Ottobre si apre con un bilancio negativo per quanto riguarda incidenti ed infortuni sul lavoro. Il bilancio del primo giorno del mese è pesantissimo:4 morti e 10 feriti. Le statistiche ufficiali ci parlano di diminuzione del numeri degli infortuni mortali. A noi sembra che la media sia perfettamente rispettata: 4 morti al giorno.
I giorni che seguono invece sono ancora più drastici: 12 morti in 48 ore portano ad un innalzamento vertiginoso di incidenti. Che si sta facendo per questo? Nulla. Cosa fanno i giornali? mentono sulle cifre non riportando mai fedelmente le reali vittime che ogni giorni questo modello produttivo provoca.
I giorni che seguono invece sono ancora più drastici: 12 morti in 48 ore portano ad un innalzamento vertiginoso di incidenti. Che si sta facendo per questo? Nulla. Cosa fanno i giornali? mentono sulle cifre non riportando mai fedelmente le reali vittime che ogni giorni questo modello produttivo provoca.
Uno sciopero e’ stato proclamato dai sindacati per martedì’ in tutta la Toscana: riguarderà’ l’intera giornata per i lavoratori del settore edile della provincia di Firenze e 4 ore nel settore edile nel resto della regione. Per tutte le altre categorie, in tutta la regione, e’ stata indetta un’ora di sciopero generale che sarà’ utilizzata, con modalità’ decise a livello provinciale o di Rsu, per una campagna di assemblee di sensibilizzazione sui temi della sicurezza sul lavoro.
Ci sembra utile dare voce ai fatti che uccidono persone quotidianamente ma che vengono in un soffio dimenticati.
Ci sembra utile dare voce ai fatti che uccidono persone quotidianamente ma che vengono in un soffio dimenticati.
01 OTTOBRE
NAPOLI – Una forte esplosione, nel tardo pomeriggio, terrorizza Napoli est: le fiamme sventrano una fabbrica di scarpe e pellame, che poi crolla. Sotto le macerie, nel corso degli interventi, i vigili del fuoco trovano il corpo, carbonizzato e irriconoscibile, di un uomo deceduto. Otto i feriti, tre dei quali vengono portati al centro Grandi Ustionati del Cardarelli: uno di loro è in prognosi riservata, ma non in pericolo di vita; altre tre persone vengono invece soccorse a Villa Betania. Le prime voci sull’incidente parlano di una conduttura petrolifera che si trova proprio nell’area: via delle Industrie è nel cuore di una zona nota in città perchè in passato ospitava delle raffinerie; e attualmente, in zona, ci sono numerosi depositi di carburante. La conduttura, che scorre visibile, proprio in un canale adiacente alla fabbrica, non viene però coinvolta dall’incidente: e si riesce, nei primi interventi, a isolarla. Fra le prime ipotesi sulla causa dell’incendio quella di una emissione di solventi. Il responsabile della unità operativa ‘Inquinamento chimico’ del Comune di Napoli, Annibale Barca, dopo un sopralluogo in via delle Industrie, spiega che anche una scintilla o un corto circuito, combinati con le esalazioni, potrebbero aver innescato le fiamme. Di fronte a questo ennesimo incidente sul lavoro, i napoletani oggi hanno ricordato la tragedia del 1985, quando per la esplosione di un deposito di carburante morirono cinque persone. Un disastro che indusse il presidente del Tribunale di Napoli Carlo Alemi, allora giudice istruttore, a parlare, per la città, di «una bomba dal potenziale altamente esplosivo accanto a complessi abitativi di grande consistenza». Considerazioni, per certi versi ancora attuali, racchiuse all’epoca nella ordinanza di rinvio a giudizio. La presenza dei depositi, scrisse Alemi nel provvedimento, «rappresenta una costante minaccia per l’incolumità di un gran numero di persone». «Ci fu un coro di proteste contro gli insediamenti industriali – ricordò il giudice – ma cessata l’eco e il ricordo dei fatti tutto è caduto nel dimenticatoio e la situazione è rimasta immutata».
BENEVENTO – Stava lavorando in un terreno agricolo di sua proprietà con una motozappa quando accidentalmente il mezzo è scivolato, si è ribaltato e lo ha colpito al capo e alle spalle schiacciandolo senza lasciargli scampo. È morto così un pensionato di 72 anni di Pontelandolfo (Benevento). Ad accorgersi dell’incidente la moglie che ha immediatamente chiamato le figlie per soccorrere l’uomo, ma non c’è stato nulla da fare.
PERUGIA – Un operaio è rimasto ferito oggi pomeriggio, all’interno di un’azienda che lavora il tetrapak, a Pierantonio. L’uomo – si è appreso – è rimasto incastrato con un braccio in un macchinario. È stato richiesto l’intervento anche dei vigili del fuoco, ma al loro arrivo l’operaio era già stato liberato. È stato poi accompagnato all’ospedale dal 118.
ASTI – Mortale infortunio sul lavoro alla falegnameria Mamo, in frazione Stazione di Tonco d’Asti. È accaduto nella tarda serata di ieri. Gene Harapj, 39 anni, albanese, operaio, per cause in corso di accertamento da parte dei carabinieri, ha avuto gli arti inferiori schiacciati da una autogrù in movimento. Soccorso dai compagni di lavoro, con l’elicottero è stato portato al Cto di Torino dove, nonostante le cure, questa mattina è deceduto. L’operaio lascia la moglie e due figli in tenera età che abitano in corso Torino ad Asti. È il settimo infortunio mortale sul lavoro, dall’inizio dell’anno in provincia di Asti. Gli altri sei casi mortali riguardano il settore agricolo.
MODENA – Un agricoltore, S.M. 73 anni di San Cesario sul Panaro (Modena), è morto mentre era alla guida del suo trattore. La tragedia è successa in via Liberazione intorno alle 10.30. Il mezzo condotto dall’anziano, per cause in corso di accertamento, è uscito dalla carreggiata finendo in un fosso. L’agricoltore, che stava trasportando uva su un carro, è stato parzialmente travolto dal trattore. Sono intervenuti i vigili urbani e i pompieri di Vignola. Ogni tentativo di salvare l’anziano è stato inutile.
PESCARA – Grave incidente sul lavoro questo pomeriggio in una contrada di Cugnoli (Pescara), S.Pietro. Un uomo di 61 anni, che stava lavorando con una motozzappa, ne ha perso il controllo finendovi sotto e provocandosi gravi lesioni alle gambe e all’addome. Soccorso con l’eliambulanza, l’uomo è stato ricoverato nell’ospedale di Pescara.
02 OTTOBRE
FIRENZE – I tre operai morti questo pomeriggio in un cantiere autostradale nel Mugello sono: Giovanni Mesiti, 49 anni, di Locri (Reggio Calabria), Rosario Caruso, 26 anni, di Sinopoli (Reggio Calabria), e Gaetano Cervicato, 45, di Melito di Napoli (Napoli). In base alle prime verifiche dei sindacati, due di loro sarebbero stati dipendenti della ditta che aveva in appalto i lavori, la Toto, e il terzo di un’azienda in subappalto. Sono morti sul colpo cadendo da una quarantina di metri, dopo il cedimento della piattaforma sulla quale erano saliti per costruire un pilone di un viadotto della variante di valico dell’A1, a Barberino del Mugello. Le vittime sono tre operai, due calabresi e un campano. Le prime ipotesi sulle cause dell’incidente nel Mugello parlano di un cedimento strutturale della passerella su cui si trovavano i tre operai. Un quarto lavoratore si è invece salvato. Le vittime avevano fra i 26 e i 49 anni. Mentre i quattro erano al lavoro, alcuni dei supporti della piattaforma avrebbero subito un cedimento: la passerella si sarebbe così improvvisamente inclinata, facendo precipitare i tre. Per Autostrade la vicenda mostra la necessità di mantenere alta la vigilanza. Con i tre operai morti oggi salgono a sei le vittime nei cantieri per la Variante di valico, il nuovo tratto della Bologna-Firenze in costruzione sull’Appennino dal 2001.
GENOVA – Ci sono poche speranze di recuperare in vita Nino Emiliano Cassola l’operaio caduto in un pozzo per l’estrazione del biogas nella discarica di rifiuti di Scarpino, a Genova. I vigili del fuoco sono riusciti sinora a calare una telecamera, ma le dimensioni del pozzo (profondo 18 metri e del diametro di un metro) impediscono per il momento di far scendere degli uomini con autorespiratori. Nel pozzo infatti manca ossigeno. L’operaio caduto è dipendente della ditta multinazionale Asja.biz, la cui sede italiana è a Rivoli (Torino). La società gestisce l’impianto di estrazione del biogas prodotto dalla fermentazione dei rifiuti stoccati nella grande discarica genovese di Scarpino. Il biogas viene poi trasformato in energia elettrica.
SESTO FIORENTINO – Si chiamava Alessandro Marrai l’operaio delle Ferrovie morto ieri sera nei pressi della stazione di Castello, alle porte di Firenze, travolto da un carrello per la manutenzione. Marrai, 50 anni, originario di Pistoia ma residente a Prato, stava lavorando insieme ad altri due colleghi, entrambi rimasti feriti, nell’area della costruzione del così detto ‘scavalco di Sesto Fiorentino’. Anche i due feriti, tutti dipendenti di Rfi, sono residenti a Prato. Si tratta di Alfio Bardelli, 52 anni, originario di Monte San Savino (Arezzo) e di Andrea Tomberli, 32 anni. Il più grave è Bardelli che avrebbe riportato l’amputazione di un piede. Secondo una prima ricostruzione i tre operai, che facevano parte di una squadra di manutenzione ordinaria, arrivati sul posto a bordo di un carrello, poco prima delle 23, erano scesi e avevano iniziato a lavorare sulla massicciata. Improvvisamente lo stesso carrello si è mosso e li ha travolti: in quel tratto la linea ferroviaria è in leggera salita.
TORGIANO (PERUGIA) – Un ventisettenne di Bastia Umbra è morto oggi in un incidente sul lavoro avvenuto in una ditta di Bettona. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri della locale stazione è stato schiacciato da un pezzo precipitato da un carro-ponte. Una dinamica comunque ancora al vaglio degli investigatori. La ditta dove è avvenuto l’incidente tratta materiali in legno e profilati in rame. È stata ora posta sotto sequestro.
GROTTAGLIE (TARANTO) – Un operaio di 42 anni, Francesco Dell’Aquila, di Oria (Brindisi), è ricoverato in ospedale in fin di vita dopo essere caduto da un’altezza di una decina di metri mentre eseguiva lavori edili in un cantiere in via De Gasperi, a Grottaglie (Taranto). I medici gli hanno riscontrato un trauma cranico commotivo e altre lesioni su diverse parti del corpo. Sul luogo dell’incidente si sono recati gli ispettori del lavoro e gli agenti del commissariato di Grottaglie della polizia di Stato.
03 OTTOBRE
AGRIGENTO – Incidente sul lavoro stamani a Licata, in provincia di Agrigento. Un operaio trentenne è rimasto ferito, dopo aver fatto un volo di quattro metri circa. Secondo le prime informazioni, l’uomo stava montando un climatizzatore, quando per cause ancora da accertare ha perso l’equilibrio cadendo a terra. L’operaio è stato immediatamente trasportato in ospedale, dove i medici gli hanno riscontrato ferite guaribili in un mese circa.
CREMONA – Sono vivi per miracolo due fratelli muratori precipitati al piano di sotto di un edificio che stavano ristrutturando a Vicobellignano, frazione di Casalmaggiore (Cremona). Si tratta di un palazzo storico, oggetto di un importante intervento di recupero. Stando a una prima ricostruzione, i due, che abitano a San Secondo Parmense (Parma), stavano camminando in una delle stanze dell’edificio quando il pavimento ha ceduto. I due fratelli sono caduti da un’altezza di circa tre metri.
CREMONA – Un operaio è rimasto ferito oggi nell’esplosione di un serbatoio all’interno dell’ area della Raffineria Tamoil di Cremona. Si tratta di M.C. di 21 anni, dipendente di una ditta esterna che stava svolgendo lavori lontano dall’area degli impianti, per conto di Tamoil Raffinazione. L’uomo non sarebbe in pericolo di vita.
MAGLIE (LECCE) – La vittima è Sergio Cariddi, 36 anni, di Uggiano La Chiesa. Il ferito è Mirko Verardi di 35 anni di Scorrano, che è ricoverato all’ospedale Vito Fazzi di Lecce: ha riportato un trauma cranico, ma le sue condizioni non sono gravi come si era temuto in un primo momento. La prognosi infatti è di trenta giorni. Sembra che i due operai stessero lavorando alle torri di raffreddamento dell’impianto, quando all’improvviso l’impalcatura ha ceduto. Cariddi è precipitato nel vuoto, Verardi si è salvato perchè caduto su un pannello che ne ha attutito la caduta.
PESCARA – Un uomo, Luigi, Tenaglia, di 82 anni, di Treglio (Chieti), è morto travolto da un trattore con il quale, per cause in corso di accertamento, è finito in una scarpata profonda otto metri. L’incidente è avvenuto nel tardo pomeriggio in località Sacchetti di Treglio
CARLAZZO (COMO) – Tragedia sul lavoro nel pomeriggio di oggi a Carlazzo (Como) dove un piccolo imprenditore edile, Piero Vezzoli, 48 anni di Porlezza (Como), è stato schiacciato da una gru in movimento. Da quanto è stato possibile ricostruire, Vezzoli, insieme a un collega, era impegnato nello spostamento della gru quando si è improvvisamente spezzato il cavo d’acciaio che la teneva legata a un camion. La gru si è abbattuta sull’uomo.
ROMA – Un giovane operaio è morto nel pomeriggio a Roma in un cantiere edile, nel quartiere Cinecittà Est. Secondo i primi accertamenti dei vigili fuoco la vittima era al lavoro all’interno di un ascensore in una struttura di due piani.
BOLOGNA – Un operaio di 52 anni è rimasto ferito in un incidente sul lavoro avvenuto nella mattina in un cantiere edile a Pianoro, nel bolognese, in località Botteghino di Zocca. Dalle prime informazioni, l’uomo sarebbe rimasto schiacciato sotto un muletto, che si è capovolto.
BERGAMO – Un operaio egiziano di 29 anni è stato travolto da un cumulo di terra mentre stava lavorando in un cantiere edile di Almenno San Salvatore (Bergamo). È successo intorno alle 11 in via della Noca, dov’è in fase di costruzione una palazzina. L’uomo stava lavorando in una trincea profonda quattro metri, realizzata per posare le tubazioni della fognatura. Ad un certo punto la terra gli è franata addosso, coprendolo fino al bacino. L’operaio, residente a Capralba (Cremona), non ha comunque riportati gravi ferite.
PORDENONE – È morto all’ospedale di pordenone il camionista Carlo Corazza, 69 anni, di Maron di Brugnera (Pordenone), in gravissime condizioni dopo essere rimasto schiacciato ieri tra un camioncino e un muretto. L’incidente era avvenuto in prossimità dell’abitazione di alcuni conoscenti dell’uomo. Corazza aveva parcheggiato il mezzo ed era sceso, ma il camioncino, carico di ghiaia, probabilmente a causa della pendenza del terreno, lo aveva travolto schiacciandolo contro il muretto.
SPILIMBERGO (PORDENONE) – È deceduto nel primo pomeriggio, all’ospedale di Udine, Fabio Sovran, 33 anni, l’operaio precipitato stamani da circa otto metri in una struttura a Istrago (Pordenone). La vittima, residente a San Martino al Tagliamento (Pordenone), lavorava per conto della ditta paterna che si occupa di movimentazione con autogru e di soccorso stradale. Indagini sono in corso da parte dei Carabinieri della locale stazione per individuare cause ed eventuali responsabilità nel cedimento della lastra di eternit, che ha determinato il tragico volo di Sovran.
Resta all’Italia il non invidiabile primato delle vittime sul lavoro in Europa. Nel nostro paese il numero delle "morti bianche", seppure in calo rispetto agli anni scorsi, è infatti diminuito meno che nel resto d’Europa. Negli ultimi dieci anni, nel periodo compreso tra il 1995 e il 2004, da noi il calo registrato è stato pari al 25,49 per cento mentre nella media europea la flessione è stata pari al 29,41 per cento.
La riduzione è stata ancora più accentuata in Germania, dove il numero di vittime si è quasi dimezzato (-48,3 per cento), e in Spagna dove si è registrato un decremento del 33,64 per cento. Sono questi alcuni dei risultati resi noti nel secondo rapporto sulla ”Tutela e condizione delle vittime del lavoro tra leggi inapliccate e diritti negati” presentato dall’Anmil, Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, al Capo dello Stato Giorgio Napolitano.
La riduzione è stata ancora più accentuata in Germania, dove il numero di vittime si è quasi dimezzato (-48,3 per cento), e in Spagna dove si è registrato un decremento del 33,64 per cento. Sono questi alcuni dei risultati resi noti nel secondo rapporto sulla ”Tutela e condizione delle vittime del lavoro tra leggi inapliccate e diritti negati” presentato dall’Anmil, Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, al Capo dello Stato Giorgio Napolitano.
Nelle cifre ufficiali, seppure meno allarmanti di quelle relative alle vittime, non sono compresi gli incidenti che non vengono denunciati da chi è impiegato nell’ambito del lavoro nero dove, secondo l’Inail, si verificherebbero almeno 200 mila casi.
Nel complesso gli incidenti sul lavoro sono circa un milione l’anno e i morti più di mille. In Germania nel 1995 le vittime erano state 1500, duecento più di quelle italiane. Oggi sono scese a 804 unità, un numero ben inferiore al nostro. Questi numeri, dicono dall’Amnil, mostrano come non si tratti di un fenomeno occasionale e relegato a situazioni straordinarie ma piuttosto "un effetto perverso che sembra profondamente innervato nel modo di produzione".
Nel complesso gli incidenti sul lavoro sono circa un milione l’anno e i morti più di mille. In Germania nel 1995 le vittime erano state 1500, duecento più di quelle italiane. Oggi sono scese a 804 unità, un numero ben inferiore al nostro. Questi numeri, dicono dall’Amnil, mostrano come non si tratti di un fenomeno occasionale e relegato a situazioni straordinarie ma piuttosto "un effetto perverso che sembra profondamente innervato nel modo di produzione".
fonte: nomortilavoro.noblogs.org