Pisa – La situazione carceraria è
al collasso. Ci avevano fatto credere che tramite indulto le condizioni
potessero migliorare, ed invece non è così. Il sovraffollamento è di nuovo realtà.
I media lanciano campagne in nome
della sicurezza e la destra specula su disagio ed emarginazione (a Pisa
addirittura ha organizzato la catena umana della sicurezza in stazione), ma
nessuno si pone il problema d’intervenire là dove il problema nasce, ovvero
sulla stessa idea e cultura della coercizione, strumento di pochi per controllare
i tanti; Il carcere è un luogo per nascondere i fallimenti di una società
ingiusta. Alla crisi di sistema si risponde con il lager. Per i pazzi il
manicomio, per i migranti il cpt, per i ladri di galline, i tossici, gli ultrà,
i “ribelli” la galera.
Per i ricchi, gli speculatori, i
banchieri e gli industriali, i massoni ed i mafiosi esistono solo Palazzi di
potere.
In Toscana, fino al 31 dicembre,
vi erano 3.286 detenuti, con un indice
di affollamento pari a 115, ovvero 15 in più ogni 100 disponibili. Nelle 18 galere
la situazione è andata peggiorando dal 2006, anno in cui l’indice era di 101. Lo
scorso anno gli istituti più affollati sono stati Montelupo Fiorentino (che è
un ospedale psichiatrico giudiziario con 184 pazienti ogni 100), Pistoia (169),
Sollicciano (164) e Pisa (133).
Gli agenti penitenziari sono
2.311, e in base alla pianta organica sono il 37% in meno. Si vorrebbe coprire
il danno aumentando carceri e poliziotti, ma sarebbe una via senza uscita. Bisognerebbe,
più opportunamente, ragionare su depenalizzazione e reintegrazione, senza
contare che l’unica società libera è quella senza patrie galere.
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