Pisa – Le elezioni amministrative ci consegnano un quadro differente rispetto alle politiche. Emerge con tutta evidenza l’importanza del cosiddetto voto disgiunto. Filippeschi prende meno voti di coalizione e Scaramuzzino ne prende di più. Le conseguenze del voto cittadino stanno nel fatto che da una parte il PD debba affrontare la candidata di destra nel ballottaggio, mentre dall’altra acuisce il disagio dei partiti di sinistra, che divisi hanno preso 1/3 dei voti delle amministrative precedenti. Il risultato di Scaramuzzino è sicuramente un dato importante, che comunque deve fare i conti con una sconfitta di proporzioni storiche.
E’
ballottaggio al Comune di Pisa tra il candidato del Pd Marco Filippeschi
(47,4%) e quello del Pdl, Patrizia Paoletti Tangheroni (32,4%). Filippeschi,
oltre che dal Pd, e’ appoggiato anche da Partito socialista, Italia dei Valori
e ‘In lista per Pisa’. La sinistra a Pisa si e’ presentata divisa: oltre a
Filippeschi, c’era infatti un candidato della Sinistra Arcobaleno, Carlo
Scaramuzzino, che ha preso il 9,5%, e una candidata del Pdci, Lucia Mango, che si
e’ fermata al 2,1%.
Diviso anche il centrodestra. La Paoletti Tangheroni
era sostenuta da Pdl, Lega Nord, lista civica Rinascita Pisana e Monarchici
Uniti. L’Udc correva con Luca Paolo Titoni (3,3%), La Destra-Fiamma Tricolore
con Sonia Avolio (2,2%). A completare il quadro degli 8 candidati sindaco:
Paolo Arduini, della lista civica ‘Citta’ dei diritti’ (2%) e Vittorio Meciani,
candidato della lista ‘Primavera pisana’ (1,2%). Il sindaco uscente, Paolo
Fontanelli (Pd), era stato eletto al primo turno nel 2003 con il 57,7% dei
voti.
La competizione sarà tra il candidato del Pd e la
candidata del Pdl. Il candidato sostenuto dalla Sinistra Arcobaleno, Carlo
Scaramuzzino, ha preso il 9,5% dei voti, quello dell’Udc, Luca Paolo Titoni, il
3,3%.
Anche se sia il PD che la SA affermano che non ci sono margini per una condivisione programmatica, già in queste ore si muovono i contatti necessari che rendano possibile uno spostamento del voto su Filippeschi. A dominare la logica del voto, come tutti sanno, è la scelta del candidato meno peggio, cosa che di per sè consegna le chiavi della città al candidato del PD. A Pisa, per il momento almeno, il PDL non governerà.