PECHINO – "Assegnando a Pechino i Giochi, aiuterete lo sviluppo dei Diritti Umani." Con questa frase, Kiu Jingming, vicepresidente del Comitato olimpico di Pechino, riuscì a far assegnare alla Cina i Giochi
olimpici del 2008. Detto fatto. Pochi mesi fa il governo centrale, guidato da Hu Jintao, ex governatore del Tibet che represse nel sangue la rivolta dell’89, ha emanato una legge che consente alla polizia di incarcerare tutti i potenziali dissidenti per evitare brutte figure durante i Giochi. Altra mossa di valorizzazione dei Diritti Umani. Così come valorizzazione dei Diritti Umani è reprimere nel sangue una rivolta pacifica. O assediare i monasteri dove si rifugiano i monaci. O sparare sulla folla che sfila pacificamente per le strade del Barkor. Tutti i Paesi occidentali, Stati Uniti ed Europa in testa, si sono lanciati in mirabolanti dichiarazioni di gioia e felicità per l’indipendenza del Kosovo. Ma nessuno mai si pronuncia per l’indipendenza del Tibet. Addirittura in Italia nessun membro del Governo, né dello Stato, né della Chiesa, ha ricevuto il Dalai Lama in visita nel novembre scorso. Il Dalai Lama è venuto in Italia, ha fatto le sue conferenze, ha incontrato gli altri Nobel per la Pace, ha fatto le sue interviste ed è ripartito senza che nessuno lo ricevesse in via ufficiale. Come un "turista" qualsiasi…
I leader cinesi, ora che lo shock del terremoto nella provincia del Sichuan, che non potevano tenere sotto controllo, si è piuttosto dissolto, si stanno concentrando su qualche cosa che pensano di poter tenere sotto controllo: la gente. Gli appassionati di sport che andranno alle olimpiadi del 2008 a Beijing avranno una lunga serie di regole da portare in tasca insieme con i loro biglietti.
La settimana scorsa il comitato organizzatore dell’olimpiade cinese ha elencato nel suo sito web una serie di limitazioni per i 500.000 visitatori di oltre oceano attesi ad agosto. Agli spettatori olimpici viene richiesto di non introdurre "alcunché di dannoso" per la Cina, inclusi materiali stampati, foto, registrazioni o film. Sono vietati striscioni o slogan religiosi o politici. Lo sono anche manifestazioni, dimostrazioni e marce se non approvate in anticipo dalle autorità. Dice anche che il paese è chiuso ai visitatori con malattie mentali o malattie trasmissibili sessualmente. Rabbrividiamo per come verranno dati questi giudizi, molti dei quali estremamente soggettivi ed invadenti.
Il Comitato Olimpico Internazionale ha a lungo proibito attività politiche nelle sedi olimpiche, ma una cosa è lo scopo di sforzarsi di accantonare divisioni quando si celebra la comune umanità, ben’altra cosa è usare queste restrizioni per i propri fini autoritari. Per avere il diritto di ospitare i Giochi, la Cina ha promesso di migliorare la sua qualità dei diritti umani. Essa continua per lo più a muoversi nella direzione opposta. Recentemente in realtà le autorità hanno impedito due rilevanti diritti umani agli avvocati che si offrivano spontaneamente per difendere i tibetani accusati per le violente proteste anticinesi. Hanno anche disperso una riunione di 100 genitori che stavano protestando pacificamente per la scadente costruzione della scuola e la morte dei loro figli nel terremoto del 12 maggio.
E mentre inizialmente le autorità hanno ridotto le restrizioni ai giornalisti ed ai soccorritori dopo il terremoto, si sono nuovamente irrigiditi. I giornalisti locali sono stati scoraggiati dal coprire le proteste dei genitori ed i network della televisione internazionale si sono lamentati che quei requisiti di sicurezza saranno limitati alla copertura dei Giochi. C’è un’insita contraddizione tra il desiderio della Cina ad invitare il mondo alle olimpiadi e lo sforzo di negare a quei visitatori ed alla propria gente le più elementari libertà.