Don Gallo e Dinucci: via le basi americane, non hanno senso di esistere

Pisa – Forse la città non ha mai accettato che sulproprio territorio continuasse ad esistere un così importante centro logisticomilitare dell’esercito americano. Nonostante la squadra del Pisa vada adallenarsi sui terreni di Camp Darby, la città della gente comune vorrebbe unariconversione di quella terra ad usi civili. Dopo la mancata strage del 2003,quando un soffitto dei bunker dove tengono le armi (uranio impoverito) cadde, el’ormai consueto andirivieni di equipaggiamenti destinati alle missioni di“pace” in medio-oriente, senza fare troppi riferimenti storici (gladio, P2….),si è tornati a parlare di basi militari americane e non in Italia. Neldibattito, alla presenza del grintoso e “anticlericale” Don Gallo, l’espertoManlio Dinucci, ed il promotore in parlamento per chiudere le basi, ClaudioGiangiacomo, è emerso il bisogno di affrontare la questione. Naturalmente, è probabile che una legge in parlamento nonverrà mai messa ai voti, ma l’importante, ora, è il confronto che deve emergerenei territori.

Il Senato afferma che in Italia vi sono solo 8 basimilitari americane, ma allora ci deve spiegare perché le fonti militariamericane parlano di 39 basi e di 32 siti miltari americani. E’ paradossale male notizie più importanti rimbalzano sempre dagli ambienti militari americani.Fu così per i bunker che crollarono, ed è così anche per la firma dell’accordoper lo scudo stellare. Non si parla di Star Wars ma di Parisi che, senza direniente a nessuno e senza avallo parlamentare, ha pensato bene di andare afirmare il protocollo d’intesa con gli americani. Missili su missili. La spesamilitare italiana è aumentata del 24% con l’ultima finanziaria. A cosa sarà destinata?Alle missioni di pace o alla caccia ai rom. Dal Governo arriva solo silenzio(assenso).

Si avvicina il giorno del corteo a Vicenza ( 15dicembre 07) contro la base che gli italo-americani vogliono raddoppiare. Imovimenti si organizzano e diffondono la voce. E se i media tacciono le ragionisono le iniziative pubbliche che ridanno visibilità ai contenuti. La città simuove e rivuole Camp Darby. Anche se Fontanelli e speculatori si giranodall’altra parte.

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