L’80% dei bambini “stranieri” è nato in Italia. Cambiare la legge vuol dire dare loro un futuro

                     immigrati e nuovi cittadini istat.pdf
Emerge sempre più il bisogno di una normativa tesa a
garantire diritti alle comunità migranti presenti sul territorio nazionale. La
legge Bossi Fini ha fallito. Ha fallito perché si regge su un approccio di tipo
repressivo del fenomeno, perché è frutto di una visione eurocentrica del mondo,
ha fallito perché non si può arrestare con i CPT il moto di milioni di persone
attratte da una speranza di vita migliore o in fuga da guerre e violenze. In
tutto il modo si alzano i muri e si spara alle frontiere, ma non si tiene conto
dell’evidenza dei fatti: Lo scambio di culture e di saperi arriva sempre prima
dello scambio di merci. Non puoi fermare l’uno imponendo l’altro. Bisogna
creare gli strumenti necessari per garantire un libero accesso a diritti e
servizi, e la legge non lo permette. I dati sulla popolazione e sulle
variazioni demografiche confermano il bisogno di un cambio di rotta.
Il 20% dei bambini immigrati in Italia, infatti,  e’ nato all’estero, mentre l’80% risulta nato
in Italia da genitori immigrati, dato probabilmente destinato ad aumentare in
futuro. Questo e’ quanto emerge dal rapporto Istat sui bambini stranieri nati
in Italia. "Nell’arco degli ultimi 12 anni- spiega l’Istituto nazionale di
statistica- la percentuale di bambini stranieri nati in Italia e’ passata dal
1,7% (poco piu’ di 9 mila nel 1995) al 10,3% nel 2006 con quasi 58 mila
nascite. Nella Provincia di Pisa i bambini nati in Italia da genitori migranti
sono 2.568, e nel solo capoluogo se ne contano 721. Ma questi bambini hanno un
futuro?
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