Si conclude oggi, con i ballottaggi, la tornata elettorale.
Neanche il tempo di festeggiare il 25 aprile che, per la prima volta nella storia della Repubblica, un Fascista conquista il Campidoglio. E’ Gianni Alemanno, ex ministro delle Politiche Agricole del governo Berlusconi. Un uomo che ama fregiarsi di croci celtiche al collo e che, cavalcando l’ossessione securitaria che sembra possedere ormai l’intero Paese, ha battuto Cicciobello (così era soprannominato Francesco Rutelli ai tempi in cui era “er grande sindaco”) con uno scarto di circa 7 punti, ponendo fine a sedici anni ininterrotti di governo di centrosinistra.
E’ senz’altro questo il dato più significativo di una giornata che ha visto il centrodestra confermarsi in 2 province (Asti e Catanzaro), strappare al centrosinistra la provincia di Foggia e conquistare il comune di Viterbo.
Al centrosinistra sono andate invece le province di Roma e Massa e i comuni di Sondrio, Vicenza, Pisa e Udine, mentre per il comune di Massa la Sinistra Arcobaleno, insieme con altre liste, ha battuto il Pd in un ballottaggio cui il centrodestra non era stato invitato.
Unanime la reazione dei due principali sconfitti di questa giornata, Rutelli e Veltroni, che imputano il disastroso risultato all’incapacità, da parte del centrosinistra, di apparire credibile nel dare risposte ai cittadini sul tema caldo del momento: la sicurezza.
Invece di chiedersi se non sia il caso di ripensare interamente la politica di questi anni, cercando di recuperare la sintonia perduta con quelle fasce di popolazione maggiormente emarginate dal benessere ed esposte ai capricci di un mercato ormai fuori controllo, i leaders del Pd scelgono di spiegare le vele al vento che soffia forte da destra su tutto il Paese.
La sconfitta di questa idea di sinistra sarebbe potuta essere l’unico elemento confortante, oggi, ma c’è da scommettere che questi leaders falliti rimarranno saldamente ancorati alle loro poltrone, conducendoci dritti verso il Paese che tutti i potenti sognano e che Montezemolo ci ha più volte indicato, nelle pieghe dei suoi discorsi da Presidente degli Industriali. Un Paese dove che vinca la destra o la sinistra, non fa differenza.