Il 16 febbraio, anziché l’annunciato sciopero generale, CGIL, CISL,UIL hanno iniziato a raccogliere le firme per il recupero del potere di acquisto di salari e pensioni, proponendo la detassazione del lavoro dipendente anziché gli aumenti come soluzione (i salari italiani sono ormai, statistiche alla mano, tra i più bassi d’ Europa): una vera e propria "bufala" che, assieme alla decontribuzione degli straordinari introdotta con l’accordo del luglio scorso, porterà nuovi profitti nelle tasche dei padroni e provocherà ulteriori tagli ai servizi sociali.
Contemporaneamente, hanno elaborato le "Linee di riforma della contrattazione", con cui smantellano i contratti nazionali e vincolano i rinnovi ad una difesa del potere di acquisto (non meglio precisata), senza alcun riferimento ad aumenti adeguati al reale costo della vita.
Su queste linee il confronto tra Cgil Cisl Uil, Governo e Confindustria è già iniziato senza che questa piattaforma sia stata presentata e discussa nei luoghi di lavoro.
I due livelli di contrattazione Cgil Cisl Uil parlano di "valore universalistico e solidaristico del contratto nazionale", eppure in questi mesi hanno sostenuto decine di deroghe ai contratti nazionali su richiesta della Confindustria indebolendo il potere di contrattazione.
In questi anni le politiche di Cgil Cisl Uil hanno sposato le teorie della flessibilità, de salari bassi, degli sgravi fiscali per le aziende, sottoscrivendo accordi locali con la perdita di tanti posti di lavoro; in molte province del Meridione sono stati poi applicati i cosiddetti contratti di solidarietà che nei fatti hanno indebolito il potere di acquisto di migliaia di lavoratori, oltre a piegare il sindacato a logiche perdenti perchè subalterne ai padroni .
Sono dunque questi i valori universalistici di Cgil Cisl Uil?
Si propone una contrattazione su più livelli legando l’andamento salariale alla produttività (cresciuta solo negli ultimi anni del 150% nelle medie e grandi aziende) a discapito di aumenti certi e uguali per tutti, aumenti da inserire direttamente in busta paga.
Nel settore pubblico si aggancia la contrattazione di secondo livello ai parametri di "produttività, qualità redditività, efficienza", gli stessi parametri proposti dall’Aran (l’agenzia che rappresenta il Governo nella contrattazione in tutta la Pubblica Amministrazione) la quale dopo avere eliminato molte materie da contrattare a livello nazionale (per esempio organici, carichi di lavoro..) oggi vorrebbe fare la stessa cosa a livello decentrato riducendo ai minimi termini ogni forma di recupero salariale e mettendo i lavoratori gli uni contro gli altri (si riducono i fondi per la produttività collettiva condizionando buona parte del salario accessorio al raggiungimento dei risultati imposti dai dirigenti): nello stesso tempo aumentano le disuguaglianze salariali tra i vari contratti pubblici e degli enti locali è sempre più vicina la soglia di povertà!
Non una parola viene poi spesa sui processi di privatizzazione, ci si limita a parlare di rafforzamento delle normative su appalti, cessioni di rami di azienda.
Ma di quali normative stiamo parlando, visto che aumentano incidenti e morti sul lavoro e cresce lo sfruttamento mentre salari e pensioni diminuiscono con una perdita ulteriore del potere di acquisto determinata dalla crescita di tutte le tariffe locali?
E che dire poi dei contratti applicati agli esternalizzati che sono contratti da fame pensati e realizzati (vedi il ccnl cooperative sociali e quello del multiservizi) solo per ridurre LE RETRIBUZIONI?
Di queste ed altre cose non si parla nelle "linee guida" presentate da Cgil Cisl Uil.
Negli ultimi 16 anni abbiamo perso ogni meccanismo di adeguamento al costo della vita, si sono inventati la inflazione programmata per affibbiarci aumenti salariali irrisori (e così dal 2000 ad oggi abbiamo perso circa 2000 euro all’anno), oggi si inventano "la inflazione realisticamente prevedibile "piuttosto che introdurre una nuova scala mobile.
Fino ad oggi i contratti ogni due anni dovevano essere aggiornati nella parte economica, ORA SI VUOL PASSARE A 3 ANNI regalando così a Governi e Confindustria 12 mesi di aumenti magari con la fregatura della indennità di vacanza contrattuale ( invece degli aumenti ti danno una dozzina di euro al mese).
Il vero problema è costituito dagli aumenti adeguati al costo della vita.
Per far sottoscrivere i contratti alla loro naturale data di scadenza basterebbe scrivere che a quella data i salari aumentano automaticamente del 20% per i primi tre mesi e del 40% in quelli successivi, allora sì che PADRONI E GOVERNO firmerebbero i contratti velocemente!
La riduzione delle tasse sul lavoro dipendente.
Tutto il fronte sindacale e politico, sembra aver trovato la ricetta miracolosa per rilanciare le retribuzioni: ridurre le tasse sul lavoro dipendente.
Ma cosa c’entra la riduzione dell’imposizione fiscale con il potere di acquisto dei salari? Assolutamente niente!!
Si vuole elargire qualche manciata di euro ai lavoratori dipendenti attraverso una riduzione delle tassazione, facendo ricadere l’accrescimento delle retribuzioni sulla fiscalità generale (magari poi provvedendo a tagliare i servizi sociali).
In questa maniera le Amministrazioni pubbliche e le imprese non tirerebbero fuori dalle loro tasche neanche un euro per dare respiro ai nostri stipendi!
Campane a morto per la democrazia sindacale: dalla concertazione al regime corporativo
Le segreterie nazionali di CGIL, CISL,UIL nel settore chimico hanno imposto nuove regole e così per presentare emendamenti all’ipotesi di piattaforma rivendicativa per il contratto bisognerà raccogliere il 20% delle firme dei lavoratori anziché il 5%. Se a questo aggiungiamo poi la permanenza del 33% dei seggi che nelle Rsu spettano di diritto, a prescindere da quanti voti prendono, ai sindacati firmatari di contratto (parliamo di CGIL, CISL, UIL e, udite udite, anche UGL, nel nuovo clima da "grandi intese" dal PD ad AN via Forza Italia!): se aggiungiamo che il diritto di assemblea viene negato ai sindacati di base, queste linee di contrattazione sono funzionali al rafforzamento di sindacati (CGIL, CISL,UIL, UGL) sempre più subalterni ai governi e alle associazioni padronali, una vera e propria casta che intende rafforzare il proprio potere a discapito di una ripresa del conflitto e a discapito dei lavoratori
Altre sono invece le priorità per i lavoratori pubblici e privati:
Una nuova scala mobile per aumenti salariali certi e adeguati al costo della vita;
La cancellazione di quell’arsenale della precarietà che è la legge 30 estendendo i contratti pubblici agli esternalizzati (perchè in questi anni hanno privatizzato servizi e i lavoratori privatizzati sono sottopagati perchè i contratti loro applicati prevedono paga base bassa e zero diritti);
La fine del monopolio di contrattazione e di rappresentanza di CGIL,CISL, UIL e ora anche UGL, per avere invece una reale democrazia rappresentativa nei luoghi di lavoro;
Aumenti automatici del 20% in caso di mancata firma dei contratti alla loro scadenza naturale.
Confederazione Cobas
Sede prov.le Pisa via San Lorenzo 38 tel 050 8312172
e mail confcobaspisa@alice.it
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