E’ uscita la circolare del
Ministero del lavoro sulle collaborazioni a progetto .
In realtà trattasi di una
indicazione fornita agli ispettori (che sono pochi e pertanto impossibilitati a controllare le aziende) e
alle attività di vigilanza. Ricorderete che nel giugno 2006 Il Ministro Damiano
fece una apposita circolare per i call center distinguendo tra inbound e
outbound, una distinzione tanto bizzarra quanto utile al padrone di Atesia
(Tripi legato a Rutelli) per scongiurare l’assunzione dei tanti collaboratori
che nei fatti avevano svolto, e svolgono , un lavoro subordinato.
L’ultima circolare, dell’8
Gennaio 2008, parte dall’obiettivo di applicare quella legge 276/03 (la legge
30) che invece dovrebbe essere abolita.
Il Ministro scopre l’acqua calda,
la realtà del precariato ha da tempo superato una legge nata per istituzionalizzare la precarietà stessa.
La precarietà sfugge a qualsiasi
forma di controllo, le collaborazioni sono un’arma a disposizione di aziende,
cooperative e enti pubblici (tanto è vero che i limiti ai contratti a tempo
determinato previsti dalla finanziaria 2008 non si applicano alle
collaborazioni che interesseranno solo personale laureato) per non assumere
personale con regolare contratto (e ferie e malattia pagata).
Ecco spuntare così la lista dei
lavori per i quali improprio viene definito il contratto di
collaborazione:dagli autisti ai commessi, dagli addetti alle pulizie ai
portieri, dagli operai generici ai piloti, dal personale assunto in agricoltura
fino ai facchini.
Ma alla fine della circolare ecco
spuntare la solita frase sibillina costruita apposta per salvare padroni e
padronicini;Queste attività solo in linea di
principio sono incompatibili con i lavori elencati, l’importante è che sia
salvaguardata l’autonomia del lavoratore.
Della serie: noi tutti sappiamo
che la stragrande maggioranza delle collaborazioni sono false, continuate con
la precarietà, basta solo farla rientrare nella legge.
Ma la precarietà in questo modo
si regolarizza, si alimenta e si permette ai datori di lavoro di costruire
progetti di facciata lasciando nella sostanza le cose come sono sempre state.
Confederazione Cobas Pisa
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