Pisa
– Nel 1998 la città di Pisa fu la prima ad introdurre il registro delle unioni
civili. Da allora le unioni celebrate in Comune sono state 41 di cui sette omosessuali, mentre l’anno
scorso sono state due rispetto ai 163 matrimoni civili. In tutta Italia sono
circa una sessantina i comuni in cui è
possibile registrare unioni civili. Tra queste ci sono Padova, Firenze, Bari,
Bologna. Anche se non hanno una rilevanza giuridica (nessun diritto è riconosciuto), risultano essere
comunque una provocazione per tutti coloro che si sono opposti in questi anni ad ogni soluzione politica della
questione, demonizzando ogni altra esperienza simile, anche internazionale
(vedi la Spagna). La lobby vaticana ha fatto franare le timide proposte di
legge del governo appena caduto di Prodi (Dico e Cus) e ha costretto ad un
dietrofront il dibattito avviato.
La democratica Italia dimostra così di aver
rinunciato alle prerogative costituzionali in difesa dei diritti individuali e collettivi,
specialmente nel momento in cui i dati parlano di 500mila convivenze. Solo nel 2007 il 18,6% dei bambini è nato da una coppia
non sposata. A differenza del resto d’Europa in Italia manca una legge che
disciplini le unioni civili, che garantisca il diritto all’assistenza o al
subentro all’affitto. Il centrosinistra ha perso un’altra occasione per fare giustizia.
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