Università: studenti e precari uniti contestano Modica

Finalmente gli studenti e i precari si uniscono per denunciare l’aziendalizzazione dell’Università. Riportiamo il documento distribuito durante l’iniziativa.I precari e gli strutturati del personale
tecnico-amministrativo, gli studenti, i precari della ricerca e della
didattica, le organizzazioni sindacali e le RSU dell’Università, colgono
l’occasione della presenza a Pisa del ministro Mussi e del sottosegretario
Modica per denunciare la propria ferma opposizione alle attuali politiche di
gestione dell’Università.

Il 4 dicembre 2007, il Senato Accademico dell’Ateneo
pisano ha ratificato il bilancio approvato dal Consiglio d’Amministrazione una
settimana prima. Questo bilancio, pur tra cifre e tabelle incomprensibili ai
più, dimostra chiaramente il volto più arrogante dell’autonomia finanziaria:
in un’università che è sempre più un’azienda subiscono una vergognosa
limitazione i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e la garanzia di
servizi agli studenti. L’obiettivo primario, da raggiungere ad ogni costo, è
far quadrare il bilancio.

È normale, dunque, che questo bilancio contenga tagli
a tutti i servizi, dal servizio bibliotecario, ai fondi per il lavoro a tempo
determinato, a quelli per la ricerca e la didattica,
mentre l’unica voce
che gode di un incremento del budget è quella per l’edilizia dei dipartimenti.

E’ evidente che questi tagli colpiscono le componenti
più deboli
: i lavoratori vedranno non
rinnovati i loro contratti o dovranno accettare contratti peggiorativi rispetto
ai precedenti; gli studenti, a fronte di un continuo
aumento delle tasse, che costituiscono una delle voci più importanti delle entrate
dell’università, vedranno diminuire i servizi e la qualità di didattica. È
scandaloso poi che siano stati azzerati i fondi per le sostituzioni per
maternità, fatto che costituisce un palese rischio di discriminazione per tutte
le lavoratrici.

Crediamo che le responsabilità di questa situazione
sia da ricercare sia nelle politiche del governo centrale, che nelle scelte di
gestione del nostro Ateneo. Questa duplice responsabilità è resa ben evidente
da alcuni semplici dati: da un lato, è evidente lo squilibrio tra la dinamica
di crescita dell’ FFO (54,4% dal ’95 al 2006) e quella della spesa per il
personale dell’Università di Pisa (94,6% nello stesso arco di tempo). D’altro
canto perché la spesa per il personale è praticamente raddoppiata, mentre
l’incremento del personale è stato solo del 3% (corrispondente a 101 unità)?

Per spiegare questo fatto basti pensare che Pisa ha un numero di docenti
ordinari (in assoluto, non in percentuale) di gran lunga superiore a quello di
molti atenei di dimensioni maggiori
.

 

Pertanto chiediamo:

 

        
che
il Governo si impegni a stanziare i fondi necessari per le stabilizzazioni
di tutta quella fascia di lavoratori e lavoratrici precari, senza i quali tutte
le Università italiane non potrebbero funzionare;

        
che
l’Università di Pisa blocchi i passaggi di carriera per reperire invece fondi
per nuove assunzioni;

        
che
l’Università di Pisa smetta di escludere tutte le componenti dell’Ateneo dai processi
decisionali
.

 

Fino ad ora la situazione è stata tenuta in piedi
grazie alla responsabilità del personale, che è cosciente di dover garantire un
servizio importante, ma le condizioni di precarietà imposte dall’Ateneo
senza nessun rispetto per la dignità dei lavoratori e per il diritto degli
studenti di usufruire di servizi di qualità ci spingono a dichiarare lo stato
di agitazione
.

 

 

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