l’Azienda sanitaria. L’avvocato
che si occupa dell’accaduto: "L’ipotesi di reato è interruzione di
pubblico servizio". Di turno c’era una
ginecologa obiettrice di coscienza.
Ancora un caso di pillola del giorno dopo negata e ancora al centro la Asl di Pisa. Dopo le due
ragazze che il giorno di Pasqua avevano riferito di essere stata accolte al
servizio di guardia medica da un cartello con su scritto "Qui non si
prescrive la pillola del giorno dopo" e di essere state costrette a
ricorrere al pronto soccorso, questa volta è una giovane coppia a denunciare un
episodio simile. Il fatto risalirebbe allo scorso febbraio. I due, un uomo di
26 anni ed una donna di 24, hanno raccontato – in una conferenza stampa
organizzata dal loro legale, l’avvocato Michele Di Gregorio – di essersi
trovati di fronte al cartello di diniego attaccato sulla porta del servizio di
guardia medica e di essere stati successivamente rimbalzati anche al reparto di
ostetricia per la presenza "della ginecologa di turno obiettrice di
coscienza". E’ stato a questo punto che la donna ha insistito per parlare
con un’altra ginecologa che "dopo un’ecografia ha sconsigliato
l’assunzione del farmaco in quanto non vi erano gli estremi".
"Non siamo contro
l’obiezione di coscienza così come non siamo a favore dell’aborto – ha detto
l’avvocato Di Gregorio – ma riteniamo che possa profilarsi il reato di
interruzione di pubblico servizio perchè episodi come questo e cartelli di quel
genere sono inammissibili". Sulla vicenda – questa della coppia e le due
precedenti delle ragazze – è in corso un’indagine interna della Asl di Pisa e
un fascicolo è stato aperto dalla procura
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