Cosenza : Contro la Repressione il Sud è sempre Ribelle

 

 

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Cosenza
– Genova non sembra finire mai. A distanza di 7 anni da quelle tristi giornate
c’è ancora qualcuno che vuole celare le responsabilità dei fatti accaduti
durante il vertice dei grandi potenti del mondo.

 

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A
Cosenza una magistratura incompetente ed affamata di notorietà ha tentato di
colpire dissenso e organizzazione sociale. Essere contro i forti del mondo, per
il Pm Fiordalisi, vuol dire essere sovversivi e perciò pericolosi criminali.
Per questo nel novembre del 2002 dopo che i Ros girarono l’Italia in cerca di
una procura compiacente, e la trovarono nella massonica Cosenza, dove
‘ndrangheta e affaristi regnano sovrani.

 

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In
10.000 hanno sfilato per le vie del centro cittadino tra slogan e musica
“sovversiva”. Certo non si è trattato del corteo dei 100.000 organizzato subito
dopo gli arresti, e che vide una grande partecipazione da tutt’Italia e dalla
città che in massa si riversò nelle strade a chiedere giustizia e verità sui
fatti di Genova e Napoli. Nel 2004 vi fu un altro grande corteo di 10.000 persone
(la provincia cosentina si mosse in massa). E ora, nel momento in cui gli
inquisitori hanno richiesto le condanne ecco un’altra prova di forza. Un altro
corteo cittadino per chiedere ancora verità. La città non ha risposto come nel
passato, ma ha visto una grande partecipazione comunque. 

Il
“coordinamento Liberi tutti” ha costruito un corteo difficile e lo ha fatto
mettendo in campo migliaia di adesioni da tutto il mondo e di tutte quelle
componenti che a Genova scrissero un’altra pagina di storia.

Erano
presenti delegazioni di tutto il frammentato panorama politico. Centri Sociali,
Ultras, associazionismo, partiti e sindacati. In una terra maltrattata come quella calabrese la prova di forza è andata più che bene per gli organizzatori.
Il corteo ha fatto parlare di sé e dell’idea di giustizia che certo non può
essere rappresentata né da Di Pietro né da Mastella, e tanto meno dalla casta
della magistratura troppo impegnata a finire sulle prime pagine dei giornali.

Lo
spezzone ultrà è partito da sotto il carcere dove, in occasione del corteo,
sono stati vietati i colloqui. Un’altra grave violenza nei confronti dei
carcerati che dall’interno davano la loro solidarietà. Si è riunito con il
grosso della manifestazione in Piazza Zumbini, piazza dedicata con un monumento
ai “caduti sul lavoro” e si è snodato tra le vie centrali della città. Alla
fine con un corteo ormai allungato, gli organizzatori hanno deciso di
proseguire fino a Piazza  Prefettura,
allungando il percorso più del consentito dalla questura. Il corteo finisce
sotto la statua in ricordo di Bernardino Telesio, filosofo cosentino, illumina
dalla luce irradiosa del Teatro Rendano e del Castello Svevo. Storia e cultura
si sono mescolate con la contemporaneità.

Ora anche il Sud Ribelle fa parte
della storia del meridione, della Calabria e della città. La storia non si
ferma.

Ps: i neofascisti all’alba avevano riempito la città di manifesti con le croci celtiche firmate "la Cosenza Reazionaria"; alle otto di mattina non ce ne era nemmeno più uno. Visto che nel 2004 una macchina di Forza Nuova era stata sorpresa a fare scritte provocatorie (si ricordano tre feriti tra i provocatori), questa volta si può ben dire che sono stati fortunati.

coord.-liberi-tutti-con-queste-accuseinaccettabili-nemmeno-un-minuto-di-carcere

supporto-legale-di-genova-in-ogni-caso-nessun-rimorso

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