Pisa_Oggi, giovedì 5 novembre, inTribunale, ci sarà la nuova udienza del processo per le “spese fantasma” addebitate ai correntisti della cassa di risparmio di Pisa. Si parla di prelievi forzosi, ordinati dalla «Lodi» alle banche «colonizzate» un po’ ovunque.
Era accaduto anche alla Cassa di Pisa, quando fece il suo ingresso in casa Popolare, in piena epoca di scalate estive da parte del sodalizio intitolato ai «furbetti del quartierino».
Per i clienti della Cassa di risparmio di Pisa questi prelievi apparvero a fine 2004, la procura di Pisa aprì un’inchiesta nel marzo 2006, coordinata dal procuratore capo, il consigliere Enzo Iannelli (ora a Catanzaro), e dal sostituto Flavia Alemi, che ha concluso l’indagine con un decreto di citazione diretta a giudizio – l’accusa è di appropriazione indebita in concorso con le aggravanti del danno patrimoniale grave e di abuso del rapporto di prestazione d’opera – per il banchiere Fiorani, i suoi diretti collaboratori lodigiani e l’allora cda della Cassa composto da quattro pisani eccellenti. Davanti al giudice monocratico Luca Salutini compariranno quindi, Giampiero Fiorani, 48 anni, di Lodi (difeso dall’avvocato Michele Apicella), noto banchiere al centro di tante inchieste, ascoltato a Pisa e Lucca dalla polizia giudiziaria questa estate; Paolo Landi, 43 anni, lodigiano, all’epoca direttore centrale degli affari commerciali della Lodi, difeso dai legali milanesi Giuseppe Iannaccone e Luca Finocchiaro; Alessandro Leo, 58 anni, mantovano, direttore generale della Cassa, difeso dal professor Enrico Marzaduri; e i quattro “eccellenti pisani", tutti difesi dall’avvocato Salvatore Salidu.
I pisani conosciutissimi sono: Pierfrancesco Pacini, 67 anni; Vincenzo Littara, 65 anni; Roberto Giovanni Biondi, 60 anni; e Federigo Federighi, 61.
Pacini, attuale presidente della Camera di commercio, dell’Unione industriali e dell’Opera della Primaziale, era il presidente del consiglio di amministrazione, fondatore dell’omonima casa editrice di proprietà adesso della figlia, coinvolta nello scandalo dell’ edizioni Plus (casa editrice universitaria);
Littara, ora direttore generale della Banca di Cascina-Credito cooperativo, era vicepresidente;
Federighi, titolare con il fratello Mario della Farmigea, nota industria farmaceutica pisana, attualmente presidente della Confartigianato Toscana; e Biondi, direttore di Casartigiani ed ex consigliere comunale a San Giuliano, erano due consiglieri.
Solo alcuni dei 60mila correntisti vittime del prelievo a Pisa e provincia sono stati rimborsati: quelli che ne avrebbero fatto richiesta.
Gli Imputati sono accusati del reato di truffa perché in concorso tra di loro,in esecuzione del medesimo disegno criminoso, si appropriavano indebitamente della somma di 2.325.365 euro, facendola configurare come recupero spese postelegrafoniche, spese amministrative, spese di gestione e spese per servizi non ricompresse in specifiche tariffe,come commissioni di urgenza addebitandola il 31.12.2004 a tutti i conti correnti dei clienti per un importo complessivo di euro 1.110.605 a titolo di commissioni di urgenza, di euro 1.214.760 a titolo di spese amministrative.
In più l’aggravante del danno patrimoniale, di rilevante gravità per aver commesso il fatto con abuso del rapporto di prestazione d’opera.
Questi signori non hanno di certo rubato per fame, ancora una volta, i ladri non rapinano le banche, ma siedono nei loro consigli d’amministrazione.