmiano analisi impietose.
E’ una potenza espressiva pervasiva,
totalizzante, che avvicina queste creazioni alla fruizione artistica immediata
che rintracciamo in certi esiti di Body Art: complice la resa della materia
pittorica, per certi versi iperrealistica, veniamo accompagnati in un viaggio
di indagine nelle particolarità anatomiche. Ciò che interessa non è la
dimensione ritrattistica della figura, la visione globale ci è spesso preclusa
dalla stesura del bianco, quanto piuttosto l’accento totalizzante su un
particolare. Bocca, Naso, Occhi, si presentano come veicoli dei sensi. Ogni
figura dell’artista si stacca dal suo supporto per venire ad assaggiarci,
annusarci, guardarci, come in una favola divenuta fin troppo reale”.
totalizzante, che avvicina queste creazioni alla fruizione artistica immediata
che rintracciamo in certi esiti di Body Art: complice la resa della materia
pittorica, per certi versi iperrealistica, veniamo accompagnati in un viaggio
di indagine nelle particolarità anatomiche. Ciò che interessa non è la
dimensione ritrattistica della figura, la visione globale ci è spesso preclusa
dalla stesura del bianco, quanto piuttosto l’accento totalizzante su un
particolare. Bocca, Naso, Occhi, si presentano come veicoli dei sensi. Ogni
figura dell’artista si stacca dal suo supporto per venire ad assaggiarci,
annusarci, guardarci, come in una favola divenuta fin troppo reale”.
MAX
MAZZOLI
E’ nato a Livorno nel 1953 e lavora in campo artistico dividendosi tra
la realtà toscana e quella sarda, dove attualmente vive, a Sassari. Fin dagli
anni Ottanta espone in Italia e all’estero e le sue opere sono ospitate in
collezioni pubbliche e private. Oggi l’artista attratto dall’infinità delle
immagini offerte dalla televisione, dal cinema, dagli spot, dai videoclip,
dalle fotografie, le osserva, le seleziona, le isola ed infine le ingrandisce,
prima di rielaborarle su tavola, usando colori ad olio. L’immagine analogica,
riportata sulla tavola, perde inevitabilmente il senso di immaterialità ed il
ritmo convulso. (…)
“Le armi del mio confronto con i mezzi elettronici –
dice Mazzoli – possono sembrare impari ma sono quelle tradizionali del pittore.
Colori a olio su multistrato o compensato”. Le ascendenze ideali dell’artista
vanno dall’iperrealismo, il fumetto, il cinema, la pop art e naturalmente la
tv, sintesi diabolica d’ogni mondo contemporaneo.
MAZZOLI
E’ nato a Livorno nel 1953 e lavora in campo artistico dividendosi tra
la realtà toscana e quella sarda, dove attualmente vive, a Sassari. Fin dagli
anni Ottanta espone in Italia e all’estero e le sue opere sono ospitate in
collezioni pubbliche e private. Oggi l’artista attratto dall’infinità delle
immagini offerte dalla televisione, dal cinema, dagli spot, dai videoclip,
dalle fotografie, le osserva, le seleziona, le isola ed infine le ingrandisce,
prima di rielaborarle su tavola, usando colori ad olio. L’immagine analogica,
riportata sulla tavola, perde inevitabilmente il senso di immaterialità ed il
ritmo convulso. (…)
“Le armi del mio confronto con i mezzi elettronici –
dice Mazzoli – possono sembrare impari ma sono quelle tradizionali del pittore.
Colori a olio su multistrato o compensato”. Le ascendenze ideali dell’artista
vanno dall’iperrealismo, il fumetto, il cinema, la pop art e naturalmente la
tv, sintesi diabolica d’ogni mondo contemporaneo.
DIEGO PICCALUGA
E’ nato
a Genova nel 1955, vive e lavora in Toscana. Protagonista nel mondo dell’arte
da oltre 20 anni, passando dal riciclo dell’oggetto alla pittura contemporanea
con l’uso delle lastre dei raggi X , ai light-box (il suo impulso creativo si
realizza oggi nella sovrapposizione di radiografie, su cui l’artista
interviene, dando una propria definizione alle forme seguendo i confini
delineati) e, attualmente, alla fotografia digitale.
Nel 2002 partecipa alla
rassegna romana RipArte e nello stesso anno espone in una personale alla
galleria Dag di Livorno.
E’ nato
a Genova nel 1955, vive e lavora in Toscana. Protagonista nel mondo dell’arte
da oltre 20 anni, passando dal riciclo dell’oggetto alla pittura contemporanea
con l’uso delle lastre dei raggi X , ai light-box (il suo impulso creativo si
realizza oggi nella sovrapposizione di radiografie, su cui l’artista
interviene, dando una propria definizione alle forme seguendo i confini
delineati) e, attualmente, alla fotografia digitale.
Nel 2002 partecipa alla
rassegna romana RipArte e nello stesso anno espone in una personale alla
galleria Dag di Livorno.
Nel 2004 prende parte alla collettiva Province d’arte
nella sede del Consiglio regionale della Toscana, a Firenze, nel 2005 si tine
la sua personale al cinema Kino Dessé di Livorno e la doppia personale con
Matteo Basilé in occasione della rassegna ARTeatro a c ura di Cristina Olivieri
nel foyewr e nelle sale del Nuovo Teatro delle Commedie di Livorno. Tra le sue
più recenti opere le serie fotografiche che invitano alla meditazione del
nostro io in rapporto con il mondo e con la moltitudine di individui che lo
popolano.
nella sede del Consiglio regionale della Toscana, a Firenze, nel 2005 si tine
la sua personale al cinema Kino Dessé di Livorno e la doppia personale con
Matteo Basilé in occasione della rassegna ARTeatro a c ura di Cristina Olivieri
nel foyewr e nelle sale del Nuovo Teatro delle Commedie di Livorno. Tra le sue
più recenti opere le serie fotografiche che invitano alla meditazione del
nostro io in rapporto con il mondo e con la moltitudine di individui che lo
popolano.
Informazioni
Penelope contemporary art – fino al 16 ottobre
Opere permanenti di di Paolo Budassi, Dario Palermo, Massimo Pasca
Fuoricentro – via Grotta della Fate 19. Livorno
tel. 0586.581443 – 3476930818 www.myspace.com/fuoricentro
tel. 0586.581443 – 3476930818 www.myspace.com/fuoricentro
Cdcom arte e comunicazione – via Maggi 20. Livorno
tel. 0586.890400 – 3383451520 www.cdcom.it
tel. 0586.890400 – 3383451520 www.cdcom.it