l’istituzione di una Commissione nazionale indipendente per la tutela dei
diritti umani. Un commento della portavoce del Comitato per la promozione e
protezione diritti umani, cui aderiscono 74 associazioni e ONG italiane.Al termine della 72a sessione del
CERD, il Comitato ONU per l’eliminazione della discriminazione razziale ha
pubblicato le trenta raccomandazioni al nostro Paese, sottoposto a procedura
speciale di follow-up per gravi inadempienze degli obblighi internazionali
sanciti dalla Convenzione ratificata dall’Italia nel 1976, e che richiamano
Roma su questioni inrimandabili. Tra queste l’inadempienza italiana
sull’istituzione di una Commissione Nazionale Indipendente per la tutela dei
diritti umani, come richiesto dalla risoluzione ONU 48/134 del 1993 e del
Consiglio d’Europa del 1997 e impegno assunto dal ministro degli Esteri Massimo
D’Alema in sede di candidatura a membro del Consiglio Diritti Umani delle Nazioni
Unite.
Il CERD raccomanda che l’Italia
intraprenda, con l’ausilio irrinunciabile della società civile, tutte le misure
necessarie per arrivare in tempi rapidi a costituire la Commissione stessa
superando l’anomalia che vede il nostro Paese paladino contro la pena di morte
e contemporaneamente l’unica nazione dell’Europa occidentale senza una
Istituzione Nazionale per i diritti umani.
“L’inottemperanza dell’Italia è
talmente grave che il CERD ha ritenuto di inserire la questione nella procedura
speciale di follow up: entro un anno da oggi il Governo sarà nuovamente
chiamato a rendere contro dei progressi compiuti", commenta Carola
Carazzone, responsabile dell’Ufficio diritti umani del VIS e portavoce del
Comitato per la promozione e protezione diritti umani, cui aderiscono 74
associazioni e ONG italiane. Il documento, fa notare il Vis, sottolinea la
situazione di discriminazione dei migranti e delle comunità Sinti e Rom
presenti sul territorio italiano, mettendo in particolare evidenza gli atti di
violenza avvenuti a Roma. Il CERD raccomanda, infine, che l’Italia incoraggi i
media a combattere i pregiudizi e gli stereotipi razzisti parzialmente
alimentati dai mezzi di informazione stessi.
Fonte: Lettera 22