Caso Lonzi, “l’infarto causato da percosse precedenti”

Riportiamo articolo pubblicato su “senza soste”  sul caso Lonzi. Continua la battaglia della
madre del giovane morto nel carcere di Livorno nel 2003.

Prosegue
la battaglia di Maria Ciuffi nella ricerca della verità sulla morte del figlio
Marcello, deceduto nel carcere delle Sughere il 12 luglio 2003. Secondo la
procura livornese, lo ricordiamo, Lonzi sarebbe stato ucciso da un infarto e le
lesioni che furono trovate sul viso e sul corpo erano da attribuire alla caduta
a terra causata dal malore. Ma troppi sono i dubbi e le incongruenze su questa
ricostruzione e molti, tra cui la madre appunto, sostengono invece che il
figlio sia rimasto vittima di un pestaggio avvenuto in carcere da parte degli
agenti della polizia penitenziaria.
Anche le conclusioni della perizia medico legale redatta dal consulente di
Maria Ciuffi, il dottor Marco Salvi dirigente dell’Unità operativa di medicina
legale di Genova, confermano i dubbi: "La documentazione fotografica
disponibile risulta in contrasto con la ricostruzione degli eventi fatta dal
medico legale Alessandro Bassi Luciani, consulente del pubblico ministero; le
lesioni traumatiche riscontrate al volto e le multiple fratture costali (emerse
all’esumazione del cadavere) non sono compatibili con la caduta al suolo del
soggetto colto da malore, o con l’urto dello stesso contro un ostacolo fisso
durante la caduta né, tantomeno, con un ‘energico’ massaggio cardiaco; può agevolmente
essere dimostrato un rapporto etiologico tra evento traumatico e morte
improvvisa cardiaca". Che in parole povere significa ritenere del tutto
plausibile che l’infarto che ha ucciso Marcello Lonzi potrebbe essere
giunto in seguito alle percosse subite in cella. Anche perché, secondo Salvi,
"le caratteristiche di sede e delle entità delle lesioni all’emitorace
sinistro (ovvero le fratture emerse dopo la riesumazione del cadavere e non
constatate al momento del decesso, ndr) depongono per una modalità di
produzione differente rispetto a quella del massaggio cardiaco esterno che
potrebbe, eventualmente, essere responsabile della sola frattura dello sterno.
La disposizione di quelle fratture appare anomala; fratture costali unilaterali
e per lo più poste sulla stessa linea sono di raro riscontro quale esito di
manovre rianimatorie". (red.)

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