Proteste contro la visita di Ratzinger, alla fine il Vaticano rinuncia.

67 docenti dell’Universita “La Sapienza” di Roma hanno inviato al Rettore Renato Guarini, (da pochi giorni protagonista dell’inchiesta “parentopoli” ed indagato per “abuso d’ufficio”) una raccolta di firme per protestare contro la visita di giovedì prossimo del Papa Benedetto XVI.

La loro motivazione: "Magnifico Rettore, con queste poche righe desideriamo portarLa a conoscenza del fatto che condividiamo appieno la lettera di critica che il collega Marcello Cini Le ha indirizzato sulla stampa a proposito della sconcertante iniziativa che prevedeva l’intervento di papa Benedetto XVI all’Inaugurazione dell’Anno Accademico alla Sapienza. Nulla da aggiungere agli argomenti di Cini, salvo un particolare…

 
Il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso nella citta di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un’affermazione di Feyerabend: "All’epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto". Sono parole che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all’avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano.
In nome della laicità della scienza e della cultura e nel rispetto di questo nostro Ateneo aperto a docenti e studenti di ogni credo e di ogni ideologia, auspichiamo che l’incongruo evento possa ancora essere annullato".

A seguito della conferma di ieri sulla presenza del Papa, gli studenti hanno occupato stamattina il rettorato, chiedendo garanzie di poter manifestare, a favore della laicità del sapere, sotto la statua della Minerva, simbolo dell’Università, tutto questo dopo che la questura aveva istituito una zona rossa per non far entrare il dissenso nell’aula magna dove il Papa doveva parlare per la celebrazione di inizio anno accademico.

Gli studenti si erano preparati con volantinaggi, travestimento della statua della Minerva, “sbattesimo” della cappella universitaria col vin santo e poi proseguendo, con “l’assedio sonoro” dei collettivi studenteschi, aspettando le 14.00 per far partire la “Frocessione per i diritti negati” e terminare con la “Lectio Magistralis” di Andrea Rivera.

Ma….

il Vaticano ha preferito "soprassedere all’evento". Decisione presa ufficialmente a "seguito delle ben note vicende di questi giorni".

Adesso possono giocare il ruolo delle vittime censurate mentre tutto il mondo politico si sbraccia gridando all’indignazione contro chi di indignazione è già saturo per la troppa imposizione politica del potere vaticano che và a colpire i diritti di autodeterminazione di tutti noi e che troppo spesso soffoca il diritto più grande, quello di vivere in un paese laico dove le istituzioni pubbliche devono rimanere non confessionali e smetterla di essere chine al volere del clero.

Ma c’è una vittoria !

Vincono tutti coloro che in queste settimane si sono mobilitati contro l’idea che l’anno accademico venisse inaugurato da un papa oscurantista e reazionario, che propugna un’idea di cultura autoritaria e gerarchica che non è la nostra, non è quella che vogliamo nella nostra università, già martoriata da un decennio di disastrose riforme

Nessuna censura. L’università è degli studenti, sono loro i censurati, se si pretende di imporgli chi deve andare ad inaugurare il loro anno accademico.
Si sono riappropriati del  diritto di scelta: la scelta di poter dire no. La censura è figlia del potere pontificio.

La celebrazione del connubio tra un’università dequalificata che ci vuole tutti precari e un’ideologia reazionaria che ci vuole tutti fedeli e oppresse, era davvero troppo.

Dopo aver mostrato le spalle ai fedeli il crociato numero uno contro il relativismo scientifico e per l’unica verità, ovvero quella della fede (ovvero la Sua), si mostrerà adesso in tutto il suo vittimismo pronto a partire alla carica seguito da tutti i politici, di ogni schieramento sempre proni ai suoi riguardi, per la moratoria sulla legge 194, non contro una legge, ma un’idea:

che  sul corpo delle donne la prima e l’ultima parola spettano solo alle donne.
Non alla chiesa, non allo stato, non ai teodem di convenienza. ..

Tutte le iniziative di mobilitazione di giovedì – compresa la "frocessione", sono comunque confermate. Il 17 sarà ancor più la giornata dei diritti, degli studenti, delle donne, degli omosessuali e delle lesbiche, dei docenti e dei ricercatori liberi.
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