Oltre alla cartella clinica sequestrato il feto
Napoli – La polizia fa irruzione in ospedale, avuta notizia di un
“feticidio”, ma si trattava di un aborto regolare. A denunciare l’accaduto
l’Unione Donne in Italia.
"Sono profondamente turbata – ha detto il ministro della Salute, Livia
Turco – da quanto e’ accaduto al Nuovo Policlinico di Napoli. E’ un episodio
che penso debba farci riflettere tutti, perché rispecchia il clima di tensione
inaccettabile che si e’ venuto a creare attorno a una delle scelte più
drammatiche per una donna come quella di rinunciare ad una maternità"’.
"Siamo arrivati al punto – sottolinea il ministro – di fare ed usare
denunce anonime, con il risultato di porre sul banco degli accusati una donna
che aveva appena effettuato un’interruzione di gravidanza nell’ambito della
legge 194 in un ospedale pubblico e i sanitari che l’hanno assistita. Non ho
mai rifiutato il confronto sul tema dell’aborto, ma – ci tiene a precisare –
rifiuto categoricamente l’apertura di quella che non esito a definire come una
nuova caccia alle streghe. Esprimo la mia piena solidarietà e vicinanza alla
signora e l’apprezzamento ai medici e agli altri operatori sanitari che, al di
là delle loro convinzioni personali, applicano correttamente la legge
194".
L’Udi spiega in una nota: "Nel reparto di Ivg del II Policlinico di
Napoli, nella serata di ieri alcuni agenti del Commissariato Arenella hanno
fatto irruzione, senza alcun mandato, motivando di aver notizia di reato di
“feticidio”. Si trattava di un aborto terapeutico alla IV settimana
regolarmente effettuato nel rispetto della legge 194 e della salute della donna
che ha subito l’intervento e che ha espulso, peraltro, un feto morto".
"I medici, di fronte ad un inedito agire della forza pubblica, hanno
tutelato la donna, ma non hanno potuto evitare il sequestro del materiale
abortivo e della fotocopia della cartella (anonima) della paziente – prosegue
l’Udi – Gli agenti hanno poi intimidito la vicina di letto della donna
esortandola a testimoniare in quel momento altrimenti sarebbe stata chiamata a
farlo davanti ad un giudice denunciamo il clima che sta montando contro le
donne, nel nostro paese e nel caso specifico in Campania, che genera procedure
ai limiti della legittimità, ma soprattutto contrarie ad ogni buon senso".
Oltre alla cartella clinica della paziente, anche il feto – del peso di 460
grammi – è stato sequestrato dalla polizia, su disposizione del pm,
nell’ambito dell’ispezione effettuata ieri nel nuovo policlinico di Napoli,
subito dopo un aborto. "Si è trattato di un aborto terapeutico. Una
decisione difficile, sofferta", spiega il dottor Francesco Leone,
responsabile del servizio Ivg.
S. S., la donna di 39 anni ascoltata ieri dalla polizia subito dopo l’interruzione
volontaria di gravidanza, ripete oggi quanto spiegato agli agenti, intervenuti
nel reparto di ostetricia del policlinico per verificare la regolarità di
quanto stava avvenendo, in seguito a una denuncia.
"Capisco che gli agenti fossero lì per fare il proprio lavoro, ma in un
momento tanto delicato e doloroso per una donna era necessario avere un po’ più
di riguardo per la mia paziente. Era appena uscita dalla sala parto per un
aborto", dice il dottor Francesco Leone, responsabile del servizio Ivg.
"Mi è stato chiesto se per abortire avevo pagato – aggiunge S. S. –
ed ho spiegato che non era stato così. I risultati dell’amniocentesi, ritirata
lo scorso 31 gennaio, avevano accertato che il feto soffriva della sindrome di
Klineferter, un’anomalia cromosomica. Ero alla ventesima settimana, inizio
della ventunesima". Una decisione sofferta, quella di S.S.: "Al
centro Ivg ho ricevuto anche la consulenza psichiatrica", assicura la
paziente.
La donna era stata ricoverata venerdì 8 febbraio. "Nonostante 5 candelette
di prostaglandina venerdì non c’è stata alcuna espulsione del feto – spiega
Leone -. Abbiamo ripreso la stimolazione lunedì mattina, ed alle 12 il feto era
già morto. La paziente è scesa in sala parto verso le 18:00 e
quando è risalita intorno alle 20:00 ha trovato gli agenti ad
aspettarla".
Comunicato stampa dell’UDI
di Catania
UDI – Unione Donne in Italia Sede di Catania Comunicato stampa
Nel reparto di IVG del II Policlinico di Napoli, nella serata di
ieri 11 Febbraio alcuni agenti del Commissariato Arenella hanno fatto
irruzione, senza alcun mandato, motivando di aver notizia di reato di
“feticidio” . Si trattava di un aborto terapeutico alla IV settimana
regolarmente effettuato nel rispetto della legge 194 e della salute della donna
che ha subito l’intervento e che ha espulso, peraltro, un feto morto. I medici,
di fronte ad un inedito agire della forza pubblica, hanno tutelato la donna, ma
non hanno potuto evitare il sequestro del materiale abortivo e della fotocopia
della cartella (anonima) della paziente. Gli agenti hanno poi intimidito la
vicina di letto della donna esortandola a testimoniare in quel momento
altrimenti sarebbe stata chiamata a farlo davanti ad un giudice.
Denunciamo il clima che sta montando contro le donne, nel nostro
paese e nel caso specifico in Campania, che genera procedure ai limiti della
legittimità, ma soprattutto contrarie ad ogni buon senso. La libertà femminile
ha reso inevitabile l’agonia del patriarcato che, ottenebrato, mostra la sua
faccia feroce contrapponendosi alle donne con l’intimidazione. La nostra
mobilitazione partirà da Napoli e diventerà vigilanza e presidio permanente in
ogni piazza d’Italia e quindi anche a Catania. Autodenciamoci tutte per aver
deciso della nostra vita.
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