Venerdì
9 Novembre, quasi 2 milioni di lavoratori appartenenti a tutti i settori
produttivi della nostra penisola hanno incrociato le braccia; quattrocentomila
i lavoratori divisi in venticinque distinte manifestazioni.
Anche
a Firenze durante lo sciopero si è svolto
un corteo di circa 2000 persone che
partendo da piazza S. Marco ha raggiunto la stazione di Santa Maria Novella.
Il corteo ha percorso i viali bloccando di
fatto la viabilità principale della città, durante il percorso sono state
ricordate le principali vertenze sindacali in co
rso e contestata la politica
securitaria del governo Prodi. All’altezza della caserma della polizia scientifica
di piazza Indipendenza nello spezzone dei centri sociali è stato aperto uno
striscione contro l’impunità dei crimini della polizia a Genova nel 2001 e
nell’attualità: "Carlo assassinato: criminale è lo Stato".
Sciopero
generale e generalizzato questa la parola d’ordine, uno sciopero , indetto dai
sindacati di base (Cobas, Cub Rdb, SdL, Cub Unicobas, Slai Cobas, Al Cobas e
Usi Ait)) ma anche dai principali centri sociali, dalle strutture studentesche
e dai movimenti di lotta per la casa e dei migranti, con cortei sparsi nelle varie
regioni.
Il
riferimento della contestazione era soprattutto il protocollo sul welfare
passato nella consultazione referendaria farsa, un accordo tra confederali,
confindustria e governo, dove non solo si aumenta l’età pensionabile arrivando
tra qualche anno ad un risultato peggiore rispetto a quello paventato dallo
scalone di Maroni, ma dove si riconferma la legge 30 e il pacchetto Treu,
ovvero caporalato, esternalizzazioni e contratti flessibili, in una parola, la
Precarietà.
Si
accenna anche al decreto “nazistoide” anti-rumeno di Amato, un decreto che
sancisce la vendetta dello stato verso una popolazione intera. In ultimo la
finanziaria, e più in generale la politica economica del governo Prodi, che non stanzia le risorse per il rinnovo dei
contratti della scuola e del pubblico impiego e continua a rimpinguare il capitolo
spese militari, senza pensare alla salvaguardia e al potenziamento dei servizi
pubblici, dalla scuola alla sanità. L’adesione allo sciopero, in Toscana, anche da parte del sindacato Orsa
che nella regione è maggioritario, ha registrato una grossa adesione anche nel
settore dei trasporti su rotaia. Insomma
lo sciopero del nove novembre è stata una buona occasione per rilanciare una
mobilitazione dal basso sui temi caldi che attanagliano il paese e un momento
d’incontro in piazza tra sindacati di base e movimenti sociali.
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