Oggi 14 febbraio 2008 siamo in piazza a Napoli, a Roma, a Milano, a
Bologna, a Brescia
La 194 è stata un atto di civiltà di
questo Paese e una assunzione di
responsabilità dei due generi verso un dramma che era solo femminile.Questa
legge ha evidenziato la differenza tra i generi e la disparità rispetto al
corpo fertile delle donne. L’autodeterminazione è delle donne e gli
uomini devono costruire con le donne rapporti fondati sul rispetto perché il
loro essere padri è subordinato alla loro decisione.
Al
di fuori del riconoscimento di tale disparità ci sarà sempre la tentazione di
mettere argini alla libertà delle donne. La 194 è stata possibile in un momento
in cui, se pure in un regime patriarcale, le donne avevano rappresentanze che
hanno fatto opinione.
Solo
questo ci ha permesso di avere una buona legge.
Oggi
viviamo un paradosso: la nostra
democrazia tutta maschia allontana sempre di più le donne da qualunque luogo in
cui si decide e tenta di ridurre all’insignificanza ogni forma di
rappresentanza politica o espressione della politica delle donne.
Noi
parliamo, noi facciamo politica.
Lo
sanno le donne che ci trovano attraverso internet. Lo sanno le giornaliste – e
i giornalisti – che ricevono i nostri comunicati. Lo sanno donne e uomini delle
istituzioni cui scriviamo sempre. Sanno che l’UDI è ormai fuori dall’isolamento
e che intende far sentire a gran voce la propria presenza politica da almeno 4
anni. Sanno che vogliamo una
democrazia in cui i due generi
siano rappresentati in modo paritario.
Abbiamo
detto 50E50 ovunque si decide e per questo lavoreremo.
La
vera posta in gioco di questa campagna elettorale non è l’aborto.
È
la presenza delle donne ovunque si decide: passaggio
obbligato per uno stato veramente laico.
Oggi diciamo no all’aborto perchè la legge 194 dimostra che gli aborti tra le
donne italiane diminuiscono sempre più e
diciamo sì alla campagna promossa dai radicali per l’abolizione della
ricetta della pillola del giorno dopo, alla ru486.
Continuiamo a dire sì alla contraccezione e chiediamo alle istituzioni, a cominciare dai
consultori, una diffusa campagna sull’uso dei contraccettivi, in modo
particolare tra i giovani e gli immigrati, maschi e femmine.
Diciamo sì a
un paese che impara dalle donne
l’accoglienza dell’altro: questo è possibile, ce lo dicono i tanti
uomini che ci scrivono messaggi di sostegno e ci chiedono di parlare per quanti
in questo momento chiedono alla politica una sponda laica e non la trovano.
Il separatismo è anche
questo!
Non è esclusione dell’altro,
ma autonomia dell’iniziativa politica.
Siamo in piazza per dire a
voce alta che oggi in queste piazze e domani ovunque si decida del nostro corpo
la titolarità piena deve restare nelle mani delle donne.
UDI –
Unione Donne in Italia , Sede nazionale
via dell’Arco di Parma 15, 00186 Roma tel 06 6865884
www.udinazionale.org
– www.50e50.it
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