Il decreto "mille proroghe" approvato settimane or sono in Parlamento prevede alcune novità che devono essere conosciute dai lavoratori.
I soci lavoratori delle cooperative non potranno avere un trattamento economico inferiore a quello previsto dai contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali “più rappresentative”.
Se dal punto di vista economico per i lavoratori è un guadagno (i contratti “autonomi” prevedono una paga oraria al massimo ribasso), dall’altra è palese che nel settore delle cooperative viene rafforzato il ruolo delle centrali più grandi (legacoop, AGCI, confcooperative) dove i soli sindacati ad essere ammessi sono quasi sempre Cgil Cisl Uil e dove spesso e volentieri non esiste contrattazione decentrata .
Nello stesso tempo non viene rimosso un altro grande problema rappresentato dalla applicazione del contratto multiservizi per molteplici attività escludendo la possibilità di estendere il contratto pubblico alle cooperative che svolgono servizi esternalizzati ( e anche in questo caso a rimetterci sono i lavoratori).
Nel caso di cambio di appalto, solo nel settore delle pulizie e non in tutti gli altri ambiti di lavoro dove operano le cooperative è prevista la riassunzione alle stesse condizioni (salariali e contrattuali) ma non si applica la legge 2231991 in materia di licenziamenti collettivi che obbliga il datore di lavoro ad aprire una procedura di licenziamento collettivo con la possibilità di integrazione salariale concesso dal Ministero del Lavoro nonché attraverso l’attivazione delle procedure di mobilità.
Particolarmente grave è la esclusione, concordata con Cgil Cisl Uil, della legge 2231991 sostituita da un impegno generico che per altro esclude (dall’obbligo della riassunzione in caso di appalto) molte lavoratrici che operano nei settori esternalizzate e con mansioni diverse dalle pulizie- A queste lavoratrici e a tutto il settore cooperativo vanno estesi di diritti alla conservazione del posto e penalizzare fortemente il datore di lavoro in caso di mancato rispetto(per esempio con la decadenza dell’appalto).
Confederazione Cobas PISA
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