Bruxelles – L’Eurostat ha diffuso i dati che riguardano la
ricchezza dei 27 paesi dell’Unione Europea.
Emerge una grande differenza fra le varie regioni dell’Unione e non
solo. Anche all’interno degli stessi stati si
notano clamorose diversità. Si
confermano in fondo alla classifica nazionali regioni come la Campania, la
Sicilia e la Calabria, mentre svettano la Lombardia e la provincia autonoma di
Bolzano.
La forbice ricchi poveri si accentua, come noto, scivolando
lungo lo stivale: se Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Lazio e la provincia
autonoma di Bolzano hanno registrato valori di pil pro-capite
superiori al 125% (calcolato su una media europea del 100%), le regioni
del Mezzogiorno non arrivano a raggiungere il 75%. La Lombardia e la
provincia autonoma di Bolzano, i cui cittadini vantano un Pil pro-capite pari
al 136,5% e 136,7%, rimangono le più ricche d’Italia, mentre Basilicata
(74,3%), Puglia (68,1%), Calabria (67,5%), Sicilia (67,4%) e Campania
(66,2%), sono le più povere. La Toscana si attesta sul 114%.
La fotografia scattata da Bruxelles dimostra infatti che la
disparità tra le regioni sviluppate e sottosviluppate d’Europa può essere infinitamente
elevata: a Londra, ad esempio, il pil pro-capite registrato tre anni fa è stato
pari al 303%, il 270% in più di quello riportato dalla regione Nord Est della
Romania (24%), la più povera d’Europa, a cui seguono alcune zone della Bulgaria
e del Portogallo.
L’Italia è divisa a metà tra chi non raggiunge la soglia del
100% e chi la supera ed anche abbondantemente. L’Europa dei due treni sta
fallendo e con essa il progetto costituente dell’Europa delle banche e dei
finanzieri.
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