Dopo lo scorso
agosto, vengono ancora una volta appiccate le fiamme ad un insediamento rom al
ponte della cittadella. I giornali parlano di piromane, ma in realtà il
razzismo continua a crescere e i diritti di queste persone dimenticati.
Continua l’ondata di razzismo
contro il popolo rom.
Ieri mattina verso le 8.30 un
piccolo insediamento vicino al ponte della cittadella è stato dato alle fiamme,
per fortuna non c’era nessuno e non si è arrivati al peggio. I giornali
cittadini parlano di un piromane quasi a voler stigmatizzare l’accaduto, ma in
realtà l’intolleranza verso i rom e i senza fissa dimora cresce a dismisura
anche a causa di molte dichiarazioni dei politici di turno: An a Pisa, che
annuncia l’ennesima manifestazione, e andando più in là di qualche mese
ricorderemo il “pericolo rumeno” annunciato da Veltroni, e le dichiarazioni dei
vari sindaci del nor-est che non
concedono la residenza, elemento questo fondamentale per un lavoro stabile e
una casa.
Nel 1939 una legge fascista
intrappolava i possibili migranti (dal
Sud al Nord Italia) in una situazione paradossale: per poter avere la residenza
essi avrebbero dovuto provare d’avere un’occupazione nel luogo della nuova
dimora, ma per ottenere un occupazione essi avevano bisogno di un certificato
di residenza, questa legge assurda fu abrogata nel 1961. Oggi il problema è lo
stesso, i cittadini rom, rumeni, polacchi, ecc. sono in una posizione di
inferiorità e costretti in una ingiustificata situazione di illegalità.
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