Rimettere in discussione il progetto di città elaborato dall’amministrazione Fontanelli

 
Rimettere in discussione il progetto di città elaborato
dall’amministrazione Fontanelli: questo deve essere per il Progetto
Rebeldìa e per Legambiente-Pisa il tema centrale della prossima campagna
elettorale e non solo.
Le recenti risposte a mezzo stampa dell’assessore Sardu e del sindaco
Fontanelli alle nostre osservazioni sui progetti di trasformazione e
riassetto della città non entrano nella sostanza dei rilievi da noi
avanzati.
La questione centrale che poniamo è: a quale domanda e a quali interessi
sociali rispondono le scelte urbanistiche che questa amministrazione
comunale sta mettendo in atto?
Pisa si caratterizza sempre più per una polarizzazione dei redditi e della
condizione lavorativa: a fronte della concentrazione di ricchezza nelle
mani di pochi commercianti, professionisti, professori universitari ed
immobiliaristi vi e’ un crollo dei salari, l’estensione del lavoro
precario e costi proibitivi per l’abitare. Ed anche se è evidente che solo
cambiamenti profondi della struttura dei redditi, l’aumento del potere
d’acquisto e la garanzia dei posti di lavoro possono modificare realmente
questa sperequazione, non per questo la politica urbanistica deve essere
calibrata esclusivamente sugli interessi dei ceti a reddito più alto, con
il risultato di accrescere la sproporzione dei redditi e delle condizioni
di vita.
Come non rilevare, ad esempio, gli effetti speculativi che si stanno
producendo sul mercato immobiliare di Marina e di Tirrenia a seguito della
decisione di costruire centinaia di seconde residenze nell’ambito del
progetto del Porto a Bocca d’Arno?
Qui i prezzi di vendita delle case e
gli affitti dei fondi commerciali sono esplosi superando già oggi i 5 mila
euro a metro quadro e la tendenza è destinata a perdurare. Questo è il
meccanismo che noi denunciamo: l’insostenibilità ambientale del Porto di
Marina è aggravata dal fatto di essere un’operazione economicamente
vantaggiosa solo per pochi e non certamente per la maggior parte dei
cittadini che vivono e abitano questo territorio.
Perché si continua a discutere dello spopolamento di Pisa ignorando
sistematicamente la vera questione che lo determina: ovvero il costo degli
affitti ed il potere della rendita nella nostra città? Perché si parla
continuamente di alberghi, di residenze di lusso, di servizi per i turisti
e non si prevedono mai stabili e risorse per gli spazi sociali, culturali e
di aggregazione? Ciò che noi mettiamo in discussione e contestiamo a
questa amministrazione sono gli attuali progetti di destinazione d’uso
delle aree delle caserme, della zona del Santa Chiara e dell’area di via
Battisti, dove ha sede oggi il Progetto Rebeldìa.
Crediamo, inoltre, che debbano essere fermati progetti inutili e dannosi
come quelli del Parco delle Torri e della Piazza del Terzo Millennio:
dannosi dal punto di vista ambientale in quanto costituiscono una ulteriore
cementificazione e sfruttamento del territorio, inutili poiché non
rispondono ad alcun bisogno sociale ma solo agli interessi economici,
finanziari e speculativi delle Costruzioni Bulgarella.
Nella nostra città è necessario cambiare radicalmente il metodo e le
modalità di discussione e di approvazione in materia urbanistica. Non è
più accettabile il ricorso continuo ed indiscriminato allo strumento della
variante al regolamento urbanistico, una pratica che nella concretezza
sottrae al confronto e al controllo dei cittadini i progetti che si
vogliono approvare e le modalità con cui realizzarli.
Occorre una chiara inversione di tendenza rispetto all’urbanistica
contrattata con cui di fatto si stanno privatizzando le grandi aree
pubbliche, disperdendone il patrimonio e la valenza sociale. La priorità e
le tipologie di infrastrutture di cui la città ha bisogno non possono
essere funzionali esclusivamente agli interessi ed alle richieste delle
associazioni del commercio o di aziende come la SAT, ma in primo luogo
devono andare verso la sostenibilità ambientale e sociale del sistema
urbano nel suo complesso, tramite interventi di riqualificazione
urbanistica che migliori la qualità della vita, dell’ambiente, dei
servizi e della convivenza nei quartieri periferici della città e in zona
stazione, che rischiano sempre più di trasformarsi in ghetti.
Questi sono i veri temi del confronto che poniamo con forza a chi si
candiderà a governare Pisa nei prossimi anni, convinti che sia necessario
segnare una discontinuità chiara con quanto fatto fino ad ora.
Progetto Rebeldìa; Legambiente-Pisa
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