PALERMO (Adnkronos) – Morire di frontiera. Accade da vent’anni lungo i confini dell’Europa. Sono soprattutto naufragi, come la tragedia verificatasi giovedì sera al largo delle coste della Libia, a 150
miglia a sud di Lampedusa, e del quale si è avuta notizia oggi. Nel
mare del Canale di Sicilia l’ennesimo viaggio della speranza è costato la vita a 13 clandestini. I corpi senza vita di 12 di loro
sono stati recuperati dal pattugliatore ‘Sirio’ della Marina Militare al largo
delle coste libiche. Mentre in serata il cadavere di un altro extracomunitario
è stato scoperto sugli scogli di Linosa, la più piccola delle isole Pelagie. In
ventisette sono stati tratti in salvo invece da una
motopesca di Mazara del Vallo (Trapani), che ha visto la loro imbarcazione
capovolgersi mentre era impegnato in una battuta di pesca. Immediati sono
scattati i controlli ma gli uomini dell’equipaggio non hanno potuto salvare
tutti i migranti. Gli sbarchi sono comunque continuati per tutta la giornata. Un’imbarcazione
con 39 clandestini a bordo è stata intercettata a 33 miglia a sud di Lampedusa da
una motovedetta della Capitaneria di porto. I migranti sono già stati trasbordati
per giungere in porto. Poco più tardi un altro gruppo di 11 extracomunitari
è riuscito ad eludere i controlli e ad approdare direttamente sulla terraferma.
A segnalare i migranti sull’Isola dei Conigli a Lampedusa (Agrigento) è stato
un cittadino. I migranti sono stati tutti fermati dagli uomini della
Capitaneria di porto.
E’ difficile ricordare tutte le persone che si sono scontrate con il sogno di una vita migliore, esercitando il propio diritto a migrare, ma proviamo a farlo in qualche riga. Nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico verso le Canarie sono
annegate ad oggi 8.472 persone; metà delle salme (4.384) non sono mai state
recuperate. Nel Canale di Sicilia
tra la Libia, l’Egitto, la Tunisia, Malta e l’Italia le vittime sono
2.627, tra cui 1.643 dispersi. Altre 70 persone sono morte navigando
dall’Algeria verso la Sardegna. Lungo le rotte che vanno dal Marocco,
dall’Algeria, dal Sahara occidentale, dalla Mauritania e dal Senegal
alla Spagna, puntando verso le isole Canarie o attraversando lo stretto di Gibilterra, sono morte almeno 4.132 persone di cui 2.060 risultano disperse. Nell’Egeo invece, tra la Turchia e la Grecia, hanno perso la vita 895 migranti, tra i quali si contano 461 dispersi. Infine, nel Mare Adriatico,
tra l’Albania, il Montenegro e l’Italia, negli anni passati sono morte
603 persone, delle quali 220 sono disperse. Inoltre, almeno 597
migranti sono annegati sulle rotte per l’isola francese di Mayotte, nell’oceano Indiano. Per chi viaggia da sud il Sahara
è un pericoloso passaggio obbligato per arrivare al mare, il grande
deserto separa l’Africa occidentale e il Corno d’Africa dal
Mediterraneo. Si attraversa sui camion e sui fuoristrada che battono le
piste tra Sudan, Chad, Niger e Mali da un lato e Libia e Algeria
dall’altro. Qui dal 1996 sono morte almeno 1.594 persone, ma stando
alle testimonianze dei sopravvissuti, quasi ogni viaggio conta i suoi
morti. Pertanto le vittime censite sulla stampa potrebbero essere solo
una sottostima. Tra i morti si contano anche le vittime delle
deportazioni collettive praticate dai governi di Tripoli, Algeri e
Rabat, abituati da anni ad abbandonare a se stessi gruppi di centinaia
di persone in zone frontaliere in pieno deserto. Sotto gli spari della polizia di frontiera, sono morti ammazzati 193 migranti, di cui 35 soltanto a Ceuta e Melilla, le due enclaves spagnole in Marocco, 50 in Gambia, 40 in Egitto e altri 32 lungo il confine turco con l’Iran e l’Iraq. Ma ad uccidere sono anche le procedure di espulsione in Francia,
Belgio, Germania, Spagna, Svizzera e l’esternalizzazione dei controlli
delle frontiere in Marocco e Libia. Infine 41 persone sono morte
assiderate, viaggiando nascoste nel vano carrello di aerei diretti negli scali europei. E altre 23 hanno perso la vita viaggiando nascoste sotto i treni che attraversano il tunnel della Manica,
per raggiungere l’Inghilterra, cadendo lungo i binari o rimanendo
fulminati scavalcando la recinzione del terminal francese, oltre a 12
morti investiti dai treni in altre frontiere e 3 annegati nel Canale
della Manica.
Questa è la "fortezza Europa", l’Europa della libera circolazione delle persone, l’Europa spazio di libertà, sicurezza e giustizia…
Per una rassegna stampa completa sulle vittime della frontiera leggi fortress europe