“…Penso che decidere ciò che è appropriato e opportuno vada lasciato alla
professionalità e alla competenza dei medici…” Queste le parole del Ministro dell’Istruzione Fioroni, specchio di una visione
diffusa e condivisa da tanti, troppi. Dopo l’attacco su più fronti alla L.194 le donne si ritrovano nuovamente a
dover sancire l’insindacabilità delle proprie decisioni, a dover difendere i propri
diritti.
Questa volta non si tratta di aborto, né in termini medici né in termini giuridici,
e non si può parlare di obiezione di coscienza.
In due ambulatori di guardia medica a Pisa i medici si sono rifiutati di prescrivere
la pillola del giorno dopo adducendo come motivazione il loro essere
obiettori di coscienza.
Il primo episodio si è verificato a “I Passi”, dove addirittura è stato affisso un
cartello con scritto: «Presso questo ufficio non viene prescritta la cosiddetta
pillola del giorno dopo».
Il secondo episodio si è verificato al Pronto soccorso dell’Ospedale Santa
Chiara dove ad una ragazza è stata rifiutata la prescrizione del farmaco prima
dal personale del Pronto Soccorso ed in seguito dalla Guardia Medica
(contattata telefonicamente sotto suggerimento del personale ospedaliero).
Vogliamo ricordare che si tratta di un contraccettivo post-coitale,
d’emergenza: la pillola del giorno dopo agisce alternativamente prevenendo
l’ovulazione o, qualora l’ovulo sia già stato fecondato, modificando la cavità
uterina in modo da impedire l’annidamento dell’ovulo stesso. Se invece
l’ovulo si è già innestato, e quindi è iniziata una gravidanza, la PDGD
non avrà alcun effetto. Non si può quindi riferirsi all’art. 9 della L.194, a
cui si appellano i medici; non si può quindi parlare di obiezione di coscienza.
SUL CORPO DELLE DONNE DECIDONO LE DONNE
FACCIAMOCI SENTIRE Partecipando tutte e tutti al PRESIDIO che si terrà
GIOVEDì 10 APRILE in PIAZZALE CUOCO (Zona I Passi) nei pressi
della struttura della Guardia Medica a partire dalle 16.
Collettivo LeGrif
Facciamo rete…scriveteci eventuali esperienze a:
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