Un vasto incendio si e’ sviluppato nella notte di ieri nel campo nomadi di via Candoni, alla Magliana, periferia ovest di Roma, abitatato da circa 600 persone. In questo insediamento la scorsa settimana la Croce rossa aveva avviato le prove generali del censimento della popolazione nomade residente a Roma. La polizia scientifica e i vigili del fuoco effettueranno stamani un sopralluogo per completare i rilievi scientifici che possano escludere definitivamente l’ipotesi che a originare l’incendio di sterpaglie che circondano il campo nomadi di via Candoni a Roma siano state tre bottiglie molotov lanciate da alcune auto.
A ipotizzare l’uso di molotov all’origine dell’incendio erano state alcune segnalazioni arrivate al 113 da parte dei nomadi del campo coinvolto. Ne’ i vigili del fuoco ne’ la polizia, al momento, hanno trovato elementi che possano confermare tale ipotesi.
”Stanotte abbiamo avuto paura, i bambini erano terrorizzati ma per fortuna l’arrivo dei vigili del fuoco ha evitato il peggio”. E’ il racconto di Mioara Miclescu, che vive nel campo nomadi di via Candoni. ”Abbiamo sentito un botto e siamo subito corsi a chiudere l’ingresso del campo – racconta Miclescu. Vedevamo le fiamme tutt’intorno e abbiamo temuto il peggio perché il forte vento spingeva l’incendio proprio nella nostra direzione”. Intorno alla mezzanotte e’ giunto in via Candoni anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno.
La paura, dopo l’incendio della nottata, e’ forte, e lo si percepisce, tra gli abitanti del campo nomadi della Magliana, anche questa mattina. Ma si cerca di tornare alla normalita’. ”Mio marito – dice Mioara Miclescu che vive nel campo di via Candoni – mi voleva accompagnare a lavoro, ma io non ho voluto: dobbiamo continuare a fare la nostra vita senza farci intimidire”.