Il 2008 è iniziato come peggio non sarebbe stato possibile, non solo per i
cittadini di Napoli fatti oggetto di ogni sorta di angheria, ma anche per tutti
gli altri italiani trattati come decerebrati da politici e disinformatori di
professione che in queste ultime settimane stanno offrendo il meglio del proprio
repertorio costituito da decisioni prive di ogni logica e cattiva informazione
dispensata a piene mani senza alcun ritegno.
Curiosamente i cittadini che vivono nel napoletano sono assurti all’onore delle
cronache di stampa e TV solamente quando, ormai esasperati oltre ogni limite,
hanno deciso di scendere in strada per impedire la riapertura dell’ennesima
discarica fra le tante che da decenni li stanno costringendo a frequentare in
massa gli ormai strapieni reparti di oncologia degli ospedali della propria
città.
L’informazione “che conta” ha deciso di farli emergere dallo stato ectoplasmatico
nel quale erano da sempre relegati, solamente per stigmatizzarli come facinorosi,
violenti, piromani, contestatori, teppisti, nemici dello Stato ed amici della
camorra, per il solo fatto di avere osato opporsi ad una decisione imposta dal
governo e da una sequela di autorità in gran parte commissariate o in fase di
commissariamento. Quella stessa informazione “che conta” dormiva sonni tranquilli
fatti di fogli intonsi e completa inanità quando nel 2004 autorevoli riviste
internazionali quali Lancet Oncology e Newsweek si occupavano dei cittadini
che vivono nel napoletano pubblicando ottime inchieste nelle quali si metteva
in evidenza come il gran numero di discariche legali ed illegali fosse la causa
principale della vera e propria epidemia di affezioni a carattere tumorale che
ammorba pesantemente quella zona della Campania ormai tristemente nota come
“triangolo della morte”.
La disastrosa situazione rifiuti di Napoli della quale la classe politica è
prima responsabile insieme ad imprenditori senza scrupoli, viene presentata
all’opinione pubblica come una conseguenza “dell’egoismo” dei cittadini partenopei
e delle mire di una fantomatica camorra tanto impalpabile quanto utile per scusare
ogni genere di nefandezza. E’ stata la politica (e non la camorra, a meno che
la politica in essa si riconosca) a decidere come gestire la raccolta e lo smaltimento
dei rifiuti nel napoletano durante gli ultimi. Così come è stata la politica
a consegnare tale gestione e smaltimento nelle mani delle fallimentari Fibe
s.p.a. e Fibe Campania s.p.a. Così come sono state Fibe s.p.a e Fibe Campania
s.p.a. società del gruppo Impregilo (e non la camorra, a meno che Impregilo
in essa si riconosca) a condurre tale gestione e smaltimento in maniera disastrosa
creando i presupposti per la situazione grottesca che è stata esacerbata ad
arte nelle ultime settimane.
I cittadini di Pianura, come tutti gli altri che in questi giorni stanno scendendo
in strada per difendere la propria salute ed il proprio futuro, hanno dovuto
subire tanto la tracotanza della camorra che li avvelenava giorno per giorno
con le discariche illegali, quanto quella della politica e delle imprese beneficiarie
degli appalti che facevano altrettanto con le discariche spesso a torto considerate
“legali”. Oggi come se non bastasse questi stessi cittadini, secondo un vecchio
copione che per molti versi ricorda il calvario dei NO TAV in Val di Susa nell’inverno
2005, sono additati dall’informazione come violenti e facinorosi e bastonati
da quella polizia alla quale manca perfino la benzina qualora si tratti d’inseguire
i delinquenti ma non difettano uomini e mezzi quando l’obiettivo è la testa
degli onesti cittadini.
Qualunque governo in possesso di una sia pur minima dignità avrebbe reagito
a questa situazione imponendo in primo luogo le dimissioni di coloro che ne
erano maggiormente responsabili, ad iniziare da quel Bassolino il cui “smaltimento”
sembra essere assai più problematico di quello dei rifiuti. La logica avrebbe
poi voluto che si riorganizzasse completamente la gestione dei rifiuti in Campania,
partendo dalla costruzione di un’efficiente raccolta differenziata, magari cogliendo
l’occasione per costruire un circolo virtuoso dei rifiuti che in Italia ad oggi
esiste solo in poche e circoscritte realtà.
Romano Prodi ed il suo governo in tutta evidenza non hanno alcuna familiarità
né con la dignità né tanto meno con la logica e le prime scelte messe in essere
lo dimostrano senza dare adito a dubbi. Gianni De Gennaro, uomo con molte responsabilità
riguardo alle violenze gratuite al G8 di Genova, promosso Supercommissario per
l’emergenza rifiuti, quasi si trattasse di reprimere nel sangue ogni protesta
dei cittadini. L’esercito chiamato in causa accanto alle forze dell’ordine per
combattere la battaglia contro i rifiuti (è proprio vero il vecchio adagio secondo
il quale quando uno ha in testa un martello continua a vedere ogni cosa sotto
forma di chiodo) quasi si trattasse di soldati nemici.
La costruzione di ben tre cancrovalorizzatori che anziché avvelenare i cittadini
attraverso il percolato, diffonderanno le sostanze cancerogene in quantità ben
maggiore sotto forma di diossina, polveri sottili, furani, idrocarburi policiclici
ed altre sostanze ad alta patogenicità.
Proprio intorno al progetto dei nuovi megainceneritori sembra chiudersi il cerchio
di tutta questa triste vicenda, a tal punto che l’emergenza rifiuti di Napoli
è stata occasione per tanta “buona” stampa e TV di prodursi in articoli e servizi
privi di qualunque fondamento scientifico che hanno vantato le mirabolanti virtù
di codesti impianti, presentandoli come innovativi e puliti. La lobby dell’incenerimento,
in Italia floridissima, coinvolgendo buona parte delle ex municipalizzate alcune
delle quali ormai quotate in borsa, e facente capo all’illuminato Ministro Bersani
ha colto al volo l’occasione, o creato l’occasione per poi coglierla al volo,
e si sta producendo in una campagna mediatica senza eguali volta a qualificare
i costosissimi e pericolosissimi cancrovalorizzatori come la soluzione ultima
al problema dei rifiuti.
Giornali e TV hanno però dimenticato di dire che la pratica dell’incenerimento
dei rifiuti non contiene nulla d’innovativo, come dimostrato dal fatto che mentre
l’Italia sta spendendo tutte le proprie energie nella costruzione di questi
impianti, nel resto dei paesi cosiddetti sviluppati l’incenerimento trova sempre
meno consensi, al punto che perfino gli Stati Uniti ed il Giappone (le nazioni
in passato più propense ad incenerire i rifiuti) da anni non stanno più costruendo
nuovi inceneritori ed hanno iniziato a demolire quelli vecchi. Così come hanno
scordato di rendere pubblico che la pratica dell’incenerimento dei rifiuti,
contrariamente a quanto spesso affermato da parte di esperti direttamente o
indirettamente a libro paga dei grandi gruppi industriali o della pubblica amministrazione,
non rappresenta un metodo di smaltimento migliorativo rispetto alla discarica.
Al contrario, come sottolineato anche nel rapporto dell’Associazione Medici
Per l’ambiente ISDE Italia l’incenerimento si dimostra fra tutte le tecnologie
di trattamento dei rifiuti, in assoluto la meno rispettosa dell’ambiente e della
salute. Questo poiché la combustione trasforma anche i rifiuti relativamente
innocui quali imballaggi e scarti di cibo, in composti tossici e pericolosi
sotto forma di emissioni gassose, nanopolveri, ceneri volatili e ceneri residue.
Così come hanno evitato accuratamente di ricordare che oltre a dimostrarsi una
calamità dal punto di vista sanitario, come tanti studi stanno a dimostrare,
i megainceneritori si rivelano fallimentari anche sotto l’aspetto economico,
al punto che se non usufruissero in maniera fraudolenta degli incentivi statali
cip6, in quanto impropriamente equiparati per legge alle fonti energetiche rinnovabili,
la loro esistenza non avrebbe economicamente alcun senso. Così come non hanno
informato i cittadini riguardo al fatto che la costruzione di un megainceneritore,
oltre ad avvelenare l’aria ed i suoli elimina ogni prospettiva futura di gestione
virtuosa del ciclo dei rifiuti in quanto annienta la raccolta differenziata
che priverebbe l’impianto degli elementi come la plastica, il legno, la carta
ed il cartone che più gli sono necessari per produrre le alte temperature alle
quali opera.
Ecoballe, cancrovalorizzatori, polizia, esercito e perfino un Supercommissario
preceduto dalla propria fama, gli elementi ci sono tutti per rendere il futuro,
se possibile, ancora più grottesco del presente, ma fortunatamente l’ostinazione
dei cittadini di Pianura lascia intuire come, smentendo una tristemente nota
affermazione di Romano Prodi, gli italiani nutrano sempre più l’ambizione di
essere migliori della classe politica che li governa con questi risultati.
Marco Cedolin – marcocedolin.blogspot.com
tratto da www.canisciolti.info
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