Bilancio del vertice Nato in Romania (intervista con Manlio Dinucci)

Infoaut|Europa, aprile 2008|
La scorsa settimana si è consumato un avvenimento dalle forti
conseguenze politiche per gli anni a venire. L’importanza di quanto è
stato sancito al vertice Nato di Bucarest è inversamente proporzionale
alla scarsa attenzione mediatica sui contenuti reali delle decisione
colà prese. Bush jr. esce da questo summit, e dal più generale suo
(ultimo) tour europeo con una serie di importanti vittorie: l’allargamento della Nato ad Albania e Croazia e, in prospettiva, a Ucraina e Georgia; l’accordo europeo per l’installazione dei primi 10 missili intercettori in Polonia già dal maggio prossimo e, in tempi rapidi, di radar nella Repubblica Ceca (il famoso "Scudo Stellare").

Tutti
questi fatterelli hanno un’ovvia e prima conseguenza molto concreta: la
complicazione dei rapporti europei con la Russia e, cosa più
importante, il rilancio di un processo di mutuo ri-armamento Occidente vs Russia con la riapertura di scenari da Guerra Fredda.

Accerchiare la Russia, indebolire l’Europa

L’offensiva
geopolitica statunitense si è svolta secondo un copione ormai rodato da
anni di interventismo politico (in Europa) e militare (nel resto del
mondo): dal cinico smembramento della ex-Jugoslavia all’invasione
irachena del 2003, fino alle recenti propaggini del "Kosovo
indipendente".
Un disegno molto preciso atto a perseguire due fini
di lunga durata fondamentali per il consolidamento-mantenimento del
dominio imperialista Usa: 1) l’accerchiamento mlitare della Russia; 2)
l’indebolimento politico dell’Europa, ancora una volta chiamata a
legittimare delle scelte nei fatti contrarie a un consolidamento della
sua capacità d’iniziativa autonoma in politica estera.

La metamorfosi della Nato
Il quadro generale in cui è andato concretizzandosi questo spostamento verso Oriente
dell’ombrello "protettivo" Nato è quello della progressiva
trasformazione del Patto Atlantico da strumento di difesa (in verità
già da sempre strumento anti-sovietico ma -almeno formalmente-
"difensivo", dentro la cornice della Guerra Fredda ) a strumento anche giuridicamente di intervento, passibile dunque di un esplicito uso militare di attacco. Ma anche e soprattutto forza di polizia internazionale per la governance delle turbolenze post-conflitti.

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