Violenza sulle donne: fenomeno in aumento; e questa volta non centrano i migranti

Pisa – In un momento particolare come quello che
stiamo vivendo, in cui la parola sicurezza è sulla bocca di tutti, bisogna
sforzarsi di analizzare al meglio tutte le questioni che in un modo o
nell’altro si intersecano con la parola violenza. La società italiana,
alimentata dall’assillante voce dei media di sistema, va a caccia di streghe
nel tentativo di arginare quella che definisce una situazione esasperante: i
quartieri invasi da migranti, degrado in ogni angolo, spaccio e violenza
fisica; ora si è aggiunta anche la violenza sessuale subita da una ragazze alle
Piagge (Pisa), e perpetrata da un giovane rumeno. Senza entrare nel merito
della questione inerente la marginalità e l’alto livello d’esclusione che la
città della torre pendente registra, bisogna leggere i dati per riportare la
questione sulla retta strada.

Secondo le stime fornite dall’ISTAT in una
ricerca terminata nel febbraio 2007 e aggiornata nel giugno dello stesso anno,
la violenza sulle donne nel nostro paese ha ben altre specificità rispetto a
quelle denunciate nel corso della fiaccolata indetta da AN per strumentalizzare
l’accaduto.

Il fenomeno della violenza sulle donne matura
in contesti “amici” come l’ambito familiare o di stretto legame; si
contraddistingue il fatto che la violenza venga perpetrata da genitori, parenti
e partners, e che al di là delle statistiche la reticenza a parlare è ancora
forte. Rileggendo i dati si scorgono alcuni aspetti importanti: le donne
migranti ancora non denunciano le violenze subite, e spesso a compiere violenza
sono persone di origine italiana.

Solo a Pisa negli ultimi quatto mesi ben 102
donne hanno denunciato di essere state maltrattate o di aver subito violenza
sessuale, e la maggior parte fra le mura domestiche. Forse prima di mettere al
bando un’intera comunità bisognerebbe imparare a non guardare l’altro come un
diverso, ma uno che compie gli stessi errori che compie il tuo vicino di casa.

L’indagine, fu presentata a Palazzo Chigi dal
ministro Barbara Pollastrini, ed è stata realizzata su un campione di donne di
età compresa fra i 16 e i 70 anni. Dai dati raccolti emerge che sono 6.743.000
le donne vittime di violenza fisica o sessuale (il 31,9%), 5 milioni di
violenze sessuali (23,7%), 3.961.000 di violenze fisiche (18,8%). Ben 6.092.000
donne hanno subito solo violenza psicologica dal partner attuale (36,9% delle
donne che vivono al momento in coppia). Un milione e centomila hanno subito ‘stalking‘,
cioè comportamenti persecutori. Solo negli ultimi 12 mesi, il numero delle
donne vittime di violenza ammonta a 1.150.000 (5,4%). Nel 2006 si sono
registrati 74mila tra tentativi e strupri veri e propri. Di questi il 69,7% da
partner o ex-partner. Molto diffusi infatti i soprusi tra le mura domestiche.
Questi però spesso non vengono percepiti come tali. Solo il 18,2% è consapevole
che quello che ha subito è un reato, mentre il 44% lo giudica semplicemente
‘qualcosa di sbagliato’ e ben il 36% solo ‘qualcosa che è accadutò.
Tra tutte le violenze fisiche rilevate è frequente l’essere spinta,
strattonata, aver avuto i capelli tirati (56,7%), l’essere minacciata di essere
colpita (85,2%), schiaffeggiata, presa a pugni, a calci o a morsi (36,1%). Tra
la violenza sessuale, la più diffusa è la molestia fisica, ossia essere stata
toccata sessualmente contro la propria volontà (79,5%), l’aver avuto rapporti
sessuali non desiderati accettati per paura (19%), il tentato stupro (14%), lo
stupro (9,6%) e i rapporti sessuali degradanti ed umilianti (6,1%).
La violenza psicologica è stata subita da 7.134.000 donne, il 43,2% con partner
attuale. Di queste, 3.477.000 l’hanno subita spesso o sempre (21,1%). Questo
tipo di violenza si esprime con l’isolamento o il tentativo isolamento (46,7%),
il controllo (40,7%), la
violenza economica (30,7%), la svalorizzazione (23,8%), le intimidazioni
(7,8%).

Dai
dati forniti dalla Società della Salute registriamo che nel triennio 2003-2005
l’Associazione Casa della Donna di Pisa attraverso il servizio del Telefono
Donna ha accolto 462 donne in difficoltà, di cui 276 (60%) maltrattate e al
Telefono Persefone si sono rivolte 11 ragazze vittime di maltrattamenti e/o
abusi. Dai dati rilevati è emerso che nel 53,7% dei casi si tratta di
maltrattamento fisico e psicologico, nel 22,8 % di violenza psicologica, nel
20% di violenza fisica, nel 29,2% di violenza economica, nel 3% di violenza
sessuale, mentre nel restante 2% si tratta di abuso e maltrattamento in età
infantile. La maggioranza delle donne ha un’età compresa tra i 30 e 50 anni, è
italiana, anche se sono in aumento le donne straniere (20%), ha un titolo di
studio medio alto e un lavoro. Sempre nello stesso triennio ben 165 figli
minori hanno assistito alla violenza sulle madri. Le donne che sono dovuto
scappare dalla loro casa e che sono state ospitate nella Casa di accoglienza,
nel triennio 2003-2005, sono state 13 con 16 figli minori. I dati rilevano che
nel 75% dei casi il maltrattante è marito-convivente, nel 80% è italiano, nel
32% è impiegato operaio, con un livello di istruzione medio alto. Nel 40% dei
casi è insospettabile. Rispetto al biennio 2000-2002 si è verificato un aumento
del 30% delle donne maltrattate sul totale delle donne che si sono rivolte ai
servizi.

Questa voce è stata pubblicata in Questione di genere. Contrassegna il permalink.