Processo a Firenze per Ehud Gol : Nell’università esiste la libertà al dissenso?

Firenze – Tra il 2004 ed il 2005 a
Pisa e Firenze erano previste due iniziative con diplomatici israeliani. Nella
facoltà di Scienze Politiche di Pisa era prevista la relazione di Shai
Cohen, consigliere dell’ambasciata di Israele a Roma, a Firenze quella dell’ambasciatore d’Israele in Italia , in quella di
Giurisprudenza. Le due iniziative vennero accolte da dure contestazioni dei
collettivi universitari, che, a Pisa riuscirono a far saltare l’audizione mentre
a Firenze furono malmenati e denunciati.  I motivi che portarono i giovani a contestare
l’iniziative non dipendeva da “antisemitismo”, ma da valutazioni di tipo
storico-politico. L’università, secondo il CaSP  Pisa, avrebbe dovuto chiamare uno storico e
non un “politico”, in virtù del fatto che era in atto un’offensiva dell’esercito
israeliano nei territori occupati, per il mancato rispetto delle risoluzioni
ONU,  per il fatto che mancava una
controparte appropriata alla visita del diplomatico israeliano.  Addirittura venivano dati due crediti a chi
frequentava i corsi del prof. Vernassa, docente di estrazione socialista
(Craxiano) e molto vicino a Forza Italia. Senza alcuna violenza fisica, il
diplomatico lasciò l’aula magna, non prima di denunciare il clima di ostilità
che imperversava nelle università.

A Firenze la contestazione durò
venti minuti, in quanto l’intervento delle forze dell’ordine fece si che i
giovani venissero allontanati e denunciati. Tutto per uno striscione e per
slogan quali “Palestina libera”. In questi giorni si sta svolgendo il processo.
Vi sono le testimonianze del Preside e del Rettore dell’Università di Firenze,
ovvero dei responsabili dell’evento e dell’intervento delle forze dell’ordine. A
Pisa il preside di allora, Massera, rispettò fino in fondo la prerogativa
accademica consentendo il diritto al dissenso e rinvenendo contraddizioni nell’impostazione
dell’iniziativa, e non fece entrare la Digos, che appostata filmava da fuori la
facoltà. A Firenze entrò nelle aule, allontanò di malo modo gli studenti e li denuciò.

Ora il dibattimento prosegue, ma una
cosa è certa: il diritto al dissenso nell’università deve essere garantito.

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