Gaza – Infopal. Negli otto anni trascorsi dallo scoppio della seconda Intifada o Intifada di al-Aqsa, nel settembre del 2000, le forze di occupazione israeliane hanno intensificato le aggressioni contro la popolazione palestinese.
Morti e feriti. Secondo una ricerca condotta dai Comitati per il lavoro sanitario, i militari hanno ucciso 5389 palestinesi tra Cisgiordania, Striscia di Gaza, Gerusalemme e Israele. 75 cittadini, in prevalenza agricoltori, bambini e donne sono stati uccisi dai coloni. La maggior parte degli omicidi è avvenuto alla presenza di soldati dell’occupazione.
32.720 sono i palestinesi feriti: 3530 hanno riportato handicap permanenti.
I bambini uccisi sono 995. Shadha Odeh, direttrice generale dei Comitati per il lavoro sanitario, ha spiegato che tra le vittime ci sono 194 donne, 995 bambini e 4200 uomini. 492 sono stati uccisi dai bombardamenti. 746 militanti sono stati ammazzati attraverso operazioni mirate. 233 sono morti sui “campi di battaglia”.
Malati morti ai checkpoint. 135 malati sono morti a causa dell’impossibilità di raggiungere gli ospedali e i centri medici. Sono stati registrati 70 parti ai checkpoint: 35 neonati sono deceduti a seguito delle complicazioni igienico-sanitarie.
I posti di blocco sono 630, di cui 93 con la presenza di soldati e 537 formati da barriere di cemento e di cumuli di terra. L’esercito israeliano ha chiuso il 65% delle strade della Cisgiordania e della Striscia di Gaza.
Malati e assedio. Durante oltre un anno di assedio alla Striscia di Gaza, sono morti più di 220 malati a causa della mancanca di medicine e del divieto di recarsi all’estero per le cure mediche.
Medici e studenti nel mirino. I Comitati hanno denunciato l’uccisione di 40 operatori sanitari, tra medici, soccorritori e infermieri, e il ferimento di centinaia di altri.
Gli studenti uccisi sono 664, di 199 erano universitari. I feriti sono 3602, di cui 1245 gli universitari. 37 sono gli insegnanti uccisi e 55 i feriti.
65 mila detenuti. Per quanto riguarda gli arresti, durante gli otto anni di Intifada, 65.000 palestinesi sono stati imprigionati. 8459, tra cui 78 donne, sono tuttora detenuti nelle prigioni israeliane.
Sono 195 i prigionieri morti durante la detenzione. A provocare il decesso è stata la mancanza di adeguate condizioni igienico-sanitarie, di cure mediche e interventi chirurgici quando necessari, le torture e le esecuzioni vere e proprie. 1300 soffrono di malattie croniche, La legge per “la sicurezza generale in Israele” permette la tortura psicologica e fisica dei detenuti palestinesi.
Pratiche punitive contro i prigionieri. Ai detenuti malati non vengono somministrate medicine. Per ogni genere di patologia vengono dati solo “calmanti”. Non vengono eseguite operazioni chirurgiche. Gli infermieri non sono sempre presenti. Le prigioni sono prive di attrezzature mediche e apparecchiature per la respirazione. L’alimentazione è carente e i malati infettivi vivono in promiscuità con i sani.
Quando vengono trasferiti, i detenuti malati sono ammanettati mani e piedi e visitati da dietro una rete. Sono lasciati in stanze umide e mal areate.
Donne prigioniere. La maggior parte, in particolare le donne incinte e le madri, sono rinchiuse nelle carceri di Talmud e ar-Ramleh, dove manca anche la ginecologa. Al momento del parto, le detenute sono legate. Il neonato viene trattato come un prigioniero: non riceve cure mediche e alimentazione adeguata.