Corteo a Milano: 16 marzo 2008 con dax nel cuore…

 Milano ricorda il giovane ucciso da neofacisti nel 2003.

Storia di Dax, ucciso una sera ai margini di Milano, dove viveva

articolo di Franz Purpura, tratto dal settimanale carta

EMILIANO ha i capelli rossi
naturali e infatti molti lo chiamano "il rosso". Da alcuni anni ha
preso in gestione il Tipota, piccolo pub birreria nel quartiere Ticinese, a
Milano. Già prima del suo arrivo, il Tipota è sempre stato un locale
frequentato assiduamente da tanti giovani dei centri sociali milanesi, ma da
quando Emiliano serve birra al bancone è un vero punto di ritrovo per tutti.
Emiliano ha sempre frequentato tanti degli spazi autogestiti della città, e al
Tipota ci si sente a casa.

Sarà per il graffito di Atomo e
di Schwarz che campeggia su una delle pareti, sarà che in tanti/e ci hanno
lavorato come camerieri/e per dei periodi, svoltando un po’ di soldi per
campare in un ambiente pieno di amici, sarà che, come ogni tanto accade, dopo
un po’ che diversi giri e compagnie iniziano a farne punto di ritrovo, poi si
prende l’abitudine di passare in Tipota per incontrare le facce amiche senza
bisogno di appuntamenti, sarà che Emiliano ti accoglie sempre in un modo che
non ti fa sentire cliente, saranno questi o mille altri motivi, fatto sta che
in Tipota ci si passa, spesso, per fare serata o come tappa per poi girovagare
nei centri sociali della zona, come il Cox 18 o l’Orso [l’Officina di
resistenza sociale].

La notte tra domenica 16 marzo e
lunedì 17 in
giro dalle parti del Tipota c’era anche Davide, con un paio di amici e compagni
dell’Orso. Nulla di nuovo, nulla di strano. Come mille altre volte. Ci sono
persone che crescono con storie profondamente diverse ma che hanno nella strada
qualcosa che li accomuna. La strada non è solo quel mostro di cui spesso si
sente parlare, il luogo del pericolo dove tutto può accadere. La strada è una
palestra di vita e si può crescere imparando le sue lezioni migliori così come
le cose più aberranti. Stiamo parlando, ovviamente, di quelle strade e piazze
che stanno ai "margini", sul confine, della città, della legalità,
del concetto di bene e di male.

Per le strade e nelle piazze, da
sempre, la criminalità recluta la sua manodopera, che, attratta dai soldi
facili e dal prestigio conferito dalla forza e della sopraffazione, si presta
numerosa e disponibile a mettere a rischio la propria libertà per le briciole
dei grandi traffici. Per la strada, anche a Milano, nei quartieri più
degradati, la destra estrema, radicale, ha da sempre convissuto intrecciata
alla malavita in uno scambio di favori, coperture e interessi di reciproca
soddisfazione, pescando nel malessere come un pescatore esperto in un vivaio. Per
la strada e nelle piazze della cintura più estrema di Milano, nei paeselli
dell’hinterland come Rozzano, Buccinasco, Corsico, Cinisello e tanti altri,
crescono gli ultras delle curve di Milan e Inter, quelli che allo stadio ci
vanno a vedere la partita ma anche a fare gli incidenti, i
"tafferugli", a "muovere" fumo e cocaina. Per le strade,
infine, ci crescono anche altri. Davide tra questi. Imparando altre lezioni e
insegnamenti. Incontrando altre storie diverse, che con la sua si sono
intrecciate.

L’Orso non esiste da tanto ma la
sua storia ha precedenti complessi. Risale ai tempi in cui, al centro sociale
Leoncavallo, si riuniva una delle brigate Sharp tra le prime nate in Italia.
Passando attraverso mille vicessitudini e battaglie, a un certo punto, da
questo gruppo originario, insieme ad altri compagni, nasce la Raf, Resistenza Antifascista,
che dà vita all’occupazione di via Torricelli, una piccola stanza vicina allo
storico ed omonimo circolo anarchico nel quartiere Ticinese. È una storia,
quella della Raf, di battaglie antifasciste convinte e decise, alla luce del
sole, con manifestazioni, dibattiti, iniziative, ma è una battaglia che passa
anche attraverso più invisibili ma non meno importanti elementi. Presenza sul
territorio costante, nel tentativo continuo di segnare una presenza quotidiana,
pratica e informale, come un primo e fondamentale baluardo al dilagare delle
aggregazioni di destra nei cortili, attorno alle panchine dei giardinetti,
lungo i muretti o nei pub e birrerie della zona.

È una battaglia tutta politica,
che individua nella strada, nelle sue contraddizioni, ma anche nella sua
fertilità e potenzialità, il luogo principale. Dalla Raf e dall’occupazione di
via Torricelli nasce l’Orso, l’Officina della resistenza sociale, luogo molto più
ampio e ricco di attività sociali e di aggregazione, che, non a caso, prende
sede in quella via Gola dove, solo poche settimane dopo la mattanza del G8
genovese, polizia e carabinieri effettuano uno degli ultimi sgomberi che Milano
ricordi.

Stiamo, ancora una volta,
parlando del quartiere Ticinese, quel cono di territorio che collega i
quartieri dormitorio del sud cittadino al centro della città, tessendo una
improbabile e paradossale rete tra i casermoni della Barona, del Lorenteggio,
di Corsico e Rozzano con "la
Rimini meneghina", il divertimentificio dei navigli
milanesi. Un territorio che se negli anni settanta, come spesso ricordava Primo
Moroni, ha visto la più alta concentrazione di sedi politiche della sinistra
radicale mai esistita, vede oggi non a caso il più alto concentrato di locali,
discoteche, pub, birrerie, discopub, trattorie finto rustiche dai prezzi
proibitivi. Ma anche, è bene ricordarlo, un quartiere di origini popolari, con
tantissime case di ringhiera e una quantità notevole, ancora oggi, di
abitazioni occupate in edifici di edilizia comunale e convenzionata.

Nasce difatti il Comitato di
lotta per la casa, tentativo in parte riuscito di arginare le centinaia di
sfratti che si riversano sulla zona, frutto del lavoro che tanti ragazzi, ma
soprattutto ragazze, dell’Orso mettono in piedi insieme agli inquilini. Ci sono
quindi le compagne di Autsisters, gruppo di donne interno all’occupazione di
via Gola, ma ci sono anche giovani e meno giovani che nelle case di via
Palmieri, via Gola, via Barrilli hanno, nel corso del tempo, trovato una
possibile soluzione ai prezzi proibitivi che il mercato immobiliare impone a
Milano.

Ed è qui che arriva Davide. O
meglio, Dax, come tutti lo chiamavano. Dopo aver vissuto per anni a Brescia,
come molti giornali hanno scritto, dopo aver militato in Rifondazione comunista
sia nella sua città che a Milano, approda a Rozzano, con la sua famiglia che
ancora lì vive. Ma è per le strade che incontra gli occupanti di case sotto
sfratto, gli antifascisti dell’Orso, i "balordi" della zona che se la
sfangano in qualche modo, spesso mica tanto lecito, ma che hanno ancora quella
cultura da "vecchia" ma la popolare che li rende anche sensibili ai
tanti temi di un’esperienza come quella di via Gola. "Animali" da
strada lui come gli altri, passionali, generosi, testardi e irascibili, dentro
fino al collo nelle contraddizioni, nei difetti, nella bellezza che è solo di
chi è cresciuto per strada. Un ragazzo, Dax, come ricordavano all’Orso prima
che partisse il corteo, il giorno dopo la sua morte, sicuramente pieno di
difetti, ma che si concedeva con quella totale e assoluta generosità e
disponibilità che solo la strada insegna.

Insieme ad altri ragazzi e
ragazze, occupanti di via Gola, con i quali era frequente il dissenso, di parte
di tante delle altre realtà del movimento milanese, ma di cui nessuno ha mai
potuto mettere in discussione l’onestà, la correttezza, la trasparenza, la
chiarezza e la linearità di quello che dicono e fanno. Anche a costo di essere,
a volte, soli sulla strada. Su quella strada che, contraddittoria più che mai,
si vive di tante passioni e poche parole, si vive tutti i giorni,
quotidianamente, mettendo assieme gioie e dolori, splendori e abissi. Su quella
strada dove Dax è stato ucciso e dove adesso, anche e ancor più di prima,
potete trovare gli occupanti dell’Orso portare avanti la loro storia, la storia
di Dax.


 


 

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