introduzione del lavoro d’inchiesta presentato da Rebeldia durante l’iniziativa “interferenze urbane”

Lanciamo una sfida a noi stessi – e non solo – organizzando questa due
giorni di dibattiti,
seminari ed inchiesta sulla città di Pisa, una sfida
che nasce dal bisogno di discutere, di capire,
di elaborare
riflessioni, proposte, metodi di lavoro sullo spazio urbano che attraversiamo
ogni
giorno.

Il Progetto Rebeldìa si propone come spazio di confronto sulla polis, le sue trasformazioni urbanistiche, economiche e sociali a partire dalle condizioni di vita
dei soggetti che vi abitano,
convinti della necessità di costruire un
dibattito pubblico su questi temi, in cui tutti possano
prendere voce.

Occorre invertire la tendenza che ci conduce verso una città sempre più povera nella
capacit
à di garantire realmente l’accesso ai servizi, alla scuola, alla sanità, alla casa, ad un
territorio
non devastato, praticando l’idea di una città di tutti e tutte
coloro che la abitano, a cui devono
essere riconosciuti
uguali diritti nella sostanza oltre che nella forma. La citt
à che vogliamo investe sull’incontrarsi e mescolarsi delle differenze; una città generosa delle sue
strade e delle
sue piazze, dei suoi mille edifici di proprietà pubblica cioè di tutti! da
sottrarre all’uso privato
o all’incuria, capace di aprire
le scuole e le universit
à ai quartieri, impedendo la costruzione di ghetti e l’innalzarsi di muri materiali ed immateriali tra chi vi abita,
lavora, studia, vive.

In questa due giorni discuteremo e costruiremo dei laboratori sulle
grandi trasformazioni che
investono Pisa: chi vive oggi
in citt
à , dove vive, come sopravvive. Proveremo a capire le relazioni tra queste domande ed il riassetto urbanistico alla luce
dell’imminente realizzazione di
numerose grandi
opere che ridisegnano pesantemente il territorio, l’emergenza abitativa e il
fenomeno della speculazione edilizia, i flussi di capitale e le
trasformazioni delle forme del lavoro, il rapporto citt
à– Università e la città vetrina per il
turismo d
ì lusso.

Come cambia la città di Pisa a seguito dei fenomeni migratori che
la attraversano? Come costruire, nel nostro territorio, nuove forme di
cittadinanza e di inclusione sociale? Come
contrastare le
campagne sulla "sicurezza", che vedono in ogni povero e in ogni
"diverso" un criminale, e vorrebbero ridurre l’immigrazione a
"problema" di ordine pubblico ignorandone la
ricchezza e la complessità?

Sono questi alcuni dei temi di discussione che propone
all’interno di Interferenze Urbane, il
Progetto Rebeldìa, un cartello di 23
associazioni sportive, ricreative, culturali e sociali che da
tempo animano il quartiere attorno alla Stazione ferroviaria di Pisa.

Il Progetto Rebeldìa affronta in questi mesi una difficile
trattativa con l’Amministrazione
Comunale: l’area
nella quale opera sar
à infatti profondamente modificata da un programma .di trasformazione
urbanistica, che prevede la costruzione di un terminal degli autobus. Abbiamo
proposto di rimanere nell’area, senza che venga modificato nella sostanza
il programma del
Comune ma anzi integrandovisi per una
riqualificazione sociale della zona. In un quartiere che
cambia rapidamente, profondamente caratterizzato dalla presenza migrante,
è infatti più che mai necessario conservare luoghi di aggregazione, di sostegno e di
mediazione sociale: il
Progetto Rebeldìa, con i suoi
sportelli informativi per cittadini stranieri, con i corsi di italiano, lo
sport per tutti, la cultura sottratta alle logiche di mercato,e le
numerose occasioni di
aggregazione, può costituire – e ha
costituito finora – un importante punto di riferimento per la
socialità del quartiere. Cancellarne l’esistenza significa concepire la zona
della Stazione come
puro luogo transito e aggregato di servizi,
senza pi
ù spazi di aggregazione, di discussione, di vita in comune.

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