LA VOCE DELLE DONNE

Piccoli cenni sulla violenza di genere
 


Violenza di genere
: “ Violenza che si annida nello squilibrio
relazionale tra i sessi e nel desiderio di controllo e di possesso da parte del
genere maschile sul femminile, che si coniuga in violenza fisica, sessuale, economica
e psicologica.”( def. O.N.U.-U.E.)

La violenza di genere è un
problema mondiale ancora insufficientemente riconosciuto e spesso scarsamente
denunciato, è un fenomeno che si sviluppa soprattutto nell’ambito dei rapporti
familiari o di fiducia, ad opera di uomini di ogni estrazione sociale e livello
culturale; per questo è violenza di genere, per questo non appartiene ad una
“cultura” specifica, per questo varca i confini di ogni nazione, per questo può
esistere in ogni rapporto uomo-donna.

 
La violenza verso le donne riguarda una duplice dimensione, tocca due sfere ben distinte ma compenetranti:
la sfera del privato, della relazione sessuata a due e quella sociale derivante
da una cultura millenariamente patriarcale.

Stereotipi, rappresentazioni e convenzioni sociali appartenenti alla nostra cultura hanno costruito
un’immagine femminile lontana dal destrutturarsi, che vede una donna debole, dipendente,
quasi priva d’autonomia di pensiero…così facilmente assimilabile ad un oggetto,
che è tanto facile da rompere e riaggiustare a proprio piacimento, senza troppe
conseguenze.

 

O.M.S. “Rapport mondial
sur la violence et la sante’” 2002 Ginevra
 


In base ad indagini sui dati
inerenti ai reati degli stati membri dell’U.E. si apprende che: una donna su
cinque ha subito nella vita una qualche forma di violenza, che in Europa la
violenza rappresenta la prima causa di morte delle donne nella fascia d’età
compresa tra i 16 e i 50 anni e che nel nostro paese (dove alziamo la media)
ogni tre morti violente una è di donne uccise dal marito, convivente , fidanzato o ex.
Poche sono le denunce rispetto ai reati, il 31,9% delle donne in Italia ha subito violenza, di queste il 93% in famiglia senza sporgere denuncia contro il maltrattante.

I centri antiviolenza e le associazioni di donne pongono l’accento sulla mancanza di strutture e personale formato sulla violenza alle donne come principale causa d’assenza di denunce e percorsi d’uscita dalla violenza delle donne maltrattate e violate, senza una rete che funzioni ad ampio raggio che coinvolga dalla prima accoglienza all’accompagnamento delle donne nel percorso d’autonomia e ricostruzione non si può sperare che la situazione cambi, può purtroppo soltanto peggiorare.

Un altro aspetto, infatti, che si evince dal rapporto dell’O.M.S. è la soglia di tolleranza al fenomeno, ancora molto bassa non soltanto nella popolazione ma anche nei servizi sociali, sanitari e soprattutto nelle forze dell’ordine.

 
Tutele legali tardive
 

Va ricordato che in Italia è solo con l’approvazione del nuovo diritto di famiglia nel 1975, fortemente chiesto dal movimento delle donne che viene abolita l’autorità maritale cioè la liceità, da parte del coniuge di far uso di “mezzi di coercizione”(quali potessero essere era solo a discrezione del marito) e disciplina nei confronti della propria moglie; e ancora è solo nel 1981 che scompare il “delitto d’onore” che permetteva agli uxoricidi (assassini della moglie), sensibili sconti di pena nel caso in cui avessero ucciso la propria moglie per infedeltà e sempre nel 1981 viene abolito il “matrimonio riparatore”che consentiva a chi avesse commesso uno stupro di vedere estinto il proprio reato qualora avesse contratto il matrimonio con la propria vittima.

Nel 1996 con l’approvazione della nuova legge sulla violenza sessuale, con un ritardo giuridico ed etico abissale, si rende giustizia alle donne violate, poiché lo stupro diventa da reato “contro la morale ed il buon costume” reato “contro la persona e contro la libertà individuale”.

Dello specifico della violenza familiare la legge sembra accorgersi soltanto nel 2001 con la legge 154 sull’allontanamento del familiare violento per via civile o penale, che prevede misure di protezione sociale per le donne in situazione di violenza sull’onda della “Piattaforma di Pechino” che dal 1997 chiede a tutti gli Stati misure di prevenzione e contrasto di tutte le forme di violenza fisica, sessuale o psicologica contro le donne, dai maltrattamenti familiari al traffico di donne e minori a scopo di sfruttamento sessuale.

Diventa un obbligo interrogarsi sul perché ancora oggi milioni di donne vivono in uno stato di continua vessazione e subiscono abusi d’ogni tipo, sul perché spesso il costume e la cultura dominante diventano un’ottima piattaforma di lancio per attacchi violenti all’interno della mura domestiche, sul perché ci sembra davvero ancora così lontana la meta di una vera emancipazione e liberazione della donna dai ruoli che ormai rifiuta a gran voce da decine di anni…ma accanto a speculazioni teoriche fondamentali e comunque lontane dal trovare una risposta, ciò che si può e si deve fare è, contrastare con ogni mezzo necessario la sudditanza economica e sociale della donna all’uomo, fare in modo che la violenza alle donne sia riconosciuta e combattuta, rifiutare con forza ogni manifestazione di una cultura che è spesso causa e complice di uno dei delitti più aberranti e taciuti in ogni angolo del mondo.

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