Periferia di Milano, via
Cristina Belgioioso, l’una di notte circa: un operaio, responsabile dei lavori
di un cantiere sulla tratta ferroviaria Torino-Milano, viene agganciato da un treno
in corsa e trascinato via. Subito soccorso dal 118, muore poco dopo in
ospedale. Aveva 50 anni.
Un’altra morte bianca, che va
ad aggiungersi ad un elenco così lungo da risultare imbarazzante per tutti, ma
proprio tutti, o quasi. Imbarazzante per il governo dimissionario, che dovrebbe
varare in mattinata il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro, in tutta fretta:
svegliarsi prima no? Imbarazzante per il sindacato, che ogni tanto si scuote
dal letargo invernale per protestare contro questa strage continua: 183 morti
dall’inizio dell’anno, e siamo solo a marzo. Imbarazzante persino per
Berlusconi e la sua corte, tanto che il Cavaliere è arrivato ad annunciare che
collaborerà con il governo dimissionario dell’arcinemico Prodi per approvare il
Testo in tempi rapidissimi.
Ma chi è che non si vergogna
neanche un po’? Che domande! Sono loro, l’orgoglio del paese: gli imprenditori.
Che come al solito chiedono, ci mancherebbe, i fondi per varare i programmi di
prevenzione: 12 miliardi di euro provenienti dall’avanzo di gestione
dell’Inail. E il governo concede. Ma poi iniziano a strepitare e a strapparsi i
vestiti (di Armani…) quando sentono parlare di maggiori controlli e pene più
severe per gli imprenditori che non rispettano le norme della sicurezza sul
lavoro.
Qualcuno ha ancora il coraggio
di dire che il conflitto Capitale-Lavoro è stato superato, e che la lotta di
classe è un vecchio arnese ideologico?