Pubblichiamo il documento fuoriuscito dall’assemblea dei precari della didattica di giurisprudenza, in cui i lavoratori decidono di non partecipare alle commissioni d’esame, con l’intento di far valere il loro peso nell’Università.
I lavoratori
precari della ricerca e della didattica della Facoltà di Giurisprudenza riuniti
in assemblea
Preso atto che:
–
il
tentativo di dialogo con il Preside della Facoltà ed il personale docente
strutturato è stato eluso dagli interlocutori (l’assemblea aperta ai docenti
strutturati del 27 novembre scorso, a fronte della massiccia partecipazione
della componente non strutturata, ha visto la presenza di un ricercatore, di un
professore associato e di un ordinario);
–
il
Consiglio di Facoltà del 3 dicembre 2007 si appresta ad effettuare chiamate di
idonei, non curante delle straordinarie opportunità di reclutamento offerte dal
“decreto Mussi” del 14 novembre 2007 (in allegato).
Considerato che:
–
come
le idoneità sono soggette a decadenza, così i contratti dei lavoratori precari
sono soggetti a scadenza;
–
tali
contratti peraltro, stante l’attuale testo della Finanziaria 2008 (così come
licenziato dal Senato, all’art. 145, c.10), non potranno essere più stipulati
né rinnovati;
–
la
Facoltà di Giurisprudenza non beneficia di un concorso per ricercatore dal 2005
(l’ultimo, settore ius/13, in G.U. n. 32 del 22/04/2005) a fronte dei 37
concorsi banditi dall’Ateneo nel 2006 (dati MIUR);
–
circa
la metà dei 32 ricercatori della Facoltà ha un’età anagrafica superiore ai 50
anni.
Chiedono
–
al
medesimo Consiglio di impegnare il Preside a farsi parte attiva presso gli
organi di governo dell’Ateneo al fine di superare il blocco dei concorsi e
reperire le risorse adeguate da destinare al reclutamento di nuovi ricercatori,
utilizzando così l’opportunità fornita dal “decreto Mussi”, sia pure nei limiti
di cui all’art. 51, comma 4, terzo periodo, della
legge 1997 n. 449;
–
di
realizzare una programmazione che tenga conto delle non più prorogabili
esigenze del reclutamento.
Al fine di
evidenziare l’urgenza di affrontare tale situazione e nel sollecitare segnali
di attenzione che finora sono mancati, i sottoscrittori del presente documento
(e quanti altri intenderanno aderirvi) non prenderanno parte alle commissioni
d’esame negli appelli del prossimo dicembre.
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