GAZA
– Le forze armate israeliane hanno lanciato questa mattina una violenta
offensiva nel nord della Striscia di Gaza . Il bilancio dei violentissimi
combattimenti, divampati sin dalla notte intorno al campo profughi di Jabaliya,
ha provocato finora 40 morti palestinesi (di cui almeno due bambini e un
neonato di due giorni), e oltre 100 feriti, compresi molti civili.
Hamas
intanto denuncia il ‘silenzio internazionale’, mentre Abu Mazen definisce
l’offensiva di Israele come "piu’ che Olocausto"e minaccia di
sospendere i negoziati di pace con Israele per la crisi militare a Gaza. Lo ha
riferito a Ramallah il capo dei negoziatori palestinesi Abu Ala, aggiungendo
che la possibilita’ di sospendere i colloqui di pace e’ stata discussa oggi nel
corso di un vertice al quale hanno partecipato i leader dell’Autorita’
nazionale palestinese, senza pero’ precisare se sia stata adottata qualche
decisione.
Il vice ministro della difesa israeliano, Matam Vilnai, parlando alla radio
militare ha precisato che quella in corso "é solo una operazione allargata
e non può essere considerata come l’inizio di una più vasta invasione". In
realtà molti analisti sono convinti che l’incursione di oggi, sebbene abbia
assunto dimensioni forse più ampie del previsto, costituisca una importante
prova generale per i comandi dell’esercito chiamati a valutare i costi in
termini di vite umane, e le difficoltà, in vista di una eventuale rioccupazione
parziale della Striscia dopo il ritiro del 2005. Fonti palestinesi hanno detto
all’ANSA che la battaglia è iniziata poco dopo l’una della notte, quando unità
speciali israeliane hanno tentato di penetrare nella periferia orientale di
Jabaliya. Miliziani palestinesi li avrebbero individuati ed attaccati.
A
sostegno del commando israeliano sono così intervenuti prima elicotteri da
combattimento e poi mezzi corazzati, che per ore hanno martellato le postazioni
palestinesi. La zona dei combattimenti si trova molto vicina al centro abitato
di Jabaliya, e questo spiegherebbe almeno in parte il coinvolgimento dei
civili. Una donna palestinese che ha perso negli attacchi la figlia Jacqueline
di 12 anni e il figlio Iyad di 11, ha accusato che a sparare contro i due
bambini sarebbe stato un cecchino israeliano appostato su un palazzo. Sulla
circostanza non vi è tuttavia alcuna conferma da parte di fonti indipendenti.
Tra i miliziani palestinesi rimasti uccisi c’é anche il figlio di un deputato
di Hamas.
Sale
così a 67 il bilancio provvisorio dei palestinesi (undici dei quali bambini)
morti nella Striscia di Gaza durante i raid israeliani degli ultimi quattro
giorni. Da parte israeliana un portavoce dell’esercito ha detto che cinque
soldati sono stati feriti in modo non grave, mentre non vi è finora conferma
che negli attacchi siano rimasti uccisi anche due militari.