Il
primo ministro kosovaro, Hashim Thaci, ha annunciato per il 17 febbraio
la dichiarazione unilaterale d’indipendenza dalla Serbia, mentre invita i serbi
confinati nelle enclavi superstiti della provincia a maggioranza albanese a
restare
Il Kosovo sempre più vicino
all´indipendenza, . Sull´evento aleggia il pressing degli Usa sull’Ue,
soprattutto dopo la pubblicazione del «Dossier Kosovo», che rivela come la Slovenia, che detiene al
momento la presidenza di turno dell’Ue, avrebbe "preso ordini" da
Washington. Il governo di Lubiana ha smentito seccamente, definendo gli Stati
Uniti un alleato e un amico di Lubiana e dell’Ue.
A dispetto dell’opposizione della
Serbia e del veto russo al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. il giorno dopo, il
18, il vertice dei ministri degli esteri dell’Unione europea darà l’avallo alla
«missione civile e di polizia» che andrà a gestire l’indipendenza. Italia, Gran
Bretagna, Germania e Francia riconosceranno subito l’indipendenza anche se proclamata
in modo unilaterale, dentro un’Europa sempre più incerta e divisa. La missione
delle Nazioni Unite in Kosovo , della quale fanno parte anche militari
italiani, che amministra il territorio dal 1999, sta approntando un piano
d’evacuazione del personale internazionale nel caso di proclamazione
dell’indipendenza. Si temono infatti violenze e gravi incidenti tra le comunità
kosovare e serbe.
Il Kosovo, popolato in maggioranza da cittadini di etnia albanese, si prepara a
rivivere gli anni novanta, proprio in
quegli anni che si alimenta il conflitto fra le due etnie.
1996 – 1999: furono i separatisti
albanesi dell’UÇK (Ushtria Çlirimtare e Kosovës o KLA, Kosovo Liberation Army,
"Esercito di liberazione del Kosovo"), finanziati dai traffici di
armi e stupefacenti ad iniziare le ostilità con attentati terroristici ed
uccisioni ai danni di cittadini serbi, contro le loro proprietà e contro le
entità statali. Successivamente ci fu una repressione sempre più dura da parte
della polizia e, più tardi, da parte di forze paramilitari ispirate da
estremisti serbi.
1999: intervento NATO contro la Serbia. Per tutto il
1998, la NATO
dopo molti bombardamenti adottò una politica di dissuasione e minaccia contro
il governo della Repubblica federale jugoslava guidato da Slobodan
Milošević, ottenne l’avvio dei negoziati
di Rambouillet, che si conclusero positivamente nonostante la resistenza dei
rappresentanti dell’UÇK a firmare un documento nel quale era formalmente
garantita l’autonomia del Kosovo, ma non la sua piena indipendenza. Alla
ripresa di Parigi, di lì a pochi giorni dalla conclusione di Rambouillet la
delegazione serba abbandonò sin dall’inizio la seduta rimettendo in discussione
gli esiti politici di tutta la trattativa, dichiarando che non accettava più quella
che considerava una indipendenza di fatto mascherata da autonomia.
Oggi l’indipendenza unilaterale,
contro il diritto internazionale.
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